Fake food: cibo che “sembra” ma non è!

Sempre di più, soprattutto in questi ultimi due anni, si sente parlare di quelli che vengono definiti fake food: altro non sono che alimenti che sembrano, ma non sono e che fanno ancora tanto, tanto discutere. Discussione che si anima, ovviamente, in ambiente vegetariano/vegan e tra le file degli onnivori. Ecco di cosa si tratta.L’ultima volta che ho fatto un pranzo da onnivora risale al lontano 2013 quando, nel giro di poco tempo, ho avvertito un fastidio, un’avversione fisica per tutte le proteine animali. 6 mesi difficili di adattamento e lotta e poi la decisione definitiva di affidarsi ad una nutrizionista per organizzare il nuovo menù da vegetariana.

Tralasciamo gli ostacoli sociali…
il sottile integralismo di chi non capiva (e tuttora non si spiega) o condivideva la scelta: la difficoltà maggiore è stata reperire le materie prime necessarie a stilare un menù che fosse anche appetitoso. Come sapete, avendo un blog di cucina, ho dovuto nel tempo modificare anche le pubblicazioni. Con tutto ciò i followers sono sempre aumentati e sono ancora li.

Un preambolo necessario… per un’evidente verità: i vegetariani e i vegani non cercano dei sostituti di ciò che mangiavano prima della “conversione”, ma più semplicemente vogliono evitare alimenti di origine animale. Riconosco che alcuni, freschi di transizione – passatemi il termine – sentono l’esigenza di trovare alimenti che ricordano la vecchia alimentazione ed ecco che la scienza e l’industria alimentare arrivano in soccorso e iniziano a produrre quelli che oggi chiamiamo “fake food”.

Quali sono i fake food
Dalla carne alle bevande che già ben conosciamo e usiamo, passando per dolci e salse; il panorama dei cosiddetti fake food è a perdita d’occhio e riesce a fornire «alternative» a moltissimi alimenti, anche ai più impensabili. Oltre agli alimenti, anche il settore delle bevande presenta numerose e valide alternative. Si tratta di un universo variegato e creativo.

Quella che segue è una divertente carrellata che non vuole “demonizzare o criticare” ma piuttosto elencare, informare chi ancora brancola nel buio degli scaffali, dei banchi frigo e degli e-commerce e chi ne sa ancora poco.

Inizio con il botto parlando subito del fake food per eccellenza: l’hamburger vegano. Le premesse da fare sarebbero infinite: la Impossible Foods e la Beyond Meat, si sono lanciate da tempo nel business della fake meat partendo dal simbolo più popolare: l’hamburger, che in America è consumato al vertiginoso ritmo folle di 50 miliardi di pezzi l’anno. L’intento era di proporre un’alternativa sostenibile e soprattutto vegana. La Beyond Meat è già disponibile in alcune hamburgerie milanesi quindi… scatenate la ricerca. In ogni caso non dobbiamo confondere questi hamburger o il competitor Unconventional Burger (a mio parere eccellente e reperibile al banco frigo di Esselunga) con gli “hamburger di verdura” che altro non sono che delle simil-crocchette.

Udite udite: anche i vegani e i vegetariani potranno mangiare le uova sode. È già in commercio l’uovo sodo prodotto interamente con ingredienti di origine vegetale, ma con l’aspetto e le caratteristiche di un uovo sodo di gallina. Si chiama vEggy e all’annuncio ha fatto subito discutere.

Altra novità che sta prendendo piede sono i piatti a base di “pesce vegano” o che ricordano i sapori del mare. Morbidi filetti di salmone 100% vegetale, a base di soia e grano, arricchito con alghe per conferire il gusto del mare. Lo so che siete increduli ma… sono già in commercio (soprattutto su e-commerce vegan). Ma come può considerarsi simile? I filetti di pesce sono prodotti partendo dai fiori del banano che, lavorati e processati, sono in grado di offrire un composto dalla consistenza del tutto simile alla carne del pesce.

Altro nodo cardine da sciogliere: il formaggio. Io faccio largo uso di formaggi vegan a causa di intolleranze al lattosio e devo dire che sono anche molto buoni. Non bisogna partire però dal presupposto di trovare il gorgonzola, il quartirolo o il grana padano esattamente replicato: rimarreste un pò delusi se non avete spirito di adattamento.

L’affettato italiano: un pilastro da reinventare. Personalmente ne ho provati diversi tipi per farcire piadine o focacce, ma pochi ancora mi soddisfano. In verità sono i primi alimenti che anni fa ho eliminato dalla mia alimentazione. Ho provato la mortadella, la bresaola, il roast beef, wurstel, il carpaccio… ma ancora non sono convintissima. Esistono però affettati a base di lupini, legumi vari, peperoni… non c’è limite.

Un alimento che risulta ormai parte del famoso “paniere” italiano è la pasta di legumi che risulta comunque appetitosa, nutriente perchè proteica e salutare.

E ancora: in commercio potete anche trovare la pancetta vegan nel caso vi mancasse la carbonara!

La mia curiosità in materia non ha limite quindi provo, sperimento, scelgo o escludo, mi confronto con altri consumatori che come me voglio trovare più varietà e alimenti sani.

Se poi volete dilettarvi in sperimentazioni, online trovate moltissime ricette per fare formaggi veg, affettati home made, hamburger e salse a impatto zero, senza ricorrere all’acquisto. Scoprirete che sono più facili da eseguire di quanto immaginate.

Stampare il cibo in 3D per sconfiggere la fame del mondo

Nella lunga ricerca fatta per questo articolo, ho trovato una pubblicazione dello scorso anno che così titolava: quel giorno non è ancora arrivato, ma la stampa in 3D degli alimenti sta facendo passi da gigante.  Ma qui siamo già ben oltre i fake food, forse più fanta food! Ne parleremo più avanti quando avremo più informazioni e strumenti per approfondire.

In conclusione: se vi va, provate le alternative vegetali, con la leggerezza che contraddistingue le persone intelligenti. Senza critiche sterili ma costruttive, nel rispetto chi ha fatto una scelta di salute, di necessità ma anche etica. E non è cosa da poco.

Spero di aver suscitato un brivido di curiosità ed interesse, vi saluto e vi aspetto sui nostri social!

Foto ©Unplash

 

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