Roundabout: un giro su una giostra inaspettata
Rotatorie, spartitraffico, banchine, massicciate, strette strisce tra marciapiede e carreggiata, piccole zone non asfaltate, persino fessure e crepe nel cemento. In tutti questi spazi la natura si fa strada con incredibile forza, a volte guidata dagli addetti ai giardini, molte altre in completa libertà. Attraverseremo la città da San Siro a Corvetto, da Gae Aulenti a City Life, da Cordusio a Settimo Milanese come in altrettanti giri di giostra che, nel loro vorticoso roteare, ci trasporteranno in un mondo colorato e spesso ignorato. E così, per parafrasare gli Yes, diventerò qui il vostro “roundabout”, sperando che le mie parole, e soprattutto le mie immagini, vi portino “out ‘n’ out” alla scoperta di una città inaspettata.
Due brevi indicazioni per seguire al meglio questo percorso. Innanzitutto non è un vero percorso; non si parte e non si arriva, si gira. Non vado di proposito alla ricerca delle piante. Mi muovo come tutti per lavoro o per svago e semplicemente mi fermo spesso a osservare ciò che mi colpisce, dal più piccolo fiore agli alberi. Spero che capiti anche a voi.
Poi, le indicazioni botaniche sono ridotte all’essenziale, perché voglio concentrarmi sul descrivere come, il più delle volte, l’uomo fa e la natura disfa, l’uomo organizza e il vento scompiglia, con i semi che porta da lontano.
Buon merry-go-round, dunque.

Tra le rose piantate per decorare lo spartitraffico davanti alla stazione Garibaldi spunta un Cirsium spinoso cresciuto spontaneamente; colto o incolto, questo è il dilemma.
Fiori di campo protagonisti
Non servono molte parole per descrivere queste macchie di colore di fiorellini presi a prestito dai campi e dai prati incolti per creare suggestive aiuole. È una pratica utilizzata da alcuni anni, che sicuramente ha una sua efficacia.
L’aiuola dell’immagine di apertura ne è un esempio. Si trova in fondo alla via Novara, nel territorio di Settimo Milanese. È dominata dal grande gelso antico che purtroppo ha dovuto essere seriamente potato, perché i rami non reggevano più il peso degli anni. Gli hanno reso onore da tempo con l’opera artistica e con la distesa di quei fiori che, nell’ambiente naturale, avrebbe ai suoi piedi.
Dalla periferia al centro il salto è breve ed eccoci al Castello Sforzesco, per un analogo scenario.

Prato di fiori di campo nel cortile del Castello Sforzesco con fiordaliso.

Ancora a Settimo, tra girasoli e piccole dalie.
Rotatorie in libertà
Sono proprio loro ad avermi ispirato per prime questo articolo. Il termine inglese, roundabout, mi diverte molto, per l’associazione di preposizioni che potrebbe essere tradotta con “gira in giro” (e non per niente il vocabolo significa anche giostra). È nel 2015 che è avvenuto un salto di qualità nella cura delle aiuole al centro delle rotatorie e reputo che sia uno dei riflessi positivi di Expo (come la riapertura della Esposizione internazionale, di cui ho scritto). La selezione non può che essere limitata, ma spero serva da spunto per osservare quelle più vicine ai vostri itinerari.

La stessa aiuola sulla rotatoria di via Elba nel 2018 (a sinistra) e nel 2019 (a destra); si nota che l’ho fotografata in stagioni differenti, visto che nella prima immagine il tiglio è in fiore.

Preferite i tagete o la verbena?
Spostandosi verso la periferia, più precisamente in via Cilea, le simmetrie lasciano il posto a un “disordine” programmato. L’effetto è altrettanto affascinante, anche se in questo caso non tutto è opera del giardiniere.

Una delle rotatorie di via Cilea, dove lo schema si ripete ai vari incroci.

Tra agapanto, lavanda e altre erbacee ornamentali spunta alto un verbasco, sicuramente un intruso inaspettato; chissà quante volte l’avete visto ai bordi delle strade dove svetta con i suoi fiori giallo oro.
Le vie Binda, Watt, Pestalozzi e Tosi convergono su una rotatoria che non ha un nome, ma si distingue per tre bei ciliegi da fiore che in primavera si ricoprono di fiori bianchi. Venendo da via Binda si scorgono le torri di City Life e sembra di essere a un passo, se non ci fosse il Naviglio Grande a costringere a una lunga deviazione. Passate le fioriture arboree, ecco quelle della bella aiuola, dove spiccano i fiori globosi dell’aglio.

L’aiuola nel suo insieme e particolare delle piante di aglio ornamentale.
In giro per piazze
Le piazze sono le progenitrici delle rotatorie. Moltissime quelle che al centro propongono spazi verdi, il più delle volte molto curati, che non mancano di alcune sorprese. Ecco alcuni esempi.

Euphorbie in piazza Missori e lavanda in piazza Gambara: due specie insolite in città.

L’insieme armonico di piazza Conciliazione e uno scorcio dell’ampia area verde in piazza Zavattari.

Aglio, rose e molte spontanee in piazzale Bologna; all’ombra del cavalcavia in piazzale Corvetto.
Una passeggiata tra le ortensie
Non molti sanno che tra i viali Ezio e Belisario, che costeggiano l’ex area fieristica sul lato di piazzale Giulio Cesare, e il loro controviale interno vi è un percorso pedonale con panchine sulle quali godere della grande ombra di imponenti platani. A sorprendere sono i colori delle ortensie di varie specie e delle roselline che decorano la base dei tronchi.

Ortensie classiche e ortensie a pannocchia con roselline.
Il trionfo delle rose
Grandi fiori le rose. Fioriscono e rifioriscono senza sosta e, forse per questo, sono amate dai giardinieri e da tutti. Mai come quest’anno mi sono resa conto che Milano è “invasa” dalle rose e quindi ecco alcune testimonianze.

Da sinistra a destra e dall’alto in basso, rose in via Novara, rose selvatiche in via Croce, rose in piazza Diocleziano e in piazza Zavattari con la quinta delle caratteristiche foglie di un liriodendro, rose in piazza Conciliazione e a coronamento dei resti della basilica di San Giovanni in Conca in via Larga.

Rose catturate al volo sullo spartitraffico della doppia carreggiata e in più nobile posizione ai piedi dei grattacieli di piazza Gae Aulenti.

Rose in primo piano all’aperto e nel bellissimo mosaico che decora il mausoleo di Giuseppe Verdi e della moglie Giuseppina nella Casa di riposo per Musicisti di piazza Buonarroti.
Il verde spontaneo
Una pianta di cicoria che cresce in un’aiuola cittadina può essere considerata infestante, quando se spunta in un prato in campagna è semplicemente chiamata “selvatica” e magari anche utilizzata in cucina? Questo è un tema che appassiona ecologisti e paesaggisti e che meriterebbe un articolo. Io penso che le piante spontanee siano una ricchezza per qualsiasi ambiente, anche quello urbano, e che l’idea di disordine a cui le si associa debba essere sfatata. Spero di contribuire con questa serie di immagini raccolte sul bordo di marciapiedi, lungo massicciate e canali, in prati di varia estensione, ai margini di reti metalliche e in aiuole “colte” in cui “l’incolto” dà quel qualcosa in più che le rende uniche.

Varie tipologie di flora spontanea, in un prato insieme a fiori coltivati, sul terrapieno della ferrovia di Romolo e lungo la riva del canale in via Santander (papaveri); e ancora fiori di trifoglio tra graminacee selvatiche, alte margherite e fiori di malva che spuntano da una rete metallica in cerca di libertà.

Un tappeto di achillee sul bordo di un marciapiede presso lo stadio; un mazzo di carote selvatiche si confonde tra grandi fiori di agapanto in un’aiuola in piazza Ohm.
Il piacere di ritrovare a Milano specie spontanee che in genere mi accompagnano nei miei itinerari alpini (achillee, alchemille, artemisie, persino astranzie e centauree, ma qui non avevo più spazio per parlarne) è stato grande, tanto quanto seguire la crescita in piazza Ohm di questo Cirsium, il thistle scozzese che mi ricorda che “my heart’s in the Highlands”. Come me, qualcuno l’ha celebrato lungo la facciata di un palazzo in via San Siro con uno splendido decoro a bassorilievo.

Il cardo scozzese di piazza Ohm virtualmente appoggiato sulla decorazione in pietra che lo ritrae.
Arrivederci a presto.
Testo e immagini di Marina Beretta.