Milano Atmosfere anni 60, 70, 80: l’effetto nostalgia crea un caso mediatico
Quando una mia ex compagna di liceo circa un mese fa mi ha invitata su Facebook ad iscrivermi a “Milano Atmosfere anni ’60-’70-‘80” non avrei mai immaginato che iniziasse per me una frequentazione così intensa e partecipata a un gruppo social.
Ho iniziato a leggere i primi post e subito si è aperta per me la scatola dei ricordi, una vera macchina del tempo. Non riuscivo più a smettere!
E mentre i minuti e le ore passavano inesorabili fino a tarda notte… mi sono ritrovata col grembiulino bianco della scuola, i calzettoni traforati e le scarpette a biscotto, con la mia cartella di pelle rossa e pelo di cavallino (per cui oggi inorridisco) sulle spalle: do la mano alla mia mamma, scendiamo dal tram in via Vincenzo Monti per andare a scuola…

La V elementare all’Istituto Marcelline di Piazza Tommaseo nel 1969
Viaggiare nel tempo
Da allora, ogni volta è un viaggio nel tempo. Basta un piccolo post, apparentemente insignificante, per far partire i ricordi: “vi ricordate le caramelle Selz Soda?”, piacevano alla mia mamma, me la rivedo sorridente mentre scarta una caramellina, tubino nero e collana di perle, e intanto chiacchiera nel suo milanese caldo e accogliente come un piattino di casseula.
“Anche voi sentivate il rumore dei battipanni in cortile?”: certo che me lo ricordo, era una musica che ci accompagnava e quasi non ce ne rendevamo conto, anzi magari ci dava anche un po’ fastidio… oggi invece tutto è avvolto nella morbida luce della nostalgia.

E quando avevamo i taxi gialli?
“E il profumo di dolci e cioccolato che ci investiva entrando in via Silva, dove c’era la fabbrica dell’Alemagna?”: ricordissimo! Mi spunta il sorriso, l’effetto è immediato, risento il profumo e il sapore del panettone, diventa la mia personale “madeleine” di proustiana memoria…
In questo gruppo Fb si parla di un periodo di 30 anni in cui ci sono stati grandi cambiamenti, diciamo pure stravolgimenti, a livello sociale, economico e storico; per me sono stati i primi 30 anni della mia vita… che ritrovo di volta in volta nei post che vengono proposti.

Ma queste canzoni quante volte le abbiamo ballate!?!
Si va da un oggettino, “ricordate le palline clic-clac?” (anni ’70, un’estate passata con quel rumore nelle orecchie, tutti ci giocavamo, veri duri al pronto soccorso a farci sistemare i polsi), fino ad arrivare ad eventi macroscopici: “la nevicata del 1985”, chi potrà mai dimenticarla? E vai di like, cuori, commenti a non finire, ognuno con il suo personale dettaglio, che si inserisce in una coralità e in un senso di appartenenza che ti fa stupire che così tanta gente abbia ricordi come il tuo, che ti fa tornare in mente anche cose che facevano parte della tua vita e il cui ricordo era rimasto sopito per anni in qualche cassettino polveroso della memoria. Eppure, rivedendole, come ti appartengono! Come in una reazione a catena, ti nascono altri ricordi, persone, luoghi che nel tempo sono cambiati, ma che esisteranno ancora finché tu potrai ricordarli.

L’indimenticabile nevicata del 1985
Ricordare Milano tutti insieme
Milano e i milanesi sono lo sfondo costante. Milano con la nebbia, con le facciate nere di smog, con i cortili pieni di bambini che giocavano sotto lo sguardo della portinaia, che faceva rispettare orari e regole, e guai a sgarrare! Tantissimi bambini, diventati poi grandissime compagnie di ragazzi: la generazione dei baby boomers.
Nei post spuntano episodi teneri e buffi, alcuni assolutamente esilaranti. Qualcuno in poche righe racconta la sua vita in quegli anni con accenti toccanti, a volte drammatici (non dimentichiamo che la guerra non era finita poi da molto…).
Si fa a gara a chi ricorda più gelaterie, cinema, locali milanesi che non ci sono più, ma dove la nostra vita di ragazzi ha pulsato per anni.
Milano era più bella, con la sua particolare atmosfera? O è più bella adesso, con tutte le cose nuove che si sono realizzate in 50 anni?
Ognuno degli appartenenti al gruppo testimonia i suoi ricordi dalla sua personale prospettiva: chi ha vissuto gli anni ’80 con gli occhi di un bambino tra Ufo Robot e Kiss Me Licia ha ovviamente una visione diversa da chi li ha trascorsi da Burghy con la divisa da paninaro, o nella Milano da bere, in tailleur di Armani con le spalle imbottite. Ma tutte queste visioni corrispondono, fanno sì che ci si riconosca, in un modo o nell’altro.

Paninari a frotte

Enzo Jannacci con Cochi e Renato: il nuovo cabaret milanese è nato in quegli anni
Con emozione, tra i post o tra i commenti, capita che persone si rincontrino, magari dopo decenni, magari dopo una vita vissuta nella stessa città su strade che non si sono più incrociate…fino a un piccolo post che parlava di pantaloni a zampa d’elefante o di sandaletti di Gusella.

Ai bambini veniva insegnato a parlare l’italiano e non il dialetto, ma mamme e papà sganciavano espressioni in meneghino nei momenti opportuni, come in questo caso.

Tutte ci siamo passate, ahahah!
Si scatena la nostalgia collettiva
Butto lì un po’ di spunti ritrovati a caso nei post, e vi lascio sognare.
Il Manuale delle Giovani Marmotte, il Quadro Svedese nella palestra della scuola, l’Uomo in ammollo, andare in spiaggia con gli zoccoletti di legno e mai senza il cappellino, il Corriere dei Piccoli, il cioccolato Carrarmato e l’Urrà Saiwa, le Orsoline e il Collegio delle Fanciulle, l’omino Bialetti, Mazzola e Rivera, il quotidiano La Notte, il bigliettario sul tram, la liquirizia Tabu (e…vivrai di più) nella scatolina rotonda, lo zoo ai Giardini Pubblici, il Roses e il Nepentha, il mitico Capolinea, i Bee Gees, la pastina col formaggino Mio, il Galletto – la Lambretta – il Primavera 125, la Saltafoss, le auto (partendo dalla 500 e la A 112 a salire, su su fino alla Mercedes Pagoda, la “Pagodina”), le radio libere, Tv Capodistria e Telemontecarlo.

Ricordate Awanagana a Telemontecarlo?

La risposta viene automatica!!!
Potrei continuare veramente all’infinito.
L’immediato e imprevisto successo di questa pagina Facebook, attorno alla quale si è costituito un gruppo di 7200 iscritti in poco più di un mese, ha fatto sì che si possa parlare di un vero e proprio caso mediatico.
Frequentando quasi quotidianamente questo gruppo, non mi sono lasciata sfuggire la presentazione del libro “Milano Atmosfere anni ’60 – ’70 – ‘80’” che si è svolta lo scorso 20 novembre al Centro Culturale Rosetum.

Grande affluenza al Rosetum per la presentazione del libro. copyright Mattia Pistoia

Bedy Moratti legge alcune poesie di Alda Merini copyright Mattia Pistoia
Ho scoperto così che in realtà il libro non tratta di tutti i piccoli e grandi ricordi che si trovano quotidianamente in un flusso continuo sulla pagina, ma di una storia ben precisa: quella di un gruppo di amici uniti dalla voglia di giocare a calcio nella Milano di quegli anni.
Un gruppo di amici presenta il libro
Un gruppo molto affiatato, tanto che tutti i membri della squadra che si riunivano per giocare insieme sono rimasti amici per tutta la vita.
Uno di loro, l’imprenditore Ferruccio Incontrera, per tutti “Ferro”, ha lanciato il progetto di creare questo volume, la cui stesura è stata affidata allo scrittore Pierluigi Arcidiacono, come un vero e proprio inno all’amicizia e allo sport.

Mazzola e Rivera, idoli indiscussi del tifo milanese di quegli anni
Molti di questi amici sono stati presenti alla serata e hanno contribuito raccontando episodi e ricordi particolari.
Della mitica squadra, nata negli anni ’60 nel cortile dell’Istituto Zaccaria, e attiva all’Arena, a San Siro e su tanti campi di Milano e hinterland, facevano parte, tra gli altri: Chicco Agnese, divenuto poi vicedirettore di Rai3 e responsabile del coordinamento dei palinsesti Rai; Paolo Taveggia, dirigente del Milan di Berlusconi negli anni del suo massimo splendore e testimone della formazione di un gruppo invincibile; Ferdinando (Enrico) Pomarici, noto magistrato sempre in prima linea, a rischio della sua stessa vita, nella lotta all’Anonima Sequestri e al terrorismo rosso e nero di quegli anni difficili; Angelo Testori, importante finanziere milanese, testimone dell’impegno della famiglia Moratti a S. Patrignano; Momcilo Jankovic, diventato poi il “dottor Sorriso” al San Gerardo di Monza, che nel periodo della sua attività come pediatra ematologo ha lottato contro la leucemia infantile riuscendo a ridurre la mortalità per questa malattia dall’80 al 20%!
E proprio alla ricerca sulla leucemia infantile è stata devoluta parte dei diritti per la vendita del libro, tramite il Comitato Maria Letizia Verga presso l’Ospedale San Gerardo di Monza.

La copertina del libro
Alla fine dell’incontro Ferro Incontrera ha parlato brevemente anche del gruppo Facebook, dicendo che amministrarlo è diventato un impegno a tempo pieno per i quattro amministratori, dal momento che una crescita così esponenziale non era certo prevista!
Un gruppo di amici fonda il gruppo Facebook
Per farmi raccontare un po’ di questa ulteriore avventura, gli ho chiesto un incontro.
Location: pasticceria Biffi in Corso Magenta, nella più classica tradizione meneghina.

Ferro Incontrera con me al Biffi per la nostra chiacchierata
Lì ho conosciuto questo gentile milanese, molto distinto ed elegante, che negli anni 60 era già in età da liceo, rampollo di una famiglia di imprenditori, con due amatissime sorelle: Patrizia, a cui Ferro è legato in modo particolarmente profondo e speciale perchè col suo affetto e la sua intelligenza ha svolto per lui il ruolo di seconda mamma dopo la scomparsa prematura della loro mamma, e Annabella, nota attrice di cinema e televisione negli anni ’60 e ’70, periodo in cui spesso invitava nella casa di famiglia amici come Sordi, Gassman, Modugno, Sophia Loren.

Ferro con le sorelle Annabella (a sinistra) e Patrizia negli anni 60/70

Annabella Incontrera (a destra) con Sophia Loren, colleghe e amiche
Ascoltare i suoi racconti è stato come sfogliare un libro sulla dolce vita di quegli anni, tra lavoro e frequentazioni importanti, con vacanze nelle località più alla moda e bellissimi viaggi intorno al mondo.
Ma i ricordi più belli per lui sono quelli vissuti nel ruolo di libero prima nelle formazioni universitarie, con cui ha vinto vari campionati, e poi nella sua squadra di amici. Si può ben dire che l’amore per il calcio, nato giocando nella villa della famiglia Moratti a Imbersago, è stato il fattore che lo ha tenuto lontano dagli scontri politici che caratterizzarono quegli anni, che spesso portavano violenza, qualche volta anche fino alle estreme conseguenze.
Regole precise
Proprio per questo oggi, amministrando la pagina Facebook, viene posta un’attenzione particolare nell’eliminare tutti i post che riguardano argomenti politici, oltre naturalmente a quelli che possono apparire volgari o non appropriati.
Il clima nel gruppo deve rimanere sempre sereno ed improntato al rispetto e all’educazione.
Questo implica leggere tutti i post e i commenti che vengono aggiunti a tutte le ore del giorno e della notte! Per far fronte al questo super lavoro ha dovuto avvalersi dell’aiuto di tre amici, il giornalista Chicco Agnese, gli artisti Sergio Fornasetti e Laura Suardi, che sono con lui fondatori del gruppo Facebook insieme alla scrittrice Silvana Turchi e ai già citati Arcidiacono e Taveggia.
Compagni di viaggio
Esistono anche altre pagine sui social di tipo “amarcord”; come mai in questa pagina si verifica questa affluenza record?
L’ipotesi è che qui oltre alla definizione di un tempo ci sia anche quella di un luogo della memoria e della nostalgia. Milano nelle sue varie declinazioni fa da collante per tutti gli appartenenti, da sfondo per tutti i ricordi. Ci si stupisce come si fosse in fondo molto simili, senza nemmeno conoscersi.

Nebbia vera sul Naviglio
E allora, quanto di come siamo stati era il frutto della nostra epoca? Oppure la nostra epoca era così perché prodotta da come eravamo noi?
La nostalgia ci fa vedere solo i lati più piacevoli del nostro passato e dimenticare il resto? O forse è solo perché eravamo ragazzi e quindi le cose più sgradevoli le vedevamo con occhi un po’ incoscienti?
E oggi come siamo diventati?
Difficile rispondere.
Fra quarant’anni i nostri figli forse si struggeranno di nostalgia vedendo un qualsiasi oggetto banale che oggi ci passa fra le mani, che so, gli auricolari con cui ascoltiamo la musica o un berrettino Nike. Si commuoveranno ricordando un Mac Donald’s o una vasca con le palline in cui giocavano da piccoli.
E troveranno altri che, avendo vissuto negli stessi anni, condivideranno le loro emozioni…
Grazie a questa occasione in 7200 ci siamo ritrovati.
Cari membri del gruppo, anche senza conoscervi personalmente, vi saluto tutti con affetto.
Siete i miei compagni di viaggio, nel grande viaggio della vita.

Piccoli e grandi ricordi
Testo di Silvia Castiglioni
Foto: fonte Facebook, copyright Mattia Pistoia, Silvia Castiglioni. Foto di copertina: lucapalestra.wordpress.com
Un grazie a Nicoletta Prandoni Carminati per avermi trascinata in questa avventura
One comment, add yours.
Ferruccio Incontrera
Voglio fare i complimenti alla giornalista Silvia Castiglioni,
per avere saputo descrivere così bene e con tanta sensibilità
le emozioni, i ricordi e tutto quello che era il vivere quotidiano
nei mitici anni sessanta, settanta e ottanta.
Grazie ancora, cara Silvia.