Orticola, preludio di autunno

Nel consueto scenario dei Giardini Pubblici Indro Montanelli si svolge quest’anno un’edizione insolita della più famosa mostra-mercato milanese dedicata a fiori e piante. Per recuperare il tempo perduto della lunga emergenza, gli organizzatori non hanno voluto attendere la canonica primavera e hanno anticipato l’evento a questa fine estate proiettata nell’autunno, contando sul fatto che la Natura non si arresta e ogni stagione può offrire spunti di eccellenza e bellezza.

La copertina del catalogo di Orticola.

Non per niente, questa Edizione straordinaria di Orticola nasce “Sotto il segno del papavero”, un fiore che nel nostro immaginario è il simbolo dell’estate, abituati come siamo a vederlo spuntare in ogni campo, prato o angolo erboso sul finire della primavera e per tutti i mesi caldi. Ma, sempre secondo Orticola, “la magia dei fiori inizia già dall’autunno”. O forse, bisognerebbe dire che la magia dei fiori non si esaurisce mai. Così, ecco che sapienti mani di vivaisti e appassionati colgono il vigore germogliante dei semi di alcune erbacee per ripiantarli in autunno e ottenere colorate fioriture.

Una distesa di papaveri in città, lungo la roggia di via Santander. I papaveri spuntano spontanei un po’ ovunque anche nelle vie di Milano e nei luoghi più insoliti, come al Velodromo Vigorelli (vedi copertina).

È il caso dei papaveri, che spiccano nelle illustrazioni dell’artista Chiara Passigli, e di tantissime altre specie che si potranno ammirare negli stand allestiti come sempre nella zona finale dei Giardini Pubblici, dove ci aspettano espositori storici e, come sempre, nuove proposte.

Le grandi conifere del parco vegliano sugli stand con la loro imponente saggezza.

Perché andare a Orticola

La ricchezza di proposte messe in campo (è proprio il caso di dirlo) offre spunti a chiunque abbia un giardinetto, una bella terrazza o anche solo un piccolo balcone da decorare con il verde. Qui trovate di certo tutti gli spunti e le novità che permettono di ottenere eccellenti risultati. Leggendo il catalogo della mostra, disponibile anche in forma digitale a questo link, o visitando il sito, avrete già un assaggio della varietà di espositori e di alcune eccellenze messe in evidenza.

La statua di Indro Montanelli all’angolo di via Palestro, da cui si accede a Orticola con una quinta di antichi platani.

Come orientarsi

E sempre nella pagina del catalogo è disponibile una piantina interattiva che permette di cliccare sui singoli stand, scoprire di chi si tratta e organizzare il proprio percorso. Personalmente rimango affascinata dal leggere descrizioni quali “erbe aromatiche, officinali, alimurgiche”, oppure “cactacee e succulente” e ancora “pelargoni e bulbi” “buxus, erbacce e arbusti”, “piante acquatiche da terreni umidi”, “Buddleja, arbusti insoliti”, per non parlare di ortensie, rose e clematidi e così via. E non dimentichiamo che ci sono gli stand dei complementi da giardino, dell’editoria specializzata, delle associazioni legate al verde e così via. Personalmente non mancherò di visitare Erbaluna, olii essenziali di alta quota. Solo pronunciando queste parole le mie narici si risvegliano dei profumi resinosi dei boschi di conifere e si accendono di ricordi; se poi si aggiunge che alle spalle c’è una bella storia personale e di giovani legati alla Natura, il gioco è fatto. A ognuno la propria esperienze sensoriale.

L’autunno in città ha molti risvolti. Che ne dite di questi funghi (non commestibili) in un prato di piazza Arduino?

Orticola esotica

Come ogni anno, una sezione di Orticola è dedicata ad alcune meraviglie e singolarità botaniche provenienti da tutto il mondo: rarità scoperte ai quattro angoli del pianeta, essenze storiche, varietà peculiari come i fiori senza petali e così via. Forse perché l’autunno è la mia stagione preferita, mi colpiscono, tra le molte, le sette tradizionali specie che in Giappone rappresentano la capacità evocativa di questa stagione: susuki (Miscanthus sinensis), kuzu (Pueraria montana  var. lobata), ominaeshi (Patrinia scabiosifolia), fujibakama (Eupatorium fortunei), kikyo (Platycodon grandiflorus), nadeshiko (Dianthus superbus) e hagi (Lespedeza bicolor). Ed è quest’ultimo arbusto che potrà essere ammirato a Orticola.

Un esemplare di cipresso calvo nei Giardini Pubblici.

Ringraziamo Orticola per questa occasione, ma anche i Giardini hanno la loro “chicca” esotica. Tanto maestosi quanto riservati, i cipressi calvi (Taxodium distichum) sonnecchiano da molti decenni intorno allo stagno del parco. Appartati e silenziosi, meritano di essere scovati per ammirare la forza di queste conifere originarie del Nordamerica e caratterizzate dai lunghi amenti (fiori maschili) e dalla base del tronco immersa nell’acqua. Alcuni giovani esemplari sono stati piantati anche alla Biblioteca degli Alberi, il recente parco nei pressi delle torri di Garibaldi.

Il cipresso calvo è detto anche cipresso di palude, perché prospera se le radici possono immergersi nell’acqua, come fanno questi esemplari dei Giardini Pubblici.

Oltre Orticola

L’associazione Orticola di Lombardia, che organizza la mostra-mercato, è attiva su Milano e non solo per tutto l’anno, grazie anche ai suoi partner e sponsor. Provvede, per esempio, alla sistemazione di diverse aiuole, piccoli giardini, pergolati e spazi cittadini, come l’angolo verde intorno alla statua dei cerbiatti all’ingresso del parco lato museo, che nell’immagine vedete quando ancora l’aiuola era incolta.

La statua dei cerbiatti di fronte al Museo di Storia Naturale, un’altra meta “collaterale” durante la visita a Orticola.

I due progetti che segnalo, come sempre perché stuzzicano le mie corde, si trovano in due punti diversi della città. Il primo è la Pergola dei gelsi, l’installazione creata in occasione delle celebrazioni per Leonardo, che ricrea la volta della Sala delle Assi affrescata in origine dal grande pittore con piante di gelso, il simbolo della prosperità economica della città a quell’epoca ed evocativo di Ludovico il Moro; il genere del gelso, infatti, è Morus, per Leonardo un’associazione con il nome dello Sforza, per me degli ottimi murun, i dolcissimi frutti della pianta.

Sedici alberelli di gelso circondano la pergola all’altezza dei montanti e sono destinati a creare una volta verde sopra la struttura. Quando le foglie cadono, l’installazione si apre a cielo aperto.

Il secondo progetto sono gli orti di CityLife, partner storico di Orticola che durante la mostra organizza lo spazio didattico dedicato a grandi e piccoli. Nell’orto adiacente a piazza Arduino si coltivano ortaggi e fiori ed è aperto ai cittadini per corsi specifici tutto l’anno. Oltre a utili consigli su come allestire un proprio orticello, si fanno simpatici incontri con coniglietti e singolari volatili (vedi foto).

Una gallina nell’orto di CityLife.

Informazioni di servizio

La mostra è aperta dal pomeriggio di giovedì 16 settembre alla domenica 19. Ricordate che i biglietti si acquistano solo online, per evitare assembramenti e che gli ingressi sono contingentati in base alle presenze del momento, quindi si potrebbe dovere aspettare.

Quando la mostra chiuderà i battenti, continuate a osservare la Natura in città, che non manca come sempre di stupire (e fiorire) in qualsiasi stagione.

Ai margini di un marciapiede, in pieno inverno, la Natura non demorde.

Testo e foto di Marina Beretta

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