I film irresistibili che ci fanno sognare di poter tornare indietro.

Nei film, irresistibile sembra essere la spinta a guardarsi indietro (e dentro), forse nel tentativo di cambiare il proprio destino, un attimo della nostra vita, un incontro… insomma, si tratta in qualche modo di viaggiare nel tempo. Un tema riproposto in una commedia francese che ho molto amato e che è apparsa al cinema a Milano e nelle altre città italiane, giusto prima del lockdown di primavera. E che ora è disponibile su una piattaforma digitale: studiamo allora insieme qualche titolo cinematografico, che in questo periodo possiamo trovare appunto sui servizi in streaming più gettonati, per “evadere” un po’, almeno con la fantasia.

Chissà, forse proprio quest’anno così complicato e inaspettato, quella voglia un po’ nostalgica di voltarsi indietro, di prendere magari un’altra direzione, può essere venuta in mente a molti: di certo il cinema la pratica da sempre, spesso con risultati interessanti e avvincenti. Ecco alcuni esempi che, come dicevo, suggerisco di guardare o riguardare in questo periodo di festività.

L’epoca bella della nostra vita

L’idea mi è venuta quando sulla piattaforma Sky ho potuto rivedere pochi giorni fa una recentissima commedia francese molto riuscita, a parer mio: “La Belle Époque”, sottotitolo “E se potessi rivivere il giorno più bello della tua vita?”.

Per chi non lo conoscesse, questo film NON parla assolutamente del periodo storico/artistico a cui si riferisce il titolo, ma di un bar e più in particolare, di un anno – il 1974 – della vita del protagonista a cui è stato molto legato. E che ha occasione, in un modo molto, molto originale, di rivivere. Una bella epoca per lui (il bravissimo Daniel Auteil), insomma. Ma in generale si parla della bella epoca dei sogni giovanili, ricca di ideali, amore, prospettive e speranze. Che la vita poi, nel suo scorrere, dirotta e spegne poco per volta. Ma attenzione, io sono forse la più grande sostenitrice universale del proverbio “Meglio viver di rimorsi che di rimpianti”, quindi il tema su cui mi sto concentrando alla fine è questo: viaggiando a ritroso nel tempo, è davvero possibile o ancor più, desiderabile, cambiare il nostro destino?

Riprogrammando il destino

Questo e gli altri film che citerò e che mi permetto di consigliare come un buon passatempo, sostengono proprio il contrario: i nostri passi sono guidati sì dal fato, in buona misura, ma poi è la nostra natura a farci scegliere una strada, una persona, una professione… come se in fondo, pur con un bilancio non sempre soddisfacente, fosse imprescindibile per noi fare ciò che abbiamo fatto. Scegliere quello che abbiamo scelto. Essere quello che poi siamo. Il passato agognato e vissuto con nostalgia fa così posto al presente, che in fondo ci rappresenta, con tutte le sue luci e ombre.

Direi di indirizzarci a questo punto su Netflix per goderci uno dei capolavori di Woody Allen, “Midnight in Paris”: nella capitale francese, ogni sera a mezzanotte il protagonista americano in visita in città, si ritrova catapultato nella Parigi degli Anni Venti con tutto il suo fermento culturale. Questo viaggio temporale consente al personaggio di evadere dalla banalità quotidiana, rifugiandosi in un’epoca apparentemente e artisticamente insuperabile: ma senza sottoporvi eccessivi spoiler, la morale insegnerà che l’età dell’oro è quella che ognuno di noi sta vivendo, soprattutto se ne fa un’esperienza consapevole. La prova del nove è semplice: tale età dell’oro è per ciascuno di noi differente, proprio per come la immaginiamo e concepiamo, mentre è nel nostro presente che possiamo lasciare la nostra impronta unica e irripetibile.

Crononauti, a spasso nel tempo

Sempre su Netflix, da non perdere una commedia che ormai è un classico del genere: “Questione di tempo”, con l’adorabile e impagabile interprete inglese Bill Nighy. In questa storia il protagonista scopre di avere lo stesso dono di tutti gli uomini della sua famiglia: stringendo i pugni in un luogo chiuso può fare un balzo indietro nel passato, modificare un evento e tornare al momento presente. Eh sì, tra cuci e ricuci, correzioni e rattoppi temporali esilaranti, la morale è quella che si ripete in questo post: non c’è niente di meglio di vivere la vita per come ci viene incontro, secondo la nostra personalissima natura.

Anche nella famosissima trilogia “Ritorno al futuro” – film simbolo del viaggio nel tempo – sempre presente su Netflix, tutti ricorderanno che pur dando qua e là dei ritocchini al proprio destino per avere un passato o un futuro migliore, il simpatico protagonista si ritrova sempre al punto di partenza: il suo presente.

Firmato dal grande Christopher Nolan, specializzato oserei dire nelle epiche dimensioni spazio-temporali con cui racconta vicende o rilegge persino la storia (come nel mitico “Dunkirk”), è Interstellar, da vedere sempre su Netflix. Un autentico kolossal fantascientifico, che narra una missione di sopravvivenza a favore dell’umanità in cui il protagonista e il suo team vanno alla ricerca di un warmhole vicino a Saturno per scoprire altre galassie dove trasferire la razza umana ridotta alla fame. E si tratta, appunto, di un superbo viaggio spazio-temporale.

 

Riabbracciarsi

Leggero ma delizioso è un film meno noto tra quelli del geniale Francis Ford Coppola: “Peggy Sue si è sposata”, personalmente lo ricordo con grande piacere (oggi però non appare su nessuna piattaforma ufficiale di film in streaming). Questa donna, interpretata da una bravissima e giovane Kathleen Turner, rivive un periodo cruciale del suo passato giovanile, scoprendone piacevolmente l’ineluttabilità: non mancano trovate e battute brillanti e una piccola chicca che trovo gradevolissima. Peggy Sue tra le varie peripezie, ha pure l’occasione di rivivere momenti intimi e toccanti con i nonni, che nella sua vita adulta sono mancati già da anni. A chi non farebbe piacere poter tornare indietro e incontrare, parlare, riabbracciare le persone più care ormai scomparse?

Quell’assassinio non s’ha da fare

Sarebbero moltissimi i film che restano da citare, ma viro su una miniserie che vorrei annoverare tra le opere che ben trattano questa tematica: la trovate su Sky ed è “22.11.63”, ispirata al romanzo di Stephen King. Considerata da molti imperfetta, ritengo rappresenti un avvincente viaggio nel tempo che porta il protagonista alla data in cui il presidente John Fitzgerald Kennedy è stato assassinato a Dallas (e che dà il nome alla serie stessa). Il personaggio scopre una porta spazio-temporale che gli permette di accedere all’ottobre 1960, in altre parole, cerca di concretizzare la speranza di prevenire l’omicidio di JFK, assicurando un mondo migliore (resta comunque un punto di vista!).

Vi invito a vederlo e a scoprire tutte le conseguenze di ogni azione che viene compiuta nel passato. E come dice l’amico che l’ha introdotto in questa dimensione (e che si ripete un po’ in tutti i film citati e non) “Al passato non piace essere cambiato”. Questa quindi sembra configurarsi come la morale definitiva: forse non è al passato che non piacciono gli aggiornamenti. Perché anche tornando indietro nel tempo, pur a bordo di rimpianti, rimorsi e/o nostalgie, immancabilmente la nostra natura vince su tutto, riproponendo la famosa “coazione a ripetere” di stampo psicoanalitico, cioè lo slancio a vivere “quella” esistenza e non un’altra, e a lasciare nella nostra storia personale un’impronta digitale insostituibile.

 

La scena del ritorno dai nonni in “Peggy Sue si è sposata”, trovata solo in lingua originale.

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