Le tante facce del Coraggio
Cerimonia in grande spolvero quest’anno per la tradizionale consegna dei premi che l’Associazione Il Coraggio onlus dedica ogni anno “alle donne e agli uomini di buona volontà”. Persone che, ognuna nel proprio settore di attività, danno un contributo in situazioni di difficoltà, mettendo le loro capacità al servizio delle vittime di ogni tipo di ingiustizia o portando un messaggio di vita che merita di essere testimoniato e riconosciuto.
L’evento, dopo due anni di sospensione causa emergenza Covid, ha avuto luogo lo scorso 12 marzo nella suggestiva cornice della Sala Maddalena di Monza con un parterre di premiati di particolare valore. Uno dopo l’altro si sono avvicendati sul palco in un appassionante susseguirsi di racconti di vita professionale e umana, spesso interagendo fra di loro e tenendo l’uditorio agganciato per quasi tre ore in un’atmosfera di grande coinvolgimento emotivo.
Tante le personalità del mondo forense, della magistratura, della politica, del giornalismo, della scuola, ma anche “cittadini coraggiosi” che con le loro testimonianze vibranti hanno saputo davvero dare un senso al lavoro dei volontari di Il Coraggio onlus e di chi ha voluto aiutarli per cercare di rendere il mondo un posto migliore.
Andiamo a conoscere insieme le tante storie e le tante facce del coraggio.
A tenere le fila del discorso la presidente dell’Associazione Il Coraggio, Marinella Maioli, psicologa forense, vera padrona di casa, accogliente ed entusiasta, e Nadia Muscialini, psicologa, accademica e saggista, da sempre brillantemente impegnata nella difesa di donne e bambini vittime di violenza.
- La bella sala Maddalena di Monza comincia a riempirsi
- In primo piano la dott. Giovanna De Rosa, Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano, con la sua mamma, e il dott. Fabio Roia, Presidente Vicario del Tribunale di Milano
- La senatrice Cinzia Leone, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio
Una mamma coraggio per cominciare
Per cominciare, subito una storia forte. Paola Onofri è la mamma di Tommy, un bambino di 17 mesi vittima di un rapimento da cui non ha più fatto ritorno. La terribile vicenda avvenne in provincia di Parma nel 2006 e si concluse tragicamente, dopo aver tenuto l’Italia col fiato sospeso per un mese per la sorte del piccolo.

Paola Onofri con Nadia Muscialini. Il coraggio di continuare a vivere in un contatto speciale col suo bambino.

L’abbraccio di Marinella Maioli a Paola Onofri. Sullo sfondo, oltre a Nadia Muscialini, Sabrina Tempesta che fa parte della onlus da tanti anni
Il coraggio dell’Impegno civile
La passione per l’impegno civile di certo non manca a Carmela Rozza, una vita di battaglie come consigliere comunale e regionale, e non solo. Particolarmente attiva nella difesa della legalità nel sistema sanitario milanese, Carmela è anche infermiera diplomata e ha partecipato attivamente alla campagna vaccinale durante l’emergenza Covid presso il Palazzo delle Scintille.
Premiato anche l’impegno civile di Alberto Bruno, funzionario nella Protezione Civile della Regione Lombardia, sempre attivo e disponibile per la gestione degli aiuti umanitari.

“La solidarietà va ben organizzata. In questo momento non servono materiali ma fondi. Gli acquisti vanno razionalizzati per evitare sprechi e assurdità. Non serve mandare pasta se la popolazione mangia solo riso (come ci è successo in Kosovo). Nel ’99 in un campo profughi da un container sono usciti 44 smoking! Grazie ai fondi ricevuti, in questi giorni come Protezione Civile di Lombardia e Veneto abbiamo fatto arrivare in Ucraina 24 autoambulanze.”
E poi lancia un appello: “Sono in arrivo dall’Ucraina migliaia di donne con bambini. Serve un impegno di istituzioni e cittadini: antenne dritte perchè non spariscano persone nella tratta di donne e bambini!”
Il coraggio di “Essere sul pezzo”
Alessia Sorgato è un noto avvocato penalista milanese, specializzata nella difesa di donne e bambini vittime di violenze, ma è anche scrittrice di numerosi saggi che trattano sempre di argomenti di grande attualità in questo settore. Dopo un saggio sullo stalking nel 2009, due anni fa ha pubblicato un volume sulla nuova frontiera della violenza digitale: il revenge porn. “La condivisione o diffusione in rete di materiale intimo esplicito, contro il volere della persona ritratta, o anche attribuito falsamente, è un reato molto grave e difficilmente perseguibile.”, afferma “Bisogna lavorare sulla prevenzione, creando una coscienza digitale.”

Un ammonimento da Nadia Muscialini: “Le immagini possono essere inoltrate, i telefoni rubati o perduti. Diffidare sempre. Il mondo non è un bel posto.”
In collegamento da Napoli, premio anche a Eugenio D’Orio, biologo forense e criminologo, oltre che docente di Genetica forense all’università di Napoli Federico II.

Eugenio D’Orio appare sul tabellone “Oggi è importante saper utilizzare i supporti che la scienza e la tecnologia offrono contro il crimine. Servono mezzi affidabili per una società migliore.” A destra dello schermo, Mariastella Fedele, vicepresidente dell’associazione, in collegamento dalla Calabria.
Mariastella Fedele ha annunciato un evento organizzato dal Coraggio onlus: durerà tre giorni, a partire dal 27 aprile, e si svolgerà a Napoli, nelle scuole di Scampìa. “Andremo dove nessuno vuole andare. Fra i ragazzi a parlare di giustizia. Daremo voce alle vittime della camorra.”
Il coraggio di “essere contro”
Un premio davvero meritato ad Antonio Piccirillo, 26 anni, figlio di una famiglia di camorra. Una figura veramente epica nella sua giovinezza, nella lucidità con cui distingue il bene dal male, nel bagaglio di dolore che si porta sulle spalle. Da tre anni pronuncia il suo messaggio netto contro la camorra, rischiando quotidianamente la vita.

“Ho cercato con tutto il mio amore di lanciare questo messaggio a mio padre. Lo amo tanto, anche se ha sbagliato. Faccio lo stesso anche coi miei fratelli, che sono un po’ più scapestrati di me. Cerco di fare quello che ritengo giusto.”
“La mia giustizia non si fa nei tribunali, ma nella vita di ogni giorno. Parlo ai giovani. Napoli non aiuta noi giovani che viviamo situazioni difficili, di decadenza etica familiare. E’ un marchio doloroso e spesso si viene giudicati male ancora prima di sbagliare. La mia infanzia e la mia adolescenza sono state un po’ più complicate di quelle di altri. Non sono l’unica storia al mondo. Però la mia è una storia particolare che va raccontata. E allora ho fatto 700 chilometri per venire fin qui, orgoglioso di parlare a persone oneste che si alzano la mattina e vanno a lavorare onestamente e con sacrificio. Questa è la vita che mi prospetto.”

“Come figlio di un boss ho visto venire in casa gente diversa; ufficialmente non erano delinquenti, e invece venivano a chiedere favori come picchiare persone o bruciare negozi. A me ragazzino questo confondeva molto. Mi domandavo: Ma allora chi sono le persone oneste? Erano borghesi, imprenditori. Questa è forse la devianza più difficile da estirpare: è una specie di fascinazione che nutrono verso la criminalità e il suo potere. Soprattutto i giovani. Non sanno a quale sofferenza vanno incontro, il dramma che vivono i figli di una famiglia malavitosa: le perquisizioni a casa, gli arresti, gli insulti, i colloqui in carcere… “
“Ai ragazzi come me dico: Veniamo da situazioni drammatiche, non aumentiamo il nostro dramma. Tutto quello che hanno iniziato i nostri genitori dovrà finire con loro.”
Una testimonianza davvero toccante e preziosa che ci auguriamo possa essere portata più spesso anche qui da noi che purtroppo non siamo sicuramente immuni da certe realtà.
Il coraggio nel giornalismo d’inchiesta
“Antonio sei un grande. Sei la prova vivente che Gomorra va arginata. E si può”
Sono per Antonio Piccirillo le prime parole di Alessandro Politi quando sale sul palco per ritirare il premio per il suo coraggio in un settore dove davvero ce ne vuole tanto: il giornalismo d’inchiesta.
33 anni, milanese, ma cittadino del mondo, Alessandro per lavoro raccoglie sfide: lo ha fatto per anni lavorando per Le Iene, e continua adesso su Rai1. Si è occupato di ndrangheta, camorra, traffico di droga.

“Per un’inchiesta, fingendomi un trafficante internazionale sono stato in Egitto, da dove arriva illegalmente la maggior parte degli steroidi anabolizzanti che vanno a finire nelle nostre palestre con effetti devastanti. Per un’altra ho vissuto tre mesi dentro l’ospedale di Padova durante la pandemia. Volevo testimoniare la realtà vera. Ho seguito le ricerche e l’utilizzo del plasma iperimmune: una cura che funziona, sviluppata in Italia, ma utilizzata solo all’estero. Volevo fare divulgazione scientifica, ma per aver parlato di questo ho ricevuto minacce e insulti.”
“Nel periodo del primo Covid sono stato positivo per 52 giorni. Un’esperienza traumatizzante. Ancora adesso subisco il post Covid: un problema che mi ha fatto perdere 22 chili.
Mi chiedono: Ma chi te lo fa fare? Faticano a comprendere la mia passione per la Verità. Per me Informare è una missione, un obbligo. E’ un fuoco che si ha dentro.”
Dal suo tono traspare davvero qualcosa di inarrestabile: una passione per il mondo, una spinta irrefrenabile verso la conoscenza della verità e un coraggio travolgente.
Alla fine arriva anche un ringraziamento particolare da Mariastella Fedele per i servizi realizzati da Alessandro sulla Calabria. “Per aver raccontato i fatti con grande onestà.”
Alessandro Politi ha dedicato il suo premio ai colleghi presenti in Ucraina in questo momento drammatico.
Insegnare il coraggio
Per insegnare il coraggio ai giovani probabilmente non c’è posto migliore della scuola. A proporre la candidatura della professoressa di lettere Angela Allegra sono stati proprio i suoi allievi. E uno di loro è salito sul palco per consegnarle il premio. Non potrebbe esserci soddisfazione più grande per una prof!

Davide Ghebrial premia la prof. Angela Allegra “Ci ha insegnato il Rispetto verso gli altri. Indiscriminatamente.”
“I ragazzi come Antonio, come Alessandro dovrebbero venire a parlare nelle scuole: abbiamo bisogno della testimonianza dei giovani. L’idea fondamentale è che Il singolo FA la differenza. Dobbiamo insegnare ai ragazzi a crederci!”
Se lo faranno, il mondo potrà cambiare davvero. Grazie prof!
Magistrati coraggiosi
Ed ecco premiati due magistrati importanti.
Giovanna Di Rosa presidente del Tribunale di Sorveglianza è arrivata all’evento portando con sé la sua mamma. E Marinella Maioli l’ha fatta salire sul palco insieme a lei: una bella soddisfazione e anche un velo di imbarazzo…

“E’ soltanto il mio lavoro.” si schermisce la dott. De Rosa, “Far riconoscere e praticare i diritti delle vittime, dei figli sfortunati, delle vite spezzate, dei minori con percorsi di vita sbagliati. Riportare i diritti sulla giusta strada e farli fiorire perchè il mondo sia un bel luogo e un bel vivere. Lo faccio tutti i giorni.” Un bell’approccio sicuro e tranquillo. E un bel sorriso.
Fabio Roia è il Presidente Vicario del Tribunale di Milano, “Un nome importante, pesante.” dice di lui Marinella Maioli.
“Non ci sono nomi pesanti, ci sono persone. La tutela dei diritti dei più fragili la si ottiene facendo poco, ognuno nel proprio settore. L’opera dell’Associazione Il Coraggio e tutto il terzo settore sono importantissimi. Importante è battersi quotidianamente.”

“La tutela dei diritti delle donne nei luoghi di lavoro, la tutela dei diritti nel settore della patologia. Aiutare l’umanità a recuperare il senso della bellezza che viene smarrito se manca il rispetto per tutti.”
Il coraggio di difendere i diritti negati ai bambini (e ai genitori)
Stefano Maioli, referente dell’associazione per l’Emilia Romagna, racconta come ha contribuito a svelare lo scandalo dei fatti di Bibbiano, in cui bambini venivano manipolati psicologicamente perché accusassero i genitori di abusi e giustificassero provvedimenti di allontanamento dalle loro famiglie. A lui il compito di premiare il noto avvocato romano Carlo Priolo che da tutta la vita si occupa di sottrazione dei minori.

L’avvocato Priolo (a destra): un fiume in piena contro le prevaricazioni nelle case famiglia che definisce lager di stato: “Ci sono anche magistrati che non fanno il loro dovere. Anziché valutare serenamente le situazioni, prendono come valore assoluto il parere di assistenti sociali, spesso espresso in relazioni piene di contraddizioni e falsità.”
Ma cos’è allora il coraggio? Questo: sale sul palco un ragazzino di 12 anni che chiameremo Emanuele (nome di fantasia) e inizia il suo racconto sconvolgente. “Devo ringraziare la mia mamma che lotta come una leonessa per portarmi via dal posto dove gli assistenti sociali mi avevano rinchiuso. Lì venivo picchiato e maltrattato. Tutto questo è andato avanti per almeno un anno e mezzo. E’ stato molto difficile. Nessun educatore mi aiutava. Quando la mia mamma l’ha saputo si è arrabbiata tanto. Allora gli educatori hanno minacciato che se non l’avessi fatta calmare non me l’avrebbero più fatta vedere. E’ solo un posto di sofferenza. Non auguro a nessuno di andarci.”
Stefano Maioli aggiunge: “Gli hanno tolto gli incontri protetti. Lui oggi è qui perchè è scappato per stare con la sua mamma. Domani c’è l’udienza definitiva dopo sei anni di lontananza e sofferenza. E lui ha paura.”

Le due parlamentari seguono con partecipazione l’intervento di Emanuele. Alla domanda del bambino “Mi potete aiutare?” L’onorevole Stefania Ascari (a destra) assicura che porterà il suo caso all’interno della Commissione d’Inchiesta in Parlamento”
Per ritirare il suo premio, l’onorevole Ascari sale sul palco insieme alla sua bambina. Modenese, esperta nella salvaguardia dei diritti dei bambini, è stata la prima firmataria della legge Codice Rosso che tutela i soggetti deboli che subiscono violenze.

“L’ascolto è il primo dovere del legislatore. Per modificare gli aspetti che ancora presentavano lacune nella legge Codice Rosso sono andata a bussare a tutte le porte: magistrati, forze dell’ordine, vittime, sanitari per cogliere gli spunti migliori. Fondamentale è evitare che la donna non venga creduta, che venga colpevolizzata, che il suo bambino le venga allontanato, provocando danni irreparabili. C’è tanto da fare ancora. Codice Rosso non è un punto d’arrivo, ma un punto di partenza.”
Il coraggio di difendere i diritti negati delle donne
Il sindaco di Monza Dario Allevi è un amico del Coraggio onlus da tanti anni. Ritira il suo premio per la dedizione e la disponibilità con cui ha affrontato, da sindaco, questi anni difficili. “Due maledetti anni di pandemia. Le persone erano spaventate, si ammalavano. C’è voluto un grande lavoro di squadra. E anche adesso, per gestire la gara di solidarietà per l’Ucraina. Sono già state accolte mamme con bambini, alcuni malati oncologici, e ne aspettiamo altre.”
Al sindaco anche l’incarico di premiare la senatrice siciliana Cinzia Leone, presidente della Commissione Femminicidio.

Il sindaco di Monza premia la senatrice Cinzia Leone, piena di energia e di entusiasmo per il compito che è chiamata a svolgere: “Questo pomeriggio abbiamo vissuto tutti insieme momenti forti. Le vittime di violenza non devono essere lasciate sole: ognuno di noi deve farsi sentinella.”
E ricorda la figura di Mamasika a cui è intitolato il premio: una donna vittima di stupro etnico durante la guerra del Congo negli anni ’90 che ha saputo aiutare le altre donne vittime come lei a riscattarsi e a trovare dignità nel lavoro, restituendole alla vita.
Per concludere, un’altra mamma coraggio
Giada Giunti, giornalista romana, è anche lei una mamma coraggio. “Mi hanno allontanato mio figlio perchè ho avuto il coraggio di denunciare le violenze che subivo da mio marito. Sono 6 anni che è in una comunità. Da due anni non me lo fanno vedere. Jacopo adesso ha 16 anni, ha cambiato la voce. Quanto tempo prezioso ci hanno tolto. Mi hanno spezzato il cuore per non avergli potuto dare tutto l’amore di cui aveva bisogno. Il dolore più grande per una donna, per una mamma.”

Passione e amore infiniti nelle parole disperate di Giada Giunti. “Mi sono incatenata. Ho fatto lo sciopero della fame. E intanto il tempo passa. Un appello: “Ascoltate i bambini, loro sanno quello di cui hanno bisogno. Guardate le loro lacrime”
E proprio con questa testimonianza così drammatica chiudiamo il racconto di questo pomeriggio eccezionale. Senza dubbio si è creata una coralità in cui ognuno ha dato il suo contributo. Come diceva l’insegnante “Ogni singolo ha fatto la differenza”. Questo premio forse è servito anche a questo. A non sentirsi soli quando si agisce per il bene, per rendere il mondo un posto migliore. Si è avvertita una corrente fortissima di solidarietà, un prendere coscienza collettivo di contare in tutti gli sforzi, in tutti i tentativi. Anche quando non è facile, bisogna crederci.
E a sorpresa un premio è arrivato anche a me e a Milano al Quadrato! E’ stata una grande gioia e un grande onore. Visto l’elenco degli illustri premiati, mi sono davvero chiesta perché anche a me. Io sono più che altro una raccontastorie e racconto volentieri le battaglie dell’associazione. E allora, pensandoci, ognuno di noi combatte le sue battaglie, alcune sono sotto gli occhi di tutti, altre sono segrete e nascoste nel cuore, ma non per questo meno difficili o importanti. Raccontare le grandi lotte può forse essere utile perchè ognuno possa trarre il coraggio per combattere le proprie.
Grazie all’Associazione Il Coraggio per questo premio e per avermi fatto partecipe di questo grande evento.
Ecco i link degli “articoli premiati”:
Testo: Silvia Castiglioni
Foto: Silvia Castiglioni, repubblica.it, ilgiornale.it, ilcittadinomb, reportweb.tv, gnewsonline.it, business.it, infermieristicamente, Alessandro Cavallini, zonedombratv.it, vocifm