Burri alternativi di frutta secca o semi: come usarli in cucina
Oggi più che mai, la frutta secca è un grande ed importante alleato per la nostra salute e rappresenta una buona dose di energia per il nostro corpo: in questo articolo scopriremo insieme perchè è consigliato inserirla nella nostra dieta quotidiana anche sotto forme alternative e molto attuali. Tutti voi ricorderete, forse più la “quota rosa” dei nostri lettori, il film “Vi presento Joe Black” dove l’affascinante e pseudo “diabolico/naif” Brad Pitt si gustava un cucchiaio di burro d’arachidi, mai assaggiato prima di allora…
Storicamente, il burro di arachidi nasce nel 1890 per mano di George A. Bayle jr., un farmacista americano. È addirittura riconosciuta una ricetta tradizionale, che solo rispettandola rigorosamente si potrà parlare infatti di vero peanut butter: la crema dovrà contenere almeno il 90% di arachidi.
Un cucchiaio di burro di arachidi contiene circa 200 calorie.
Mi direte: “Cosa!!??” È un bel numero ma, c’è un ma: bisogna precisare che grazie al suo alto contenuto di grassi può aiutare a raggiungere più in fretta il senso di sazietà, consentendo di mangiare meno, senza faticose privazioni. Quindi in modeste quantità… goduria assicurata.
I benefici per il corpo e per la mente della frutta secca
In una sana ed equilibrata alimentazione non dovrebbero mai mancare: carboidrati, proteine e fibre ma anche i grassi quelli classificati come “buoni” hanno la loro importanza. Oltre ad essere indicata come elemento essenziale in diverse diete, la frutta secca è fondamentale in gravidanza, in quanto è molto utile allo sviluppo del sistema nervoso del feto. Bisogna comunque fare attenzione a mandorle, nocciole, noci e anacardi per la loro tendenza (nei soggetti sensibili) a sviluppare allergie.
Fantasia nelle alternative
Detto ciò, non esiste solo il burro di arachidi: ci sono anche i burri di mandorle, di nocciole, di anacardi o di semi di sesamo e di girasole. Possono essere facilmente realizzati in casa con l’ausilio di un frullatore potente, e di tempo e pazienza per frullare la frutta secca a più riprese per non surriscaldare le lame e di conseguenza rovinare la materia prima. Ci vuole tempo ma una volta realizzata la crema, si conserva a lungo.
I valori nutrizionali sono identici a quelli della frutta secca e dei semi. Quindi la porzione è la stessa ( circa 30 g da consumarsi 1-3 volte a settimana per gli onnivori; anche tutti i giorni per latto-ovo vegetariani e vegani) ed è una buona fonte di calorie, proteine e grassi poli-insaturi.
Ma come possiamo consumarli?
Gli usi sono molteplici. Come burro sul pane tostato uniti ad una quota di zuccheri come marmellate, frutta fresca o miele. Aggiunto allo yogurt bianco (specialmente quello di mandorla o nocciole) lo rende subito super goloso. Unito ai frullati di frutta rende più consistente ed aromatico l’assaggio. Unire la crema di semi di sesamo, la tahina, a preparazioni salate come l’hummus di ceci dona un’accento personale a questa crema tradizionale.
Come si conservano?
Queste creme/burri di solito si conservano in frigorifero per conservarli più a lungo ed evitare l’ossidazione.
Una grande varietà: anacardi, mandorle, noci…
Burro di mandorle: tra tutti quelli ottenuti da frutta secca, il burro di mandorle è considerato il più salutare per il maggior apporto di vitamina E e ferro. E poi, è davvero un’ingrediente stupendo sia per torte che frullati.
Crema di anacardi: ha il contenuto calorico più basso. Ricco di vitamine, proteine e grassi insaturi, ha un grande impatto sulla crescita muscolare e sul tono della pelle.
Burro di noci: grazie a questa preparazione, meno nota delle altre, ci assicuriamo la dose quotidiana di acidi grassi omega 3.
Detto ciò, vi lascio una ricetta che si realizza in poco tempo, (10′) e con grande facilità:
Burro di mandorle:
- 250 gr di mandorle sgusciate
- 1 cucchiaino di olio extravergine d’oliva
- 1 pizzico di sale (facoltativo)
- 1 cucchiaino d’acqua (se serve)
Tostate le mandorle per 5′ in un tegame antiaderente ben caldo o in forno pre-riscaldato a 180°C. Versate le mandorle nel bicchiere del frullatore o nel robot da cucina. Iniziate a frullare le mandorle, fermandovi ogni tanto per non surriscaldare le lame e la frutta secca, fino ad ottenere una farina. In questa fase la mandorla inizierà a rilasciare oli essenziali, propri della sua caratteristica. Se il composto tende ad attaccarsi alle pareti del frullatore, fermatevi e distribuitelo verso il centro. Riprendete a frullare. Aggiungete 1 cucchiaino d’acqua e 1 cucchiaino di olio extravergine d’oliva.
Potete insaporire il burro di mandorle con un pizzico di sale ma rappresenta una variante facoltativa… dipende dall’uso dolce o salato che ne volete fare. Conservatelo in frigorifero, ben chiuso, per una settimana!
Con questo articolo spero di avervi stuzzicato un pò, ispirato e motivato al consumo di frutta secca in versione alternativa.
Buon appetito!
Credits: @pexell, @film4life