L’Olona, il fiume di Milano
Il principe dei fiumi di Milano (o meglio quello che era tale), nasce dalle sorgenti di Fornaci della Riana alla Rasa, una frazione del comune di Varese, nel Parco Campo dei Fiori, presso il Sacro Monte.
Il principe dei fiumi di Milano (o meglio quello che era tale), nasce dalle sorgenti di Fornaci della Riana alla Rasa, una frazione del comune di Varese, nel Parco Campo dei Fiori, presso il Sacro Monte.
Continua il racconto sui frutti (vegetali) della città iniziato settimana scorsa, con una seconda puntata che parte ancora dai “commestibili”, per poi esplorare le molteplici e affascinanti forme di tanti altri frutti prodotti dagli alberi di Milano. Meno conosciuti ma altrettanto affascinanti, fanno capolino tra foglie verdi estive o fiammanti livree autunnali, fino a decorare i rami nudi dell’inverno come altrettanti addobbi natalizi.
Nella città della “operosa lena” ognuno “mette a frutto” competenze ed esperienze per realizzare progetti e sogni. Gli alberi si uniscono a questo sana fatica quotidiana per portare a termine lo scopo principale della loro esistenza: riprodursi. Il tutto avviene sotto i nostri occhi un po’ distratti, con la produzione di semi da generare e affidare al mondo tramite vento, animali, acqua e inconsapevoli suole di scarpe.
Si parla tanto in questo periodo di Banco Alimentare promosso in Italia da vari associazioni laiche, cattoliche e protestanti. Ma nessuno ha mai ricordato un’antica istituzione milanese con i suoi luoghi di elezione, il Banco Farmaceutico promosso dalla Confraternita della Santa Corona, già nel XV sec.
Abbiamo raccontato, in passato, come la Martesana prima di buttarsi nella cerchia dei Navigli attraverso il Tumbum di S. Marco, incontrasse fabbriche, cascine e anche luoghi di ritrovo e sosta.
Luglio 2018: esordivo su queste pagine parlando di sophore, alberi che illuminano la stagione estiva con fiori simili a stelle. Chissà, forse da allora, ora che la conoscete, ogni fine giugno aspettate come me che la sophora sotto casa (o sotto ufficio) tappezzi il marciapiede di un mantello giallo tenue. O forse vi farete distrarre dai tantissimi fiori che per tutta l’estate colorano le vie cittadine. Eccoli quindi in una carrellata di immagini che suggeriscono come assaporare la dolcezza millefiori di questa tiepida estate.
Abbiamo più volte affrontato un aspetto di Milano, come peculiarità prettamente moderna, cioè la sua capacità di creare e distruggere, per fare spazio ad altro, per rimanere al passo coi tempi e per soddisfare la fame speculativa di chi arrivava da fuori. In realtà abbiamo scoperto, con gli ultimi interventi sulla formazione della città medioevale, grazie anche all’intraprendenza delle famiglie capitanee, ma non solo, che questa è una qualità insita nel carattere della nostra città. Il caso che vogliamo presentarvi è l’ennesimo esempio di una trasformazione urbana, avvenuta nel tardo medioevo, frutto della fortuna di alcuni membri di un’ antica famiglia: i Vimercati.
Quando si parla di scultura si pensa all’espressione artistica. Quando si parla di motivi vegetali scolpiti a decorazione di palazzi e architetture si pensa al Liberty, allo stile floreale che, anche a Milano, ha pregevoli testimonianze. Quindi nomi di artisti, datazioni, periodi storici da inquadrare, stili, correnti e così via. Tutto molto molto interessante. Per questa volta, però, vorrei proporvi di accostarvi alla vegetazione immortalata nella pietra con il piacere per il particolare e la voglia di riconoscere foglie, fiori e frutti proprio come se li dovessimo cogliere.
Oggi Porta Nuova è famosa per i grattacieli ma storicamente, ancor prima di quella napoleonica sui Bastioni omonimi, è sempre stata Nova la Porta e i relativi Archi ubicati in Piazza Cavour.
Abbiamo più volte qui indagato che a ridosso dell’anno Mille fino alla presa della città da parte del Barbarossa, Milano era governata da una quarantina di famiglie, dette capitanee, che esprimevano cioè, attraverso una serie di labili alleanze, la scelta dell’arcivescovo. Tra queste famiglie una delle più influenti, erano i Settala (in origine Septara, poi Settara), o da Settala.