Due giganti in viola e rosa (prima puntata)

Quando la primavera avanza e i ciliegi terminano di dare spettacolo, altri fiori si fanno avanti per arricchire la città di colori. In queste settimane di inizio maggio, non può esservi sfuggita la presenza di maestosi alberi che si sono tinti di viola, gli uni, e di rosa intenso o di bianco rosato, gli altri. Le grandi infiorescenze a pannocchia che vedete nella foto di copertina appartengono alla Paulownia e all’Ippocastano ed è di questi due veri e propri giganti buoni che parlerò in questo e nel prossimo articolo, perché ognuno di loro merita di esibirsi al meglio.

Fiori di Paulownia si stagliano sui grandi rami di un ippocastano, carichi di piramidi rosate. Piazzale Segesta.

La Paulownia, un albero di gran cuore

La Paulownia tomentosa è una pianta che stupisce. Innanzitutto per le dimensioni, monumentali nel suo pieno sviluppo, ma anche per il tronco che si diverte a prendere vie inconsuete, piegandosi in angoli impossibili e avvolgendosi su se stesso, fino a esplodere in una grande chioma articolata. E poi per le grandi foglie e forma di cuore, coperte di peluria e quindi “tomentose”. Infine per i fiori raccolti in corimbi a forma di pannocchia, che trasformano l’albero in un fuoco artificiale viola a metà primavera.

Una Paulownia monumentale in piazza Siena, protesa verso sinistra. La sua compagna, foto sotto, va esattamente nella direzione opposta. Tipicamente, le troverete in formazione di due con forme insolite ed elaborate.

Un gigante buono, che resiste al freddo, cresce velocemente e ha molte qualità. Le ampie pagine delle foglie cuoriformi intercettano tonnellate di anidride carbonica all’anno e sono preziose nella lotta allo smog. Il suo legno leggero è appropriato come biomassa e i fiori, oltre a essere molto decorativi, attraggono le api, insetti che stanno ritornando in città.

Un tronco di Paulownia, reclinato quasi a toccare il terreno, piega quasi ad angolo retto verso l’alto per portare i rami alla luce. Viale Aretusa.

Il grande albero del Castello

Se percorrete il perimetro esterno del Castello Sforzesco, vi capiterà di imbattervi in alcune Paulownie solitarie, che qua e là punteggiano gli ampi prati. Una di loro è forse la più caratteristica che ho incontrato a Milano. Si trova sul lato destro delle mura, guardando l’ingresso della Torre del Filarete e proseguendo oltre l’angolo dei bastioni.

La vecchia Paulownia del Castello, dal tronco tormentato.

Si deduce che è un albero antico e maestoso non tanto dall’altezza, ma dall’ampia circonferenza del tronco, segnato da stagioni e stagioni di chissà quali vicissitudini. Si immagina che nei recessi trovino tana alcuni piccoli animali, scoiattoli o ghiri. Insomma, un albero che non sfigurerebbe in un bel racconto di gnomi ed elfi.

Particolari del caratteristico tronco della Paulownia del Castello.

All’ombra di San Simpliciano

Spostandosi di poco, a lato della basilica di San Simpliciano in piazza Paolo VI, ecco altri due esemplari spettacolari di Paulownia. In questo caso a stupire sono l’altezza e la simmetria dell’andamento dei rami, che sembrano inscenare una danza preordinata.

A lato della basilica di San Simpliciano, i rami delle due Paulownie gemelle si esibiscono in un balletto di rami.

Quando fioriscono, il viola delle corolle si staglia sulle pareti color mattone e amplifica l’effetto di questa danza solare. Dal catino absidale della basilica, il cristallino coro degli angeli musicanti dipinti dal Bergognone intorno al 1508 accompagna con la sua musica e le tinte vivaci lo spettacolo naturale.

Una delle due Paulownie di San Simpliciano in fiore.

Macchie viola tra il verde

Come si presentano le Paulownie in altri contesti cittadini? Molto spesso compaiono come una sorta di elemento a sorpresa in mezzo ad altri alberi. In questo periodo Milano è vestita del verde dei moltissimi alberi che ormai hanno aperto le loro fronde e, in molti casi, sono già in seme. Non di rado, nell’infilata di rami e foglie monocolore (non è così, ma l’impatto iniziale è che i verdi siano tutti uguali) ecco spuntare il viola. Inconfondibile.

Tra gli alberi di una boscaglia a lato di via Crimea spuntano le corolle viola di una Paulownia. Impossibile non riconoscerla.

L’altro giorno percorrevo viale Caldara da Porta Romana verso Cinque Giornate e non ho potuto fare a meno di avere la stessa sensazione: tanti alberi verde smeraldo, verde oliva, verde scuro, verde verde verde… e ben due Paulownie a fare capolino in due punti distanti tra loro.

I fiori di Paulownia spiccano in modo deciso tra il verde delle foglie degli alberi vicini, in questo caso ippocastani.

Nuove tendenze

In effetti, fino a poco tempo fa la Pawlonia era intesa come albero solitario o al massimo accostato a un paio di altri esemplari, inserito in giardini e non previsto per alberare strade. Esplorando zone di recente riqualificazione, ho scoperto una nuova concezione dell’utilizzo di questo albero. Così, nel quartiere ricavato da ex poli industriali che va da via Bazzi a via Ripamonti lungo via Spadolini, ecco comparire le Paulownie a filare.

Due file di Paulownie costeggiano la via Erasmo da Rotterdam e proseguono sul lato degli edifici a sinistra.

La via Erasmo da Rotterdam termina ai margini del Parco delle Memorie Industriali, appunto, luogo che scopriremo per gli ippocastani e altre specie. La soluzione a viale è molto convincente sul piano decorativo e forse è stata scelta anche per le proprietà depuratrici dell’aria di questa pianta. Meno soddisfatto è il selciato, già dopo pochi anni in parte scalzato dalle poderose radici.

I fiori viola formano un gradevole contrasto con la linearità degli edifici adibiti a uffici.

A caccia di Paulownie

Spero che queste poche righe vi abbiano stuzzicato a cercare nella vostra zona questo albero, che decisamente si fa notare. Se invece l’avevate già notato chiedendovi chi fosse, ecco svelato l’arcano.

Buona ricerca!!

Testo e immagini di Marina Beretta

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