Val Camonica 40 anni dopo: le incisioni rupestri riconosciute come patrimonio dell’Umanità!
La prima segnalazione di rocce incise in Valcamonica risale al 1909, anno in cui Walther Laeng segnalò al Comitato Nazionale per la Protezione dei Monumenti due massi istoriati nei pressi di Cemmo.
Lo stesso Laeng nel 1914 scrisse una breve nota sui monumenti per la prima edizione della Guida d’Italia edita dal Touring Club Italiano. Soltanto negli anni Venti del XX sec. però, i massi incontrarono l’interesse di alcuni studiosi. La mappatura e la catalogazione ripresero dopo la Seconda guerra mondiale, condotte sia da studiosi del neonato Museo di Scienze naturali di Brescia, guidati da Laeng, sia da esperti nazionali e internazionali. Nel 1955, con l’istituzione, per iniziativa della sovraintendenza archeologica della Lombardia, del Parco nazionale delle incisioni rupestri di Naquane, iniziò l’opera di tutela del patrimonio rupestre. E solo nel 1979 però l’Arte rupestre della Valle Camonica venne inserita nella World Heritage List dell’UNESCO, primo sito italiano e primo ambito, insieme con Lascaux, di arte rupestre ad essere fregiato del titolo.
Il riconoscimento è assegnato alla Valle Camonica in quanto “testimonianza di una civiltà del passato con idee, con credi, con lavori artistici o letterali d’eccezionale valore universale ” ed ancora: “… le incisioni rupestri della Valcamonica costituiscono una straordinaria documentazione figurata sui costumi e sulle ideologie preistoriche. Ma non solo: le incisioni furono realizzate lungo un arco di tempo di ottomila anni, fino all’Età del ferro (I millennio a. C.) quelle dell’ultimo periodo sono attribuite al popolo dei Camuni ricordato dalle fonti latine. La tradizione petroglifica non si esaurì repentinamente: sono state identificate incisioni – anche se in numero assai ridotto, non comparabile con la grandiosa attività preistorica – di epoca romana, medievale e perfino contemporanea, fino al XIX secolo. L’interpretazione, la classificazione tipologica, e gli studi cronologici su questi petroglifi hanno apportato un contributo considerevole nei settori della preistoria, della sociologia, dell’etnografia” .
L’arte rupestre della Valle Camonica è quindi inserita nella della Lista del patrimonio UNESCO per lo speciale rapporto tra questo patrimonio e il contesto ambientale e montano nel quale è inserito, nel cuore delle Alpi. L’UNESCO ha riconosciuto oltre 140000 figure, ma nuove ininterrotte scoperte hanno progressivamente aumentato il numero complessivo delle incisioni catalogate, fino a duecentomila se non trecentomila. Per ricordare questo primo riconoscimento italiano, che apre la strada a numerosi altri che fanno oggi dell’Italia il primo Paese al mondo per numero di Siti UNESCO inseriti nella World Heritage List, il territorio della Valle Camonica ha deciso di promuovere un ricco programma di eventi speciali.
I MIEI PRIMI 40 ANNI – manifestazioni e tanto altro
Il programma prevede iniziative di ricostruzione delle motivazioni che portarono al riconoscimento UNESCO, a fianco di giornate dedicate ai diversi aspetti della vita del patrimonio culturale: la didattica, la ricerca, la conservazione, l’accessibilità. Un fitto calendario di eventi musicali, di spettacoli e manifestazioni di diverso genere completa il quadro delle celebrazioni dei primi 40 anni del primo sito UNESCO italiano, che attraverseranno tutto il 2019, fino alla primavera del 2020.
Naturalmente il cuore di queste manifestazioni sarà la Valle Camonica, in funzione di promozione culturale e turistica delle risorse della Valle dei Segni, incrociato con la valorizzazione dei cammini e dell’approccio turistico slow, fino al raggiungimento dell’alta Valle del Sebino.
Le incisioni rupestri della Valle dei Segni rappresentano un immenso giacimento di arte e cultura preistorica che vanta una straordinaria pluralità di testimonianze da preservare, studiare e valorizzare. Tra queste, non dimentichiamolo, si trova in numerosissimi esemplari, la “Rosa Camuna”, simbolo della Regione Lombardia.

La rosa camuna, oggi simbolo della nostra regione
Entrare nella Valle dei Segni è come varcare la soglia di una gigantesca biblioteca, che si estende per 70 chilometri nel cuore delle Alpi lombarde, tra figure e simboli, tracce di vita quotidiana, scene agricole e di caccia, riti religiosi, simboli magici. Lassù ogni masso, ogni incisione è un libro spalancato sulla storia dell’uomo, attraversando le età della pietra, del rame, del bronzo e del ferro, e che attende solo di essere letto. Altro bene di punta è la seconda stele Bagnolo-Ceresolo, un vero e proprio menhir con incisioni che risalgono al periodo 2.900 – 2.500 a.C e che è conservata presso il MUPRE – Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica.

La seconda stele bagnolo Ceresolo con i suoi caratteristici pugnali
Nel corso dell’autunno verrà invece inaugurato l’intervento di accessibilità riferito alla roccia n. 1 di Naquane, particolarmente complesso, non solo per le difficoltà tecniche di aprire dei camminamenti protetti tra la boscaglia, ma anche per la rilevanza internazionale delle incisioni presenti sulla roccia, e nello stesso parco nazionale si valorizzeranno tutte le tematiche specifiche della sostenibilità e della Riserva della Biosfera-MAB UNESCO. Lo start di tutte le manifestazioni per festeggiare il 40° anniversario di questo prestigioso riconoscimento saranno le giornate di studio dal 24-27 ottobre presso il Centro Camuno di Studi Preistorici di Capo di Ponte. Verranno dedicate quest’anno a fare il punto sullo stato della Ricerca legata all’arte Rupestre della Valcamonica, alle prospettive sulla gestione culturale e turistica di questo importante sito ed al suo coinvolgimento nelle reti di ricerca internazionali.

Le stessi incisioni rupestri immortalano la folta vegetazione e l’habitat in cui sono immerse. La stessa resina delle conifera peraltro danneggia e mette in pericolo le incisioni rupestri
Per culminare nel periodo 12-22 aprile quando verrà realizzata a Cividate Camuno (galleria della ciclabile), l’installazione luminosa titolata “Viaggiatori nel Tempo”, reduce da un grande successo nell’ambito della rassegna Cidneon di Brescia.
L’installazione di Daniel Kurniczak (artista tedesco) permetterà ai visitatori di tornare nella Preistoria grazie ad un sistema di proiezioni luminose che disegnerà sulle pareti le incisioni rupestri della Valle Camonica e i simboli romani, con una colonna sonora originale e coinvolgente.
Non posso quindi che augurarmi che cogliate questa occasione per fare delle gite fuori porta alla scoperta di questo patrimonio unico, arricchito dalle tante manifestazioni in programma nei prossimi mesi.