1945: il silenzio assordante dei segreti spezzati
Proporvi un film in bianconero, recitato in ungherese, con sottotitoli in italiano forse non vi invoglia a vederlo. Per questo c’è #MAQualecineforum. Perché perderlo sarebbe davvero un peccato: è uno dei pochi film che riesca ancora a dire qualcosa di nuovo su un argomento del quale si è detto tutto e il contrario di tutto, con tutti i registri possibili. A conti fatti l’Olocausto del regista Ferenc Török è un’assenza, nel senso che ne compare traccia in una sola inquadratura del film; ma è anche un’essenza, nel senso che resta sotteso a tutta la vicenda, ne impregna i personaggi e alla fine ne sconvolge le vite proprio perché occultato e negato.
Davvero difficile entrare nel merito di questa vicenda splendidamente girata in un bianconero che non alimenta nostalgie, non induce a sentimentalismi ma, anzi, concentra l’attenzione e toglie ogni alibi alle parole, all’azione, agli sguardi. Difficile anche giudicare personaggi figli di un Dio disattento, traditi dalla loro banalità e ingordigia, per i quali l’unica scelta è la fuga, la rinuncia. Neppure nel futuro, alla fine, resterà speranza.
Attori bravissimi nel non andare sopra le righe, regia rigorosa, una sceneggiatura di grande livello.
Se pensate che il film adatto al lockdown debba essere un film d’evasione, evitatelo. Diversamente godetevi una pellicola (ancora la chiami così?) che vi trascina lontano, molto lontano, per poi lasciarvi sulla porta di casa.
Come di consueto lo trovate in streaming sul sito del cinema Beltrade, il paradiso milanese del cinema d’autore che in questo periodo è raggiungibile unicamente online. Lo spazio web si chiama “Beltrade sul sofà” e offre, giustamente a pagamento, una ampia rassegna di titoli di ottima qualità ma che non trovate normalmente nelle sale. Una risorsa preziosa in tempi di confinamento forzato, una miniera di occasioni a prescindere.