Antichi luoghi di lavoro a Milano: il mondo dei facchini
Ci fu un’età in cui anche fare il facchino era un mestiere.. E nemmeno troppo tempo fa.
Ci fu un’età in cui anche fare il facchino era un mestiere.. E nemmeno troppo tempo fa.
I mulini ad acqua sono ancora oggi elementi fondanti del nostro inconscio paesaggistico. Se l’affermazione vi sembra eccessiva provate a pensare all’uso che ne ha fatto il mondo della comunicazione: dal famoso marchio di biscotti e prodotti da forno (1975), alla precedente casa editrice (1954), per arrivare alla marea di utilizzi più diversi: dall’insegna di negozi ai marchi di attività commerciali.
In tempo di messa al bando di veicoli inquinanti e caldaie di vecchia generazione, vi vogliamo parlare di come si alimentavano le stufe da riscaldamento e le cucine economiche, quando ancora non c’era la distribuzione elettrica o il gas.
Abbiamo parlato più volte di Milano città d’acqua, di come avesse connotato diversamente l’urbanizzato, entro e fuori le vecchie mura, come avesse favorito trasporti e commerci ma non abbiamo mai parlato di che tipo di economia e professioni questo implicasse.
In Corso Garibaldi, all’altezza di Largo La Foppa (ma non solo!), assistiamo da anni a molti fenomeni: di costume, di cambiamento, di forte vitalità. Anche in campo culturale.
Il Castello Sforzesco si unisce alle celebrazioni per i cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci con un programma dal titolo “Leonardo mai visto”, una rassegna di tre mostre che portano a scoprire il legame dell’artista con la natura e il valore da lui attribuito all’osservazione diretta di tutte le sue forme, per scopi pittorici e al tempo stesso scientifici. La riproduzione di un ambiente naturale è il soggetto principale della Sala delle Asse, nella quale consigliamo di immergersi prima che torni a chiudere i battenti.
Non tutti sanno che questa dimora rappresenta il più antico possedimento della famiglia Borromeo in Lombardia.
Rotatorie, spartitraffico, banchine, massicciate, strette strisce tra marciapiede e carreggiata, piccole zone non asfaltate, persino fessure e crepe nel cemento. In tutti questi spazi la natura si fa strada con incredibile forza, a volte guidata dagli addetti ai giardini, molte altre in completa libertà. Attraverseremo la città da San Siro a Corvetto, da Gae Aulenti a City Life, da Cordusio a Settimo Milanese come in altrettanti giri di giostra che, nel loro vorticoso roteare, ci trasporteranno in un mondo colorato e spesso ignorato. E così, per parafrasare gli Yes, diventerò qui il vostro “roundabout”, sperando che le mie parole, e soprattutto le mie immagini, vi portino “out ‘n’ out” alla scoperta di una città inaspettata.
In questo nostro appuntamento tratteremo di un tema tecnico, non sempre facile, ma con ripercussioni enormi e incisive nel medio lungo termine per il futuro della città.
14 fotografi con 5 foto ciascuno. Ecco la gallery promessa (nel precedente articolo): 70 scatti che raccontano e interpretano il nuovo che ha soppiantato il vecchio quartiere del Bottonuto, a Milano. Non a caso non troverete praticamente nulla di quella storia rimossa, in questa galleria della nostra prima uscita fisica e pubblica.