Amarsi vuol dire ingrassare
C’era una volta…
C’era una volta…
Qual è la vostra “misura” della bellezza? Grande domanda, direte, proprio ora che la prova costume è in zona Cesarini. Ma a rispondere per ora non sono io, dirò la mia più sotto.
A nastro, come direbbero i più giovani, ovvero con alto grado di ripetitività, i media – questa settimana l’ha fatto il Corriere.it – tornano ciclicamente a parlarci di quanto sessismo siano pregne le pubblicità, fin dagli anni ’50.
Se di peccato si parla, ebbene sì, io sono tra i peccatori. Ma quale sarebbe il girone dantesco che attende quelli come me all’inferno? Direi quello dei “guardatori seriali”. Che a livello mondiale una definizione l’hanno già e sono i cosiddetti Binge watchers (neologismo registrato persino dal sito Treccani, due anni fa).
Ma oggi, come scrivono madri (e padri) ai propri figli? Abbandonati da ere geologiche carta e calamaio, di novità, negli anni, ce ne sono state tante.
Numeri e statistiche parlano chiaro, anche al botteghino of course. Si parla di incassi record a proposito del film “Cinquanta sfumature di grigio” tratto dal libro di E. L. James: a Milano ha sicuramente spopolato. Ma tutti i giornali del globo hanno titolato che già dopo il primo giorno aveva registrato incassi record: box office USA, 81.7 milioni di dollari, sul mercato internazionale 158 milioni in soli tre giorni, insomma il film è partito intascando 248 milioni di dollari. Eppure questo grigio rischia tra non molto di essere messo in ombra da un altro colore ben più vivace: il giallo.
Oggi mi cimenterò nella spiegazione etimologica del termine slogan. Per cominciare, essendo una copywriter pubblicitaria da tanto tempo, mi sono un po’ vergognata di non essermi mai chiesta l’origine di questa parola prima di oggi…
Che San Valentino sia il protettore degli innamorati son certa che lo sappiano proprio tutti. Per questo non ve ne parlerò perché di idee per regalicenegitefuoriporta da condividere col proprio amato, sul web ce ne sono a volontà.
In questi giorni di festività, alla ricerca spasmodica di qualche idea regalo, è stato inevitabile non passare dalle vie dello shopping e non notare la quantità e soprattutto la differenza di luminarie tra le zone più centrali e quelle più periferiche. Naturalmente la questione è economica, cioè risiede nella somma che l’associazione commercianti di una determinata via ha raccolto e ha deciso di stanziare per addobbare lo spazio fuori dalle proprie vetrine. C’è sempre però quella zona non definita dalla mera parte monetraria, che appartiene allo stile, al decoro e al buon gusto.
Così cantava Milano a Natale Lucio Dalla nel 1979 , nella splendida canzone dedicata proprio alla città. Altrettanto significativa è la copertina del TG3 del 2012 con le immagini e i simboli dell’esser milanesi.