Il coraggio del coniglio
Sull’olocausto, sul nazismo, si sostiene che si sia scritto tutto, visto tutto, elaborato tutto. Fosse vero allora significherebbe che tutto è ancora poco, almeno a giudicare da cosa accade, ancora oggi, accanto a noi. Qui ci pensa un ragazzino fanatico nazista, che però non ha il coraggio di uccidere un coniglio, a scardinare le liturgie e a reinventare la narrativa della shoah, spesso agiografica e commemorativa, da giornata della memoria. Quello che succede in questi 100 minuti abbondanti è un fuoco d’artificio di emozioni, colori, musica, follia, guerra e amore sapientemente condotto da un regista a me – e penso ai più – sconosciuto: Taika Waikiki. E che sia un regista neozelandese con metà sangue maori e metà ebreo a raccontare una storia del genere, la dice lunga sulla libertà di pensiero e di creatività che può averlo ispirato. Non ci voleva molto per trasformare una storia come questa in un pastrocchio di buoni sentimenti, dubbio umorismo e atmosfere alla moda. In JoJo Rabbit, invece, un dosaggio millimetrico di sacro e profano, una intelligenza lucida e coerente, un’empatia profonda e mai allentata, conducono in porto un film davvero significativo e tanto, tanto bello da vedere. Un film che vince, nel 2020, l’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale, dopo aver ottenuto ben sei nomination.
Aiuta, e non poco, un bravissimo Roman Griffin Davis (il dodicenne JoJo Rabbit) – citiamo solo lui e Scarlett Johansson nel ruolo della madre, per non far torto a nessuno degli altri intepreti, tutti assolutamente all’altezza.
Ma soprattutto va sottolineato il ruolo di una intelligentissima colonna sonora che crea un contrasto pervasivo e dissonante per tutta la durata del film, contribuendo a mantenere l’attenzione viva e a far sì che dal livello fiabesco non si debordi mai in quello onirico. Qui, ad esempio, uno straordinario Tom Waits che, con “I don’t wanna grow up” fa parte della colonna sonora (solo il brano ovviamente, non il video).
Si, è vero, questo è un film che mi è piaciuto. Forse si capiva… qui di seguito il trailer.