Toccanti storie di rivalsa in mostra: “RI-SCATTI. PER LE STRADE MERCENARIE DEL SESSO”.

Al PAC di Milano, dal 16 al 25 ottobre, la mostra di fotografia sociale che svela attraverso le immagini la schiavitù contemporanea. Scatti rivelatori e autentici, realizzati da alcune prostitute vittime della tratta.

Milano al Quadrato da qualche anno con piacere racconta la storia meno nota di una Milano che non c’è più, le bellezze del suo territorio, la generosità dei suoi cittadini, oppure le tendenze più contemporanee che rendono questa grande area metropolitana unica nel panorama italiano. Ma che cela anche una realtà scomoda, tragicamente iniqua: a descriverla non è la nostra redazione, ma una mostra di oltre ottanta fotografie, che rispecchiano una condizione di schiavitù ancor oggi, nel 2020, più che mai attuale. Le protagoniste sono le vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale, qui, proprio nell’area della Grande Milano. Ed è a sette prostitute dell’hinterland milanese che è stato affidato il compito di dare vita a un inedito racconto fotografico: queste donne hanno realizzato infatti degli scatti che rappresentano un affresco di una vita quotidiana fatta in buona parte di strada. Ma questa verità, non la conosciamo davvero o forse non vogliamo vederla? Ora comunque possiamo guardarla da vicino, attraverso gli occhi di queste donne e della mostra “RI-SCATTI. Per le strade mercenarie del sesso. Prostitute vittime di tratta fotografano la propria realtà.”

È in programma al PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di via Palestro, dal 16 al 25 ottobre a ingresso libero. Ideata da Ri-scatti Onlus – associazione di volontariato milanese che realizza progetti di riscatto sociale attraverso la fotografia -,  curata da Diego Sileo, conservatore del PAC, e promossa dal Comune di Milano, questa mostra può diventare anche un’opportunità di aiuto solidale da parte di tutti i visitatori: con un’offerta per gli scatti esposti, si può sostenere infatti l’Associazione Lule Onlus, che assiste le donne sfruttate.

Tante donne, una sola libertà.

Le 3 rumene, 2 nigeriane e 2 transgender peruviane che hanno realizzato le immagini vivono prive di libertà. Hanno dai 19 ai 50 anni, alcune hanno a carico figli, genitori, e sono vere schiave. Strappate dai loro mondi con false promesse e violenze fisiche e psicologiche, si offrono ai propri clienti, nella maggior parte italiani, da cui spesso ricevono null’altro che ulteriore, vigliacca, terrificante violenza.

Hanno avuto però oggi la libertà di raccontarsi attraverso le foto: per poterle realizzare, hanno seguito un workshop di fotografia durato tre mesi e tenuto da fotografi e fotoreporter professionisti dell’agenzia Visual Crew. Non immaginiamo tuttavia quella libertà con cui chiunque di noi può scegliere e frequentare un corso che ci appassiona: per poter avvicinare queste donne è stata indispensabile tutta l’esperienza delle educatrici del progetto Traffic Light, che le assiste nelle loro lunghe notti per strada. Il workshop infatti si è dovuto organizzare sulla strada, nottetempo, in un camper. Finalmente queste immagini vivono al centro di una mostra che offre a queste persone non già solamente un’occasione di rivalsa, ma anche la possibilità di essere VISTE davvero. Grazie al ritratto di un mondo tanto nascosto quanto terribile, reso invisibile dall’indifferenza di ognuno.

Accanto a queste donne, Lule. Che in albanese significa fiore.

L’Associazione Lule Onlus è attiva da oltre 20 anni con i suoi operatori professionisti e i suoi volontari specificamente formati, assicurando un intervento sociale a vantaggio delle vittime di sfruttamento sessuale. In particolare in Lombardia si prodiga per contribuire all’integrazione e all’autonomia di persone emarginate, proprio come nel caso di donne o minori vittime di tratta. I fondi raccolti attraverso la vendita degli scatti andranno a Lule Onlus : un contributo per sostenere il costante lavoro di assistenza dell’associazione, e di sensibilizzazione della società civile relativamente a queste problematiche. Sul territorio della Città metropolitana di Milano, Lule è partner del progetto Anti Tratta Derive e Approdi di cui il Comune di Milano è capofila.

Va sottolineato – come mi ha ben spiegato Alessandro Boscardin, Responsabile della Comunicazione della Onlus – che il sistema italiano di assistenza a queste vittime rappresenta un esempio virtuoso su scala internazionale, soprattutto per l’attenzione e per il rispetto dei diritti della vittima. Mi è stato anche indicato che molto si potrebbe fare per arginare questo fenomeno, prendendone effettivamente coscienza. Ne siamo certi: questo fiore – perché questo è il significato della parola Lule – giorno dopo giorno riuscirà a far sbocciare una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini.

Un secondo invito

Proprio per fare una diretta conoscenza di questa delicatissima tematica, durante il primo weekend di apertura della mostra (17 e 18 ottobre) il PAC ospiterà anche un evento collaterale, sempre a titolo gratuito: NOBODY, “Viaggio sensoriale attraverso la tratta e lo sfruttamento sessuale”, un’installazione teatrale prodotta da Lule Onlus in collaborazione con la Compagnia FavolaFolle.

Vi riporto l’esatta descrizione di questo progetto, che potete trovare sul sito luleonlus.it: “Un’esperienza immersiva sul fenomeno della tratta e dello sfruttamento sessuale. Un vero e proprio viaggio sensoriale che invita il pubblico a guardare oltre il velo dell’apparenza, prendendo coscienza in maniera immediata ed epidermica degli aspetti più oscuri del fenomeno”.

Il PAC con queste interessantissime proposte attende tutti, per fare insieme uno SCATTO avanti in questo difficile, complesso orizzonte sociale.

 

PAC – Padiglione d’arte contemporanea – Via Palestro, 14, Milano

RI-SCATTI

16-25 ottobre – Tutti i giorni dalle 9:30 alle 19:30 – Ingresso libero

NODBOY

Sabato 17 ottobre dalle 14:00 alle 19:00, domenica 18 ottobre dalle 10:30 alle 19:00.

riscatti.it   pacmilano.it

N.B. Le immagini fanno parte delle opere fotografiche presentate nella mostra.

Share this:

Leave a comment