Impressioni d’Oriente al MUDEC
“Impressioni d’Oriente. Arte e Collezionismo tra Europa e Giappone”, fino al 2 febbraio al MUDEC. Il fascino del Giappone, che ha stregato l’occidente, viene svelato in un viaggio di bellezza sospeso tra immaginazione e realtà. Cos’è il Giapponismo? Cos’è l’ ukiyo-e? In cosa consiste il segreto del suo incanto? La mostra che narra la nascita di una passione che, in fondo, non ha mai avuto fine.
La mostra
La mostra al MUDEC illustra, attraverso una sezione ampia e diversificata di opere provenienti dall’Italia e dall’estero, lo sviluppo di quel gusto rivolto oriente che ha pervaso la cultura artistica occidentale tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, in particolar modo in Francia e in Italia. In mostra oltre 170 opere tra dipinti, stampe, oggetti di arte applicata, provenienti da importanti musei italiani ed europei e da collezionisti privati.
Fascino, passione, splendida ossessione: il Giapponismo
Abbiamo parlato di fascino. Quest’ultimo può nascere da quello che si vede. Altre volte, al contrario, da suggestioni che hanno poco a che fare con il dato reale. Altre volte ancora, realtà e suggestione si fondono. Quest’ultimo è il caso del rapporto d’attrazione tra Occidente e Giappone. Dal fascino nasce poi una passione così penetrante, da diventare – potremmo dire – una splendida ossessione. Il Giapponismo, per oltre un secolo, è stato tutto questo: fascino, passione, splendida ossessione.
Le origini del fenomeno
Questa straordinaria fascinazione nasce a seguito della riapertura del Giappone al commercio globale nel 1854, dopo ben 250 anni di isolamento auto imposto. Tra il 1668 e il 1900 si scatena un flusso di idee tra Oriente e Occidente, favorendo la formazione di complessi rapporti con un pubblico europeo entusiasta.

Hutagawa Hroshige, La stazione di Hara. Il Monte Fuji di mattina (dalla serie le 53 stazioni della vi di Tokaido), 1833
La “conquista” dell’Occidente si afferma con le Esposizioni Universali di Parigi del 1867 e del 1878. Nella nascente cultura consumistica della metropoli francese scoppia allora una frivola attenzione per tutto ciò che sa di Oriente. Artisti giunti dal mondo intero contribuiscono a diffondere questa moda in tutta Europa, favorendo anche la nascita di stereotipi che hanno mescolato realtà e finzione, elementi autentici e elementi fasulli.

Kawase Hasui, Pioggia a Ushibori, 1929
L’Italia e il Giappone
Nel più ampio contesto del gusto internazionale per il Giappone e della sua influenza sulle arti, la mostra del MUDEC si focalizza sui maggiori artisti italiani che sono caduti nell’incanto del Giapponismo, come Giuseppe De Nittis, Galileo Chini, artista profondamente affascinato dall’Oriente, Vincenzo Gemito, Federico Zandomeneghi e Giovanni Segantini, attivo interprete di immagini che fanno uso di questi stimoli.

Gaetano Previati, “The Dance of the Hours”, 1893 ca.
La fioritura artistica del periodo Edo
Nel XVII secolo il clan degli shogun Tokugawa instaura in Giappone un periodo pi pace, dopo secoli di guerre civili. Viene posto fine all’isolamento del paese e cresce il ruolo delle città, con l’affermarsi di un ceto borghese dal quale proviene sia la richiesta di opere d’arte sia l’impulso creativo a produrle. È il periodo Edo (1603-1868), denominato così dalla capitale del Giappone che gli shogun fissano a Edo, l’odierna Tōkyō. È in questo periodo d’oro che si sviluppa in modo importante l’arte delle stampe su carta con matrici in legno (ukiyo-e), che vengono da molti percepite come l’emblema assoluto dell’arte giapponese. I soggetti sono quelli di interesse proprio per questi committenti / acquirenti di città: feste, divertimenti, spettacoli, figure femminili, tra le quali spiccano splendide cortigiane.

Katsushika Hokusai, Cento vedute del Monte Fusji, 1834-35
Ukiyo-e: la tecnica di produzione
La tecnica di produzione delle stampe è affascinante quanto complessa. L’artista realizza il disegno a china e concepisce l’idea della colorazione finale. In una seconda fase l’incisore pone il disegno a faccia in giù su una tavola di ciliegio. La carta attorno ai contorni viene quindi raschiata e le linee incise sulla matrice e le superfici vuote vengono scavate con un cesello. Distrutto il disegno originale, sul bordo esterno della matrice di legno viene apposto un registro che indica allo stampatore la corretta posizione in cui apporre il foglio da stampare. Segue quini la produzione di altre matrici, incise in corrispondenza delle aree da colorare.
Si ha perciò una matrice per i contorni e una per ogni tonalità di colore da aggiungere. Lo stampatore fa aderire la carta prima alla matrice dei contorni e quindi, in successione, alle singole matrici preparate al fine di imprimere i colori, partendo dalla tonalità più chiara. A seguito della pubblicazione di una stampa con ben 72 sfumature di colore, viene emanata, nel 1842, una legge censoria che ne limita il numero a otto.
Orari e acquisto biglietti
Lunedì 14.30 – 19.30
Martedì – mercoledì – venerdì – domenica 9.30 – 19.30
Giovedì – sabato 9.30 – 22.30
La biglietteria chiude un’ora prima (ultimo ingresso)
Acquisto biglietto data open (fino al 26/01/2020): LINK
Acquisto biglietto data fissa (fino al 02/02/2020): LINK