Tag archive: piazza scala

Un nuovo regalo da Ciabattine: un itinerario dalle antichità milanesi a un quartiere nuovo di zecca!

Dopo che il Comune di Milano ha approntato l’ultimo tratto della pista ciclabile di Via S. Marco-Melchiorre Gioia collegandola da una parte con il Duomo attraverso un nuovo tratto realizzato su Via Brera e dall’altra andandola a innestare a quella appena inaugurata nel nuovo quartiere di Porta Nuova (con tanto di passerella sospesa), vi consigliamo un bel giro, da percorrere a piedi o in sella ad una bicicletta.

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Ma a Milano, la campagna dov’era? in centro!

Milano, in un particolare momento della storia, si trova ad essere la capitale dell’Impero romano: la città subisce la prima grande immigrazione di nuove professionalità, personale di servizio al seguito dei funzionari pubblici e maestranze capaci di garantire beni e servizi, per cui l’imperatore Massimiano, che sposta qui la sua corte alla fine del III sec. d.C., è costretto a espandere la cinta muraria a Nord-Est.

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Le Case Rotte di Milano: il destino di un nome e la (s)fortuna di una famiglia.

Approfitto, per introdurre il tema di questa nuova tappa alla scoperta della nostra città, di una bella mostra presentata in questi giorni alle Gallerie d’Italia di Piazza Scala (un vero e proprio luogo della cultura, per chi non lo conoscesse ancora, egregiamente organizzato dalla Fondazione Cariplo, per valorizzare il suo immenso patrimonio). Tale mostra è il frutto del prezioso archivio che documenta la fine dell’ultimo brandello di un quartiere storico della vecchia Milano: Case Rotte.

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Piazza Scala come in un trailer: 2 palazzi, la movida di fin siècle e la prima edicola.

Dopo l’articolo sulla costruzione della Scala, illustriamo ora come la piazza antistante – sorprendentemente – non sia stata progettata per dare respiro e lustro alla facciata dell’edificio, quanto piuttosto per esaltare un altro palazzo!… ovvero il “dirimpettaio” Palazzo Marino!Tutto iniziò infatti in occasione della visita di Francesco Giuseppe del 1857, che prevedeva la demolizione delle catapecchie che si erano appoggiate, nel corso del tempo, intorno all’enorme edificio voluto dal banchiere genovese Marino nella seconda metà del XVI sec., destinato a diventare nuova sede del Municipio dopo la liberazione dagli austriaci.

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