Chi non vorrebbe vivere in una famiglia che sa sentire davvero?
In effetti la famiglia di cui parlo, e che molti, se non tutti, conoscono già è un gruppo di persone che non hanno il dono dell’udito, ma sentono bene e forte tutto quello che conta.
In effetti la famiglia di cui parlo, e che molti, se non tutti, conoscono già è un gruppo di persone che non hanno il dono dell’udito, ma sentono bene e forte tutto quello che conta.
Condividiamo con piacere il contributo di un nostro lettore, Massimo Clara, che ha preso a cuore la causa del Marchiondi, per motivi familiari, come potrete leggere più sotto. Ci riporta alla memoria quel difficile e buio periodo tra il trasferimento dei ragazzi dalle strutture di Via Quadronno a quelle poi progettate nel dopoguerra dall’architetto Vittoriano Viganò. In quel lasso di tempo che fine fecero i ragazzi tratti in salvo dai devastanti bombardamenti del ’42-43?
E’ di questi giorni la notizia che il Comune di Milano, dopo anni di volontario abbandono all’incuria e al vandalismo, ha deciso di accettare l’invito del Demanio dello Stato, a vendere il Marchiondi, l’enorme complesso progettato dall’architetto modernista Vittoriano Viganò negli anni ’50 per il disagio minorile: molto meno di un carcere come il Beccaria, ma molto di più che una scuola tipo “riformatorio”!
A nastro, come direbbero i più giovani, ovvero con alto grado di ripetitività, i media – questa settimana l’ha fatto il Corriere.it – tornano ciclicamente a parlarci di quanto sessismo siano pregne le pubblicità, fin dagli anni ’50.
Vi ricordate come circa 20 giorni fa, abbia raccontato della disfida di Via Paolo Sarpi tra Biscione visconteo e Dragone cinese? Oggi apprendiamo dalle cronache locali che, con sommo dispiacere dei residenti, Chinatown ha preso il sopravvento e il portale orientale (anche se mobile) si farà.
Ero in scooter, quella sera, mentre mi recavo a questo incontro davvero speciale, e l’aria era già tiepida tiepida: non a caso la performance che mi aspettava titolava “A cena con Alda – Sono nata il ventuno marzo, a Primavera”. E non si trattava solo di una pièce rappresentata presso il teatro Oscar di Milano, perché l’invito era stato definito “un cenacolo meriniano”.
Questa settimana voglio segnalarvi una mostra molto carina, “facile”, perché di dimensioni contenute e di agevole comprensione anche per i più piccini. Inoltre è gratuita… il che non guasta mai! Sto parlando de “La Natura dell’Art Nouveau” visitabile allo Spazio espositivo di Palazzo Lombardia (la nuova sede di Regione Lombardia).
Dopo il nostro intervento sulla vita che si svolgeva sui canali della Milano sull’acqua, vorrei riproporvi un articolo su un luogo speciale della nostra città che oggi sta per essere restituito ai milanesi: la Darsena. Credo che sia istruttivo sapere come nel giro di un secolo, tale luogo abbia cambiato radicalmente identità. Offriamo per questo, a pochi giorni dall’inaugurazione della “nuova” Piazza XXIV Maggio, un altro utile affresco di come i milanesi, anche quelli d’adozione, avevano vissuto la nostra città sino al dopoguerra.
Se nell’intervento della scorsa puntata di Ciabattine Piccine abbiamo parlato del sesso debole, ci chiediamo ora che tipo di formazione scolastica potesse toccare ad un giovane rampollo dell’aristocrazia milanese.
Se di peccato si parla, ebbene sì, io sono tra i peccatori. Ma quale sarebbe il girone dantesco che attende quelli come me all’inferno? Direi quello dei “guardatori seriali”. Che a livello mondiale una definizione l’hanno già e sono i cosiddetti Binge watchers (neologismo registrato persino dal sito Treccani, due anni fa).