Il Natale a casa MaQ

Quest’anno, più d’ogni altro, a Natale ci verrà a mancare la possibilità di incontrare parenti lontani, amici; ma anche lo shopping compulsivo e quello dell’ultima ora, le cene aziendali pre-festività, lo scambio dei regali, gli abbracci. Anche noi della redazione purtroppo non ci incontriamo fisicamente tutti insieme da lungo tempo, pur mantenendo il contatto virtuale. Colgo quindi l’occasione per avvicinarci a chi ci legge ogni giorno e raccontare il MaQ-Natale della Redazione.Normalmente o stranamente, le idee per i miei articoli su MaQ arrivano un pò per ricerca sui trend oppure per casualità, o alla guida, di ritorno dal lavoro. Questa in particolare nasce da una necessità negata: non riuscire a vederci per una rilassata e piacevole cena di redazione pre-Natalizia; ergo niente abbracci ne baci… E visto che di base sono una sentimentale, ho pensato che si potesse “compensare” raccontandoCi e raccontandoVi come abbiamo passato o passeremo il Natale tra rituali, ricette tipiche, usi e costumi… l’occasione giusta per farci anche conoscere!

Il mio Natale… Mariangela Marchesi
Sant’Ambrogio e Immacolata a parte, che passo in genere a fare shopping a Milano e ad addobbare casa mia… la Vigilia di Natale… da 10 anni la festeggio a modo mio: Pizza home made, Guinness gelata, patatine e “Una poltrona per due“.

Il 25 dicembre, S. Natale, caffè della moka, frolla alla cannella, mattina, a letto, apertura regali, Michael Bublè in loop, giro di telefonate per gli auguri e gatti che corrono a perdifiato per la casa, giocando con i nastri. Negli ultimi anni, il pranzo si è svolto a casa di mio fratello con menù standard, uguale ogni anno salvo piccole variazioni.

Antipasti misti vegetariani (fatti da me) e per onnivori, rotolo di sfoglia fresca ricotta, spinaci e fiumi di burro e salvia (suocera di mio fratello), insalata natalizia (fatta da me), un piatto di carne (suocera di mio fratello), un contorno di verdura cotta (io), ananas, dolci, frutta candita, tartufi e torta natalizia degna di una pasticceria stellata (merito di mia cognata Elena). Vino, brindisi… e apertura dei regali tra nastri e abbracci. Il 26 dicembre, Santo Stefano, in genere si sceglie di prendersi una pausa dalla cucina e si pranza al ristorante di fiducia, in numero ristretto.

Silvia, gli anolini e il Natale di casa Castiglioni-Lodi
Silvia Castiglioni, pochi giorni fa mi ha raccontato il suo Natale, che unisce a filo doppio Milano e Zibello (Emilia) grazie alle origini del marito. “Nei giorni scorsi è partita la tradizionale preparazione anticipata degli anolini a casa di Nonna Ariella (un pò la guest-star delle feste): 300 anolini… 15 a testa… Partiamo dal presupposto che il milanese doc non festeggia la Vigilia con cene opulente… come si pratica in altre regioni. Ma, grazie a questa “contaminazione” regionale il 24 dicembre è diventato, per la mia famiglia, “di magro” ovvero a casa di Nonna Ariella mangiando pisarei, pomodoro e funghi.

Il 25 dicembre, giorno di Natale, è dedicato all’apertura dei regali e al pranzo per eccellenza scandito da antipasti misti, giardiniera, patè, insalata russa, crostini al salmone (ho un dejavu con casa mia)… ravioli freschi con brodo di cappone o burro e salvia, tacchino arrosto (portata che negli ultimi anni è stata un pò escluso dal menù), panettone. Santo Stefano… la mia famiglia si sposta nuovamente a casa di Nonna Ariella che ci servirà i suoi anolini di Zibello* (ma senza carne), naturalmente in brodo”.

Il Natale senza Babbo Natale di Cristiana Palmigiano
“Con un titolo così, si può pensare che sia cresciuta in un orfanotrofio. Per mia fortuna ho avuto un’infanzia molto serena, in famiglia. Ma… con poco senso del Natale. Va detto per cominciare che non avevamo parenti nella nostra città, mio fratello ed io essendo frutto di un felice incrocio tra una triestina e un palermitano “trapiantati” a Milano. Con tradizioni assai diverse. Insomma, alla fine, dai miei 6 anni in su, partivamo prima delle feste per recarci in montagna a sciare soggiornando in un albergo con amici. Qui il Natale era un po’ slavato e non avevamo l’abitudine di scambiarci molti doni. MA. Come in ogni storia, un MA c’è di certo!

MA quando ero ben più piccina, infatti, il Natale si festeggiava in modo classicissimo, cosa che abbiamo poi ripreso a fare quando siamo diventati molto più grandi, quando mio fratello e io siamo diventati genitori, festeggiando così con i nostri bambini. Ma… torniamo ai primi anni della mia vita. La cosa in cui non credevo era Babbo Natale… ma non perché fossi così smart ed evoluta da aver capito il candido inganno, semplicemente perché mi era stato detto che i doni li portava Gesù Bambino. E io mi ero costruita una storia iper razionale: Babbo Natale era destinato ai bambini che vivevano in una casa con camino. Io non ne avevo, ma Gesù Bambino, ben famoso per i miracoli, era capacissimo di passare attraverso la doppia vetrata del salotto, lasciandomi i regali richiesti (beh, in quegli anni non venivano accontentati tutti i desideri!).

La nostra amica Mariangela ha chiesto poi delle ricette del nostro Natale, e non mi vergogno di dire che non ricordo nulla di particolarmente speciale. Visto che invece, una volta arrivata mia figlia, il Natale era diventata una ricorrenza super (doni a profusione, soprattutto), più di una volta si è pranzato a casa mia. Tuttavia permaneva l’assenza di una tradizione gastronomica tutta nostra.

Oggi ho chiesto a mia figlia lumi e mi ha ricordato che facevo spesso uno sformato di riso che non amava per niente, mentre era rimasta estasiata da una semplice faraona al cartoccio. Però, mi ha detto, “l’hai preparata una sola volta”! Quindi, che dire, Natale senza Babbo Natale, pranzo con una sola faraona, ma nella sua semplicità, resta una ricettina “faraonica”. E ve la dono con piacere!”

Il Natale del più milanese dei siciliani: ErreErreArchitetto

La famiglia del nostro Robert abitava a Palermo, dove il padre lavorava presso l’azienda SNIA VISCOSA. Il ricordo più bello della sua infanzia era collegato sicuramente al fatto che l’azienda del padre regalasse un pacco natalizio gigante per ognuno dei figli dei propri dipendenti. Ed ecco che lui e le sue sorelle andavano entusiasti e felici a ritirarlo. La ricetta tipica di questo momento felice, tra le tante di casa Ribaudo, era sicuramente quella delle arancine di riso al burro, a base di riso giallo, formaggio tipo caciocavallo, pezzetti di prosciutto all’interno, passate nell’uovo sbattuto e pangrattato e poi fritte nel burro. Le varianti di questa golosa specialità siciliana sono innumerevoli (sul web nel troverete moltissime) ma tutte goduriose.

Natale “di grandi numeri” in casa Beretta-Dragoni
“Pensate a 4 fratelli da una parte e 2 dall’altra. Ai loro 8 figli e, più di recente, a 13 figli dei figli, dai sedici anni a un anno. Capirete che il Natale è una sorta di grande evento che richiede grande preparazione. Il mio contributo, tra l’altro, è quello di riunire i piccoli (succedutisi nelle varie generazioni) e preparare i biscotti, che poi si gusteranno nei pranzi e nelle cene, che iniziano il 23 e terminano il 26, in più sedi. A Sant’Ambrogio la 1a sessione di cottura, per preparare i biscotti che decoreranno gli alberi di Natale nelle varie case. Quasi mai questi arrivano fino a Natale, per golosità dei bimbi e, nel mio caso, dei cani di famiglia, autori di furti notturni dai rami decorati. Così la 2a sessione avviene il weekend prima di Natale.”

Nella foto la Mascotte della Redazione, Rover, e il suo consiglio legittimo: NO ai botti, SI ai biscotti!

Il dolce Natale a casa di Massimo Molteni
Ecco il racconto del nostro autore Massimo: “In casa nostra il lockdown natalizio è prassi consolidata. Da sempre la giornata è dedicata al rilassamento tra le mura domestiche. Massima trasgressione negli anni passati un amico o un cinema nel pomeriggio. Anche la cucina viene lasciata un po’ in disparte, a vantaggio del riciclo della cenetta della vigilia.

Unica eccezione una preparazione semplice, godibilissima e poco impattante come lo strudel fatto con la pasta matta che arriva a spodestare Sua Maestà il Panettone. Una ricetta davvero alla portata di tutti, che si realizza in pochi minuti. Tenete poi conto che la pasta matta funziona per dolci e salati, per cui dai fagottini di mela alle torte salate di ogni tipo e misura potete operare con una base totalmente vegetariana, con pochissimi grassi pur essendo croccante e saporita, e che si può farcire a piacimento.”

Qui di seguito trovate, ovviamente, le ricette che amiamo e vogliamo condividere con chi ci legge.

I nostri migliori auguri di Buon Natale e Felice (si spera) Anno Nuovo per tutti!

Frolla di Natale alla cannella a questo link

Anolini di Nonna Ariella
Per la sfoglia: 500 g di farina 00, 5 uova intere fresche, 1 pizzico di sale.
Per il ripieno: 1 cucchiaio e 1/2 di pane grattato, una buona grattugiata di noce moscata, 1 pizzico di sale, 1 mestolo di brodo, 6 uova intere e 500g di grana grattugiato.

Procedimento: per la sfoglia si procede facendo la classica fontanella di farina, creando con le mani un “cratere nel centro” inserendo le uova che man mano vengono battute con la forchetta e incorporate alla farina. La preparazione è lunga, faticosa e rigorosamente eseguita a mano per più di 30′. Il risultato di una sfoglia sottile ma uniforme. Si lascia un pochino riposare… Si tira la sfoglia bella lunga e si divide in due “teli”. Si dipone n cucchiaino di ripieno ad intervalli regolari; si copre tutto con il secondo telo e con l’aiuto di un taglia pasta tondo di 3/4 cm di diametro si ricavano questi anolini. Si possono congelare e cucinare il giorno di Natale con un buon brodo di cappone.

Biscotti di Marina
300 g di farina 00, 120 g di burro, 150 di zucchero, 2 uova, 1 pizzico di sale. Il divertimento sta nell’impastare, nella gioia di immergere le mani e creare la pasta.

Le varianti sono molteplici.
Si può dimezzare la quantità di farina 00 e usare, per l’altra metà, farina di mandorle, di marroni o altri gusti; è possibile aggiungere zenzero (per un’interpretazione casalinga del pan di zenzero) oppure granella di nocciola, polvere di cacao e così via. Ci sono anche versioni con lo yogurt al posto del burro o senza uova, da sostituire con agar agar o burro di arachidi. L’ultima parte del divertimento è avere a disposizione una discreta gamma di stampi con tutti i possibili soggetti natalizi e molti altri. Prevedete lo spazio per un forellino e un po’ di cordoncini colorati per appenderli all’albero.

Faraona al cartoccio alla Palmigiano
Ingredienti: una faraona di circa 1 kg (già pulita meglio), 100 g di pancetta, 1 rametto di rosmarino, 4-5 grani di pepe, ginepro 4-5 bacche, 1 rametto di salvia, 2 foglie di alloro, 1 pizzico di sale fino.
Procedimento: cominciate con lo scaldare il forno impostandolo su 200°C. Tritate finemente tutti gli aromi e le spezie. Passate la faraona già spennata e pulita sulla fiamma per la strinatura. Lavatela, asciugatela e inserite al suo interno 1/3 del trito che avete preparato. Con ciò che resta strofinate la faraona su tutta la superficie esterna. Salate e pepate a piacere. Preparate un ampio foglio di carta in alluminio; sulla base ponete la pancetta, posizionate la faraona proprio sopra e ricoprite con la restante pancetta. Sigillate bene il cartoccio, sistematelo in una teglia capiente e cuocete in forno per un’ora.

Strudel di mele con pasta matta
Ingredienti per la pasta matta: 120 g di farina 00, 3 cucchiai di olio evo, 1/2 bicchiere d’acqua, 1 pizzico di sale.

Procedimento: Amalgamate con cura gli ingredienti fino a ottenere un impasto omogeneo e morbido. Formate una pallina e lasciate riposare (coperto) in frigorifero per 10′.
Stendere la pasta direttamente sulla carta da forno, nello spessore desiderato. Per lo strudel bisogna ovviamente ottenere un rettangolo che andrà poi avvolto sul ripieno.

Ripieno per lo strudel:
2 mele/pere (anche 1 e 1), di grandezza media, pinoli a piacere, uvette a piacere, biscotti secchi circa 8 (addolciscono il ripieno e assorbono l’umidità in eccesso), cannella (se piace), 1 cucchiaino di zucchero di canna.

Procedimento: pulire e tagliare la frutta a tocchetti (se biologica non occorre sbucciare); aggiungere le uvette precedentemente ammollate e lavate in acqua tiepida, pinoli, i biscotti sbriciolati grossolanamente, lo zucchero. Amalgamare il tutto.

Stendere il ripieno al centro del rettangolo di pasta e “rimboccare” i lati che devono sovrapporsi abbondantemente nella parte superiore. Le estremità dello strudel rimangono aperte. Cuocere in forno statico precedentemente riscaldato a 185° per 35′-40′. Una volta cotto può essere spennellato in superficie con una diluizione di acqua e malto per renderlo più lucido e piacevole alla vista.

©Pexell – Unsplash – CucinaCre-attiva – Marina Beretta – Alberto Lodi – Massimo Molteni

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