Intervista al Maestro Ruben Jais, Direttore Generale ed Artistico della Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi
Il viaggio di oggi ci porta nel mondo di una delle eccellenze del panorama musicale milanese – la Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi – attraverso le parole del suo Direttore Generale ed Artistico, il Maestro Ruben Jais.
Dal 1993 Milano dispone di un’orchestra sinfonica e di un coro sinfonico stabili di primissimo livello. Si tratta di una Fondazione sostenuta da vari enti pubblici e privati che si occupa di diffondere la cultura musicale in senso lato: non solo musica sinfonica ma anche barocca, pop, jazz e contemporanea. Un’autentica fucina di produzioni ed esecuzioni musicali da esplorare grazie alla guida del suo Direttore che abbiamo intervistato per Milano al Quadrato.
- Orchestra e Coro Sinfonico La Verdi
- Orchestra e Coro Sinfonico La Verdi
Quando nasce il suo interesse per la direzione?
Da bambino ho frequentato la scuola elementare di Via Bergognone che faceva uso del metodo Kodaly – basato sull’associazione del fonema al grafema – grazie al quale il maestro ci insegnava a riconoscere le lettere dell’alfabeto attraverso i suoni di alcuni strumenti: i flauti dolci, le melodiche, il pianoforte, i tamburi, i triangoli, le percussioni. Ci esercitavamo in un piccolo ensemble, del quale io ero stato eletto direttore. La vera ispirazione, però, è arrivata verso la fine del liceo classico quando ho deciso di entrare in Conservatorio dove, contemporaneamente agli studi di Medicina presso l’Università Statale di Milano, ho conseguito quattro lauree: Musica Corale e Direzione di Coro, Polifonia Vocale, Composizione e Direzione d’Orchestra.
Può parlarci della sua carriera all’interno della Fondazione?
Nel 1998 il Maestro Riccardo Chailly, che stava per diventare Direttore Musicale dell’Orchestra Verdi, chiese all’allora Direttore Generale Luigi Corbani di fondare un Coro Sinfonico in affiancamento all’Orchestra – alla cui direzione venne chiamato il Maestro Romano Gandolfi – figura di assoluto riferimento nella Direzione Corale, già Direttore del Coro del Teatro alla Scala, del Colon di Buenos Aires e del Liceu di Barcellona – che mi scelse come suo assistente. In quel periodo ho avuto modo di lavorare con il Maestro Chailly, con il quale abbiamo inaugurato la prima stagione sinfonica dell’Orchestra della Fondazione con i Quattro Pezzi Sacri di Giuseppe Verdi presso il Teatro Lirico, prima di approdare alla sede attuale, l’Auditorium di Largo Mahler, nel 1999.

Sede Auditorium La Verdi – Largo Mahler
Dal 1998 al 2006 ho avuto la fortuna di collaborare con alcuni geni della musica come i Maestri Riccardo Chailly, Claudio Abbado e Luciano Berio che hanno influito sulla mia formazione in modo significativo. Mi hanno insegnato che si può affrontare il repertorio ed interagire con l’orchestra e con il coro in maniera personale, senza discostarsi troppo dalla scrittura originale dell’autore perché, a mio parere, i grandi direttori sono consapevoli del loro ruolo di interpreti e non pretendono di essere compositori.

ll Maestro Ruben Jais
Nel 2006 sono diventato Direttore di Produzione, ruolo che mi ha permesso di acquisire una notevole esperienza dei meccanismi strutturali che concorrono al buon funzionamento di una “macchina” complessa come la nostra Fondazione.
Successivamente ho assunto il ruolo di Direttore Artistico, dedicandomi tra l’altro alla programmazione delle stagioni sinfonica, rock, pop e contemporanea. Nel 2016, in seguito al ritiro del Direttore Generale, ho assunto la Direzione Esecutiva sotto la Presidenza del Senatore Giovanni Cervetti e nel 2019 sono stato nominato Direttore Generale insieme alla Presidente Ambra Redaelli. Un incarico a tutto tondo, impegnativo e molto vasto, tenendo conto che, secondo i tre parametri utilizzati dal Ministero della Cultura – qualità, quantità e qualità indicizzata – noi siamo l’Orchestra con la maggiore attività in Italia, quindi abbiamo una vasta attività di alta qualità e una produttività nazionale ed internazionale di alto livello.
Quali formazioni esistono all’interno dell’Auditorium?
La Fondazione, nata nel 1993 come Orchestra Sinfonica, ha ampliato negli anni il suo raggio d’azione. Nel 1998 si è unito il Coro Sinfonico, cui si è aggiunta successivamente l’Orchestra Junior e il Coro di Voci Bianche.
- Orchestra Junior “I Fiori” de La Verdi
Nel 2021 durante il lockdown è nata l’Orchestra Giovanile, con lo scopo di avviare alla professione alcuni studenti dei conservatori, laureandi o neolaureati. E’ un’attività importante perché permette a questi giovani musicisti di imparare a lavorare in orchestra, quindi suonare insieme sotto la guida di un direttore professionista, tenendo conto che in genere i conservatori spingono molto verso il solismo e meno verso l’attività orchestrale, una professione altrettanto complessa che richiede un avviamento. Il meccanismo di affiancamento prevede che alla fine del primo dei due anni di corso i giovani più formati si sottopongano ad un’audizione che potrebbe dar loro la possibilità di partecipare ad alcune delle produzioni della nostra Orchestra Sinfonica.
- Orchestra Sinfonica Giovanile La Verdi
- Orchestra Sinfonica Giovanile La Verdi
Nel 2008 ha istituito l’Ensemble La Barocca: quale obiettivo si è posto creando questa nuova realtà musicale?
La Barocca è un ensemble di una trentina di elementi specializzati in repertorio barocco – dal 1500 al 1700 – che utilizzano strumenti originali. È composto da liberi professionisti chiamati a collaborare per le singole produzioni ed è coadiuvato da un coro di 16/20 elementi. Dalla fondazione ad oggi l’ensemble si è esibito in varie sale europee come la Wigmore Hall di Londra, al Festival George Enescu a Bucarest; a Milano il gruppo si esibisce più volte l’anno tra cui in Duomo a Pasqua ne “Le Passioni” di J.S. Bach e a Natale per il Concerto Natalizio.
- Ensemble La Barocca – Oratorio di Natale diretto dal Maestro Ruben Jais in Auditorium
- Ensemble La Barocca Oratorio di Natale diretto dal maestro Ruben Jais in Auditorium
- Ensemble La Barocca diretto dal Maestro Ruben Jais in Duomo
- Ensemble La Barocca diretto dal Maestro Ruben Jais in Duomo
L’obiettivo è diffondere la musica del periodo barocco utilizzando l’approccio filologico, un approccio diverso da quello che le grandi orchestre sinfoniche hanno utilizzato in passato. Ricordiamo che alla fine degli anni ‘60 alcuni grandi musicisti come Nikolaus Harnoncourt, Philippe Herreweghe e John Eliot Gardiner si sono dedicati allo studio della trattatistica del 1500/1700 e hanno scoperto che all’epoca si suonava con strumenti e tecniche diverse; tanti passaggi – come il fraseggio e l’intonazione ad esempio – che non si riuscivano ad eseguire con gli strumenti moderni – sono diventati nuovamente eseguibili utilizzando gli strumenti dell’epoca.
Per spiegare il concetto faccio un parallelo con il mondo della pittura: se pensate al tratto dei pittori fiamminghi che usavano un pennello sottile per eseguire le piccole figure o i dettagli nei loro quadri e poi pensate alla pittura contemporanea fatta di dripping – come nel caso di Jackson Pollock – o di spatolate ampie – come nel caso di Gerhard Richter – vi rendete conto che non è possibile utilizzare lo stesso pennello e di conseguenza la medesima tecnica per dipingere entrambi. Lo stesso accade nell’uso degli strumenti: utilizzare uno strumento moderno per eseguire un brano barocco fuorvia dalla natura stessa della musica barocca.
Qual è il rapporto tra compositore ed esecutore?
Partiamo dalla considerazione che la musica è l’unica forma d’arte in cui non esiste un rapporto diretto tra l’opera e il pubblico, come accade nella pittura e nella scultura ad esempio, poiché la partitura musicale è un insieme di segni grafici fruibile solo tramite un interprete. Il direttore deve avere l’umiltà di calarsi nei panni dell’autore e far rivivere le sue composizioni, trasformando la partitura in suoni. Naturalmente dobbiamo considerare l’evoluzione delle tecniche di scrittura musicale: nel periodo che ha preceduto il Barocco, ad esempio, nella scrittura musicale esistevano solo le parti autonome; le indicazioni dell’interpretazione di una partitura erano contenute in appositi manuali e non erano incluse nella partitura stessa. Mentre da Gustav Mahler in poi gli autori hanno iniziato a dare indicazioni precise nelle partiture oltre alle note, ai colori e alle velocità, naturalmente, influenzando in modo significativo l’esecuzione dei brani.
Cosa significa dirigere un’orchestra di prestigio?
Far musica con un’orchestra di 80/100 elementi significa saper gestire il gruppo ancor prima che conoscere la musica, presupposto che nella nostra professione viene dato per scontato. Diciamo che ogni orchestra è un’entità con caratteristiche psicologiche e dinamiche di gruppo differenti. Al di là del livello puramente tecnico che riguarda l’esecuzione del brano, il compito del direttore consiste nel saper convogliare le energie di tutti gli elementi di un’orchestra verso un unico fine: occorre quindi interagire in maniera diversa a seconda dei musicisti che si hanno di fronte per ottenere il medesimo risultato, quanto più possibile vicino all’eccellenza. Ci sono direttori anche molto importanti che si interfacciano molto bene con alcune orchestre e molto meno con altre perché la componente di empatia e di capacità di interazione gioca un ruolo più importante da questo punto di vista della preparazione tecnica.
Quali iniziative avete intrapreso per avvicinare il grande pubblico alla musica?
Nel 2005 abbiamo creato – primi in Italia – l’Orchestra Amatoriale, composta da un centinaio di professionisti in altri settori che hanno studiato uno strumento e che si ritrovano una volta alla settimana alle prove guidati dalle prime parti dell’Orchestra Sinfonica; si esibiscono in concerto due/tre volte all’anno, riuscendo in questo modo a coltivare la loro passione musicale. Il repertorio che affrontano è di livello anche se naturalmente il tempo di preparazione dei brani si aggira intorno ai due mesi invece che i due giorni necessari per i musicisti professionisti. Si avvalgono della collaborazione di un direttore preparatore e delle prime parti dell’Orchestra Sinfonica che li aiutano ad affrontare il repertorio.

Orchestra Amatoriale La Verdi
Sei anni fa abbiamo creato il Coro degli Stonati: sembra un ossimoro ma non lo è perché in realtà la percentuale di coloro che non possono cantare per impedimenti fisici è dell’1%. E’ composto da circa 500 iscritti che, con l’aiuto di una direttrice, iniziano un percorso di allenamento di ascolto e di esercitazioni per imparare a cantare in coro, fino ad esibirsi in concerto una volta all’anno. Se si pensa che persino il New York Times ha parlato della nostra iniziativa, possiamo davvero esserne soddisfatti!
- Il Coro degli Stonati La Verdi
- Il Coro degli Stonati La Verdi
Crediamo inoltre che la nostra Fondazione debba avere una funzione sociale, oltre a quella artistica. Per questo motivo negli anni abbiamo istituito un Coro presso il Carcere di San Vittore e il Carcere di Opera, abbiamo organizzato stagioni concertistiche presso l’Hospice dell’Istituto dei Tumori. Inoltre ogni anno più di 50.000 studenti in età scolare partecipano ad attività da noi studiate ad hoc per loro in Auditorium e presso le scuole.
Così come più di 3.000 spettatori partecipano ogni anno a “Musica e Scienza”, una rassegna di lezioni concerto in cui vogliamo parlare di musica, del linguaggio musicale, della sua struttura e della sua grammatica attraverso similitudini e parallelismi con alcune delle scienze più interessanti e stimolanti come la neuroscienza o l’astrofisica tramite alcuni dei loro rappresentanti più illustri come la Dr.ssa Laura Ferreri o il Dr. Simone Iovenitti.
Ci può parlare dei giovani talenti nella direzione d’orchestra e di come si interfacciano con un’orchestra di professionisti come la vostra?
Premesso che la direzione d’orchestra è un mestiere che in genere richiede una lunga esperienza, possiamo dire che esistono direttori che dimostrano un’inclinazione molto superiore alla media, sapendo comunicare sin da giovani qualcosa di importante. Un esempio: recentemente abbiamo ospitato il Maestro Yoel Gamzou – direttore trentenne di talento – che ha conquistato l’apprezzamento della nostra orchestra, dirigendo con grande energia e competenza due brani complessi come il Concerto per violino e orchestra di Korngold e la Prima Sinfonia di Mahler.

Il Maestro Yoel Gamzou dirige l’Orchestra Sinfonica La Verdi
Non dimentichiamo che ogni musicista porta sul podio un carico di esperienze personali che in qualche maniera riversa nel modo in cui dirige e che l’orchestra si accorge della padronanza del mestiere di un direttore già dalle prime battute. Ricordo che il mio maestro mi diceva sempre: “quando voi salite sul podio siete nudi, l’orchestra capisce tutto di voi nei primi cinque minuti di esecuzione; percepisce perfettamente se siete sicuri, se avete esitazioni oppure se avete qualcosa da dire in merito al brano che state dirigendo”. Una sfida infinita, una grande responsabilità e un immenso onore.

Il Maestro Ruben Jais con Emanuela Ornago
Testo: Emanuela Ornago
Immagini: Ufficio Stampa Fondazione Orchestra e Coro Sinfonico La Verdi, Carol Ross