CityLife come non l’avete mai vista

Ai tempi della Fiera Campionaria era un’area recintata da mura e scandita da padiglioni in cemento, squadrati e severi, che veniva aperta solo ad aprile per l’esposizione e rimaneva silente per il resto del tempo. Poi le fiere sono diventate settoriali e spalmate su tutto l’anno, ma ancora la zona era riservata ai visitatori con biglietto. Infine, con gli anni Novanta, è iniziata la profonda trasformazione e abbiamo visto spuntare, tra polemiche e conferme, la struttura del Portello, la sfavillante Cometa del MiCo e il cantiere che avrebbe portato al complesso commerciale e residenziale di CityLife. Oggi i lavori sono (quasi) terminati e già da un po’ si può fruire di un piccolo parco. Vi propongo una passeggiata per scoprire che, tra torri, residenze e negozi, si dispiega un variegato microcosmo vegetativo, da godere in tutte le stagioni.

Chi l’avrebbe mai detto

Quando ero bambina e poi ragazza, le mura della Fiera erano un punto fisso della zona. Io vivevo dalla parte di via Monte Rosa e la mia migliore amica da quella di corso Sempione. Per raggiungerci in una casa o nell’altra bisognava aggirare il complesso e camminare a lungo, oppure prendere addirittura due mezzi pubblici. Nessuna di noi avrebbe mai immaginato che, a distanza di quasi quarant’anni, non ci sarebbe più stata questa barriera e che, abbattute le mura, la via tra di noi non solo si sarebbe accorciata, ma anche colorata di fiori e frutti.

I vialetti del parco sono circondati da arbusti che fioriscono per quasi tutto l’anno, da inizio primavera all’autunno inoltrato.

Architetture e verde

Una cosa è apparsa subito chiara, quando la vecchia Fiera è stata demolita. L’area che a noi bambini, ma anche poi adulti, sembrava così vasta, imponente e insormontabile non era poi così grande. Dieci minuti di cammino da un’estremità all’altra, che forse non si percepivano ai tempi della Campionaria, perché ci si fermava di continuo a visitare padiglioni. Destinarla totalmente a parco pubblico sarebbe stata una scelta oculata, perché come in ogni città il verde è prezioso.

La torre delle Generali, dell’architetta Zaha Hadid, valorizzata da un gruppo di Ginkgo biloba, dal caratteristico portamento a rami spiegati, per agitare nel vento le belle foglie a forma di ventaglio.

Così non è stato, ma tutto sommato non è andata male. Le torri e le residenze hanno un valore estetico evidente (che piacciano o meno) e sono ormai integrate nel quartiere, con scorci suggestivi dalle vie di avvicinamento. Possiamo quindi goderci questa passeggiata senza essere disturbati dalla loro presenza e apprezzare il fatto che, sul piano del verde, si denota una cura particolare per la varietà e la manutenzione delle piante.

L’incontro tra il vecchio e il nuovo in piazza Giulio Cesare: l’antica fontana circondata dagli edifici d’epoca anticipa la moderna vasca sul piazzale delle residenze.

Alberi al centro della scena

Da qui in poi niente più parole e ragionamenti, solo immagini di quello che potrete osservare se farete un salto in questo quartiere. Si comincia con gli alberi o, dovremmo dire, alberelli, perché naturalmente sono ancora molto giovani e di dimensioni ridotte. I rami della foto di copertina sono quelli di un piccolo olmo. Abituati come siamo all’imponenza di questa specie, restiamo piacevolmente sorpresi di conoscerlo in tenera età. Possiamo osservare da vicino come subito a primavera i rami sono avvolti da una profusione di verdissime samare, custodi dei semi. Insolita anche la presenza di un salice piangente, albero poco cittadino.

Salice piangente o Salix babylonica.

I ginkgo hanno un posto d’onore nel piazzale centrale, tra i due complessi residenziali, come si vede due foto sopra. Non poteva essere altrimenti, per questi alberi ancestrali, veri e propri decani del mondo vegetale, elegantissimi come altrettante dame che sventolano i loro ventagli. Sul lato delle residenze Hadid sono accompagnati da spavaldi aceri, caratterizzati da grappoli di semi alati e tipiche foglie a cinque punte.

Un giovane acero, da cui pendono le eleganti samare a doppia ala, pronte a portare i semi lontano sulle ali del vento.

Verso piazza Arduino

Dall’altro lato, lungo i vialetti che costeggiano le residenze Libeskind, è un susseguirsi di essenze di vario tipo, che fa piacere incontrare radunate vicine, a farsi compagnia. E così si passa tra frassini e pioppi

Il frassino si contraddistingue per le foglie composte e i semi alati hanno una forma simile, lunga e affusolata.

Le preziose foglie argentate e la corteccia chiara fanno del pioppo un albero pieno di luce.

querce e faggi

Diventerà imponente, questo è certo, ma per il momento questa quercia a “misura di bambino” ci offre uno scorcio ravvicinato delle sue foglie lobate, così caratteristiche.

Anche il maestoso faggio è qui nella sua veste giovanile; come non apprezzare le tenere foglie dalla consistenza cartacea e il margine delimitata da una leggera peluria.

ciliegi dai bianchi fiori che diventeranno gustosi frutti.

CityLife non fa eccezione: gli alberi danno i loro frutti. Da sinistra a destra, ciliegie, melograni e pomi selvatici, in successione da tarda primavera a fine estate e autunno.

In vista della Cometa del MiCo

Proseguendo sul lato sinistro del centro commerciale si incontrano altri alberi, principalmente meli selvatici (vedi foto sopra per i frutti) e melograni, che prima di fare i frutti si riempiono di fiori rosso fuoco.

Il gruppo di melograni in fiore.

Scostandoci dal percorso principale, si può scoprire un gruppo di scotani, gli alberi della nebbia, cosiddetti per le particolari fioriture che sembrano nuvole impalpabili, tanto che in inglese di chiamano smoke trees. Altrettanto caratteristica è la disposizione a cerchi sovrapposti delle foglie e il loro colore rosa intensa.

Le belle foglie dell’albero della nebbia.

Sempre sul lato MiCo, si trova l’orto, uno spazio recintato e coltivato con numerosi ortaggi, dove si tengono anche corsi e visite guidate.

Uno scorcio dell’orto di CityLife. Sullo sfondo, la famosa Cometa, la copertura lucente del centro congressi che precede il lungo edificio del Portello.

Arbusti profumati e colorati

Sono tantissime le varietà di arbusti utilizzati per delimitare i vialetti, impreziosire i parterre, creare aiuole profumate. Si denota cura negli accostamenti e attenzione nella scelta delle specie per far sì che vi siano fiori per almeno otto mesi all’anno. Sopra, nella seconda immagine, si può vedere come si presentano i percorsi per buona parte del tempo. Qui di seguito, alcuni esempi di piante che mi hanno colpito.

Sul viale principale lato Libeskind la siepe è composta da ligustri dai fiori candidi e profumatissimi, che inebriano il passante (a sinistra); nel vialetto secondario invece si nascondono ieratici arbusti di acanto (a destra), con le alte infiorescenze affusolate e le inconfondibili foglie che riconosciamo sui capitelli corinzi.

A costeggiare l’orto, tra le altre specie, queste belle e allegre ortensie a pannocchia resistono per molti mesi, per poi scaldare l’autunno con le grandi foglie rosse e brune.

Lunari, extraterrestri, le euphorbie sembrano pronte a far volare via i loro fiori come altrettanti dischi volanti. Da qualche tempo sono state scelte per decorare le aiuole cittadine. Come sempre, la natura non si ferma con la mano dell’uomo, ed ecco spuntare una piccola euphorbia “ribelle” in un angolo di prato incolto.

E per finire tanti fiori

Le rose la fanno da padrone, è indubbio, ma come abbiamo visto sono in buona compagnia per tutto l’anno.

Rose a profusione con una piacevole intrusione: una pianta di artemisia, qui nella specie da prato, cugina delle più nobili Artemisia genepi e Artemisia absinthium.

I giardinieri di CityLife non mancano, però, di stupirmi, come dimostra la presenza, qualche tempo fa, di queste astranzie rosa, varietà da giardino di un timido fiore che cresce nei boschi di montagna, abbastanza raro da osservare.

A sinistra, le astranzie di CityLife, a destra quelle fotografate in una delle mie esplorazioni sulle Alpi in cerca di fiori.

E sotto un arbusto, ben nascosta, un giorno è apparsa questa piantina che molto ricorda i myosotis. Anche la natura non manca mai di stupirmi.

Incontro finale

Bene, eccoci arrivati al termine della passeggiata. A seconda della stagione in cui la si fa, gli alberi cambiano veste (foglie, fiori, frutti, rami spogli), gli arbusti e le erbacee si alternano sulla scena, i prati riservano sorprese diverse. Per tutto l’anno, però, se avete sete, potete contare su Peter Coniglio.

Testi e immagini di Marina Beretta

 

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