Il Rally degli Eroi. In gara, auto con una marcia in meno, piloti con tanta audacia in più.
Il Rally degli Eroi*, in cui ci si misura su percorsi estremi, è il banco di prova per chi ama la guida senza limiti. Altro che Fast & Furious. Io non ne sono assolutamente esperta, ma da quando un amico me ne ha parlato, sono rimasta impressionata, galvanizzata e soprattutto molto divertita. Vi spiego perché.
Eroi nonstop al volante.
Queste corse sportivissime furoreggiano in Lombardia così come in tutta Italia: come si sarà potuto immaginare dal nome/brand, sono molto più che semplici rally. Perché nel titolo di questo post ho affermato che hanno una marcia in meno? Perché si gareggia con auto a fine carriera, non superprestanti o megabolidi preparati dalle case automobilistiche: sono modelli normali, rielaborati per l’occasione dai partecipanti. Ecco perché si può dire che si tratta di sfide che vedono competere piloti e insieme meccanici.
E sono un vero concentrato di adrenalina, in cui i temerari partecipanti (categoria piloti dilettanti) si sfidano fino a 24 ore di seguito con auto appositamente elaborate per affrontare ogni specifico percorso di gara. Gli equipaggi sono composti solitamente da 2 membri alla guida in su: quando il team è articolato, è comodo suddividere il percorso e la fatica tra piloti, con cambi liberi. Ne ho parlato con il mio amico Fabio Prestianni, che nella vita di tutti i giorni è un Direttore Creativo pubblicitario. Con i suoi compagni d’avventura fa fieramente parte dell’Equipe Primotors: i due fratelli Carlo e Dario Colombo titolari di Primotors Srl, concessionario e officina Opel. Dario è un fotografo sportivo. Luciano Calini titolare di Calini Srl Azienda di verniciatura e Giorgio Armani (omonimo del famoso stilista), titolare di GFB GROUP Srl che opera nel settore della meccanica. E sì, mi hanno confermato che queste imprese sono effettivamente eroiche ma soprattutto davvero divertenti.
Supertosti, superfurious.
In effetti i percorsi fanno tremare i polsi, questa l’impressione che mi sono fatta grazie alla testimonianza di Fabio. Gli sterrati sono il minimo sindacale, se si pensa che si corre sui campi di gara di motocross e moto enduro, piste per fuoristrada, drafting, gokart con le sue curve strettissime, e poi mulattiere, boscaglie… senza contare difficoltà e imprevisti no limits, come neve, pioggia, buio, polvere, caldo bollente, fango, sabbia, sassi, pietraie e guadi in corsi d’acqua. Sconti zero, insomma.
Certi percorsi sono talmente accidentati – mi spiega Fabio – che può persino succedere che già alle prove l’auto dia forfait: anche i piloti più esperti talvolta si vedono costretti a mettere la macchina sul carro attrezzi e tornare a casa ancor prima della gara. Può capitare persino che le auto in panne vengano recuperate dall’organizzazione dell’evento con dei fuoristrada o addirittura dei trattori!
E ancora, se ci si deve fermare per un pit stop? Scordatevi i box della Formula Uno, che includono anche gran belle figliole: qui anche le soste sono roba da guerrieri. Ci si ferma sull’erba, o su uno sterrato, e ci si sdraia sotto la macchina nel fango, per una riparazione, un cambio gomme.

INSOLITI PIT STOP
Proprio come diceva John Belushi, quando il gioco si fa duro…
Ingraniamo le storie.
Vi assicuro che è proprio entusiasmante ascoltare i racconti di Fabio su queste epiche competizioni. In testa a tutti l’impresa riguardante l’ultimo Rally degli Eroi a cui ha partecipato con la sua squadra: il percorso è stato così provante che Fabio ha portato a termine l’ultimo giro cercando di imporsi sul volante che viveva di vita propria, con in più il servosterzo distrutto e soprattutto un pneumatico lasciato in pista.

FABIO KING OF TIRES
In sostanza, il finale di gara è stato percorso sul semplice cerchione! Il tutto per portare a casa l’ultimo giro che avrebbe fatto conquistare al team il 3° posto sul podio.
Pensate che in un’altra occasione si sono rotti i supporti motore (anche chi non è esperto, può dal nome intuirne l’importanza). Non c’è da meravigliarsi: la gara richiedeva 24 ore in corsa su piste da motocross e da enduro, con un’infinità di buche e salti. Il motore dell’auto dell’Equipe Primotors era diesel e pur offrendo notevoli performance, era “fisicamente” molto pesante. Con un percorso così accidentato i supporti motore si sono rotti per ben 3 volte e sostituiti per 2. Finiti i ricambi, pensate che anche gli Eroi abbiamo abbandonato la gara? Neanche per sogno. Uno dei concorrenti ha quasi attraversato la Lombardia di notte per tornare in officina, smontare i supporti motore da un’altra auto, riguadagnare il luogo della gara, e rimontare i supporti sulla macchina. La competizione è stata portata a termine. Ma a fine corsa, e per sempre, sono giunti anche i benedetti supporti. Infine, in un altro rally, le vetture dovevano attraversare un passaggio molto stretto tra due piante: tutte le macchine più larghe e corpose sono tornate a casa con le fiancate ammaccate e gli specchietti rotti. Ora sapete davvero perché i partecipanti (che superano un determinato numero di giri) possono fregiarsi ufficialmente del titolo di Eroi.
Auto a tutta grinta.
Ma queste auto messe a durissima prova, sono realizzate ad hoc dalle case produttrici? Assolutamente no, se si parla di marca o modello. Può per esempio partecipare una 500 Fiat preparata appositamente per la gara, così come una BMW che ha parecchi cavalli. E grazie alla perizia e all’audacia dei piloti, la prima può serenamente sbaragliare la seconda. L’unico requisito insindacabile è che ogni vettura abbia SOLO due ruote motrici e non sia né un SUV né un cabrio. Poi, seppure entro determinati limiti, può essere modificata liberamente. È necessario inoltre che le macchine siano silenziate per evitare rumori assordanti: ma provate a immaginare i campi di gara sopra descritti. È facile che la marmitta venga praticamente subito danneggiata, con evidenti conseguenze sonore. Parlando di queste auto da competizione entra in gioco una parte appassionante: avete presente quei programmi stile RealTime in cui automobili vecchie, chiamiamole pure catorci, vengono magicamente trasformate e diventano nuovamente dei bolidi? Ecco, io mi sono fatta un’idea di questo tipo. L’Equipe Primotors, per esempio, nei tempi più recenti si è avvalsa di una Opel Astra 2000 benzina, elaborandola e creando un assetto diverso a seconda del genere di gara.

EROICA TRASFORMAZIONE
Tale operazione è di certo una parte fondamentale di queste avventure, perché lascia l’impronta tutta personale di una squadra, del suo carattere, del suo modo di partecipare “eroicamente” alla gara.
La squadra è il grande acceleratore.
Alla faccia dei team building, quelle imprese di gruppo tanto di moda prima della pandemia Covid 19, a cui prendevano parte le risorse umane aziendali per esercitare e costruire il gioco di squadra al di fuori del contesto professionale. In queste corse sfrenate (direi in senso letterale) credo che l’amicizia e il supporto reciproco rappresentino il carburante più propulsivo. Io mi figuro il tutto un po’ come i buddy film: avete presente? Sono quelle storie cinematografiche in cui l’amicizia è il tema portante dello storytelling, di solito tra persone appartenenti allo stesso sesso. Quindi tanto mutuo sostegno e divertimento a chilometro lanciato.
Sul sito ufficiale addirittura è presente una foto sulla quale campeggia questo claim “Rally degli Eroi is for men”: bando a inutili recriminazioni su discorsi di “genere”, penso che in effetti queste avventure siano in grande sintonia con il carattere maschile, e rappresentino un modo di essere e sentirsi, seppure mi sia stato riferito che spesso tra i partecipanti non manchino i team al femminile.
Di più, Fabio mi ha raccontato di una pilota tanto temuta al punto che nessuno si lanciava al sorpasso. Ci voleva il Rally degli Eroi per far assumere al celebre proverbio “donne al volante pericolo costante” un nuovo significato. Infine, la sportività è di famiglia: prima del Covid19, i partecipanti di molti team si presentavano con tutti i familiari al seguito. Creando tra l’altro grandi momenti di convivialità.

FAMILY FANS.
E c’è di più: è stata persino assegnata una coppa alle mogli dei piloti dell’Equipe Primotors che si sono qualificate al primo posto in fatto di pazienza.

COPPA ALLE MOGLI E ALLA LORO PAZIENZA.
Se volete seguire queste corse emozionanti o se addirittura volete prendervi parte, trovate il link al relativo sito più sotto. Personalmente non ho mai visto da vicino un Rally, ma sarei prontissima ad assistere a una di queste prove scatenate, tenendo fede a un altro claim che appare sul sito: “Viverlo non è come sognarlo”. Ne sono certa: vivendolo, mi divertirei moltissimo. Ma a bordo campo.
*A organizzare la competizione è Roberto Cattone, dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Latitudini, come si può leggere ampiamente sul sito:
https://www.rallydeglieroi.it/
I siti e i riferimenti dei partecipanti, citati nel testo:
https://www.facebook.com/primotorssrl
www.gfbgroup.it
Testo di Cristiana Palmigiano