I ciliegi della solidarietà

Milano è in rosa. Puntuali come ogni aprile sono fioriti i ciliegi e, anche se non ai livelli del Giappone, possiamo godere del nostro piccolo hanami, la tradizione di “guardare i fiori” che viene dall’Oriente e che, soprattutto in queste giornate così belle ma solitarie, può scaldare un po’ gli animi. I ciliegi sono ormai molto diffusi in città e non sarà difficile ammirarli ovunque abitiate senza bisogno di spostarsi, nel rispetto delle limitazioni del momento. Ma il rosa non è l’unico colore di queste piante, capaci di darci una piccola lezione di convivenza.

Il genere Prunus

Vale la pena partire dicendo che si parla di Rosaceae, una famiglia di rango, che comprende alberi e arbusti con funzioni certamente ornamentali, ma anche alimentari e non ultimo medicinali. Non solo le rose e i candidi biancospini, (cari alla tradizione di Milano, come ricorderete se cliccate sul nome), o i cotogni e i sorbi dalle bacche ambite dagli uccellini; pure un’armata di piante da acquolina in bocca, meli e peri, lamponi e rovi da more, fragole e nespoli… e poi tutti i Prunus. Quindi! Albicocchi (Prunus armeniaca), peschi (Prunus persica), mandorli (Prunus dulcis), susini (Prunus domestica), amareni (Prunus cerasus) e naturalmente ciliegi (Prunus avium). Una vera poesia, per le orecchie di chi come me ha Linneo nel sangue, ma soprattutto per i palati degli amanti della frutta.

Fiori bianchi a corolla singola con foglie verdi e fiori rosa a corolla multipla con foglie aranciate.

Prunus a confronto

Ci soffermeremo ancora un attimo su questioni semi-botaniche. Tutte queste piante sono accomunate da fiori che, in senso lato, sembrano delle rose (Rosaceae, appunto) e da foglie ovate, semplici e rigorose. Nelle piante spontanee o coltivate per i frutti, i fiori sono a corolla singola, con cinque petali di norma, il più delle volte bianchi, mentre le foglie sfoggiano un verde intenso, che vira al bruno in autunno. Le specie con funzione ornamentale hanno fiori complessi a più corolle di un rosa carico e foglie volutamente portate a colori più caldi, rosso e arancio che tendono al rosa antico in autunno. Si tratta di alberi selezionati appositamente nel tempo con opportuni incroci per ottenere l’impatto visivo che ci colpisce in questi giorni, non più destinati a dare frutti per il piacere del gusto, ma a portare conforto agli occhi e all’anima. Sono questi Prunus ornamentali, dai grandi fiori rosa disposti in folti mazzolini che sembrano globi, che affollano i nostri viali. Corretto?

In realtà…

Non è proprio così. Se vi guardate intorno noterete che, con un paio di settimane di anticipo, sono fioriti alberi dalle corolle bianche che altro non sono che Prunus, comunque ciliegi e comunque altrettanto belli e rasserenanti nella loro semplicità. Anche loro sono un po’ ovunque, ai lati della carreggiata, nelle aiuole, nei giardini e nei parchi, persino nei posteggi

Memorizzate l’alberello sparuto a destra. Ne riparliamo a fine articolo.

Rosa, bianco e…

Quindi abbiamo osservato ciliegi con fiori bianchi e ciliegi con fiori rosa, a corolla singola o multipla, e potremmo ritenerci soddisfatti. Mai accontentarsi! E difatti i Prunus riservano un’ulteriore sorpresa. Per scoprirla bisogna prestare un po’ di attenzione, soffermarsi a guardare senza la solita fretta. Forse ci vuole quel tempo da dedicare alle piccole cose che in genere non abbiamo, ma che invece questo periodo, non certo positivo sotto altri aspetti, ci riserva. Vi sono molte piante a Milano che portano rami con fiori rosa e rami con fiori bianchi. Partono dallo stesso tronco, non ci si può sbagliare, eppure è proprio così. Per diverso tempo mi sono chiesta come fosse possibile, tanto più che a volte i rami “bianchi” fioriscono prima di quelli “rosa”, poi qualcuno mi ha spiegato.

Come dicevo prima, gli alberi ornamentali derivano da “interpretazioni” dell’uomo, che ha agito sulla natura per ottenere gli effetti che conosciamo. Spesso, per avviare nuovi esemplari senza partire dal seme, si procede con un innesto, tecnica riproduttiva molto diffusa. Nei termini più semplici, si utilizza il tronco di un individuo di sostegno e si inseriscono in cima porzioni di ramo o gemme di un altro individuo, che cresceranno nelle forme della specie ospitata e non di quella che accoglie.

La forza della solidarietà

Vi saranno sicuramente ragioni scientifiche o tecniche per le quali alcuni rami dell’individuo di sostegno si sviluppano comunque. A me piace pensare che la natura, per quanto imbrigliata e forgiata a scopi non suoi, non voglia stare al gioco e decida che la convivenza è possibile. Chi accoglie può esprimere la sua esperienza, mettere in campo la tradizione, e chi arriva rinasce e si sviluppa traendo giovamento da questa generosità. Dall’incontro di due diversità che si fondono senza intralciarsi la pianta trova valore, diventa unica, si rafforza. E sempre mi piace pensare che ci dia un messaggio, che lascio a ognuno interpretare.

E dopo i fiori

Esattamente un anno fa scrivevo di fiori su questo blog, dei primi fiori di primavera. Allora accennavo al fatto che queste fioriture sono effimere, durano il tempo di un respiro e che inseguirle per parlarne è cosa non facile. Questo tempo trascorso tra un articolo e l’altro è la misura della pazienza che l’osservazione delle piante richiede e che man mano che il tempo passa apprezzo sempre di più. Godiamoci quindi questo momento, ma prepariamoci a capire come riconoscere i Prunus quando non saranno più così sfacciatamente evidenti. Senz’altro possiamo memorizzare la posizione di quelli vicino a casa, così tanto per dirsi, magari in giugno: “Ecco, quello è il Prunus che mi è tanto piaciuto a inizio primavera”. Un altro aspetto che li rende abbastanza facili da individuare è il tronco, caratterizzato da apparenti tagli orizzontali più scuri. In autunno le foglie diventano di rosa, come ricorderete dall’articolo dedicato ai colori di questa “calda” (per il cuore) stagione.

Ma quello che sicuramente non vi aspettate è ciò che succede in estate, perché i rami bianchi e in generale gli individui bianchi daranno i loro frutti!

Vi ricordate l’alberello di qualche riga sopra. Se ritornate da lui tra un paio di mesi, così lo troverete. (Posteggio nei pressi di Trenno deserto come non mai.)

Per finire, una notizia (clicca per leggere) che dà un po’ di speranza. La natura prosegue il suo corso.

Testo e foto di Marina Beretta

Share this:

Leave a comment