Passione picnic: molto green, molto social!
Il picnic all’aperto, nell’erba, al fiume, in montagna è un’abitudine che ha alle spalle una tradizione molto antica, vissuta un tempo con una solennità e un’opulenza ben lontana dalle nostre abitudini. Ciò che rimane è la necessità di evasione, di riconciliarci con madre natura, di staccare la spina dalle città come la nostra bella ma frenetica Milano.
L’abitudine di pranzare all’aperto assume significati differenti da stato a stato. Per le popolazioni anglosassoni è sinonimo di picnic in campagna o in riva al mare. In Giappone si celebra l’hanami, ossia la spettacolare fioritura dei ciliegi…
UN PO’ DI STORIA
I dizionari così definiscono la parola picnic: colazione o merenda all’aperto durante una gita in campagna o al mare. Sembra che il termine picnic sia un termine composto dal francese arcaico “pique” (prendere, rubacchiare), e “nique” (roba di poco conto).

Manet
Attorno al ‘600-‘700 questa pratica era ancora riservata ai nobili quindi, per chi non ne aveva la possibilità, si trattava di un pasto frugale; cibi semplici e non pregiatissimi, forse sottratti a qualche regal cucina.

Pieter Bruegel
All’epoca del Medioevo, prima di iniziare la caccia si era soliti organizzare eleganti spuntini all’aria aperta. Gli ospiti divoravano smodatamente una grande quantità di dolci, prosciutti e carni al forno innaffiate da litri di bevande. Abbiamo diverse testimonianze artistiche che ne rappresentano l’atmosfera rilassata, nonostante l’opulenza dei cibi… e delle forme.

Botero
Il picnic versione “raffinata abbondanza” nacque però in Inghilterra in età vittoriana. Sempre in quel periodo dell’800 si affermò pure il modo di dire “fare un picnic”: un pasto consumato in allegria sui prati, su una spiaggia o sulle rive di un fiume, in un clima rilassato e all’aria aperta, tutti elementi che favorivano la socialità.
Sembra che addirittura la Regina Maria Antonietta fosse grande amante delle scampagnate che portavano lei e la sua corte a trascorrere ore liete nelle campagne che circondavano Versailles.
IL PIC NIC NEGLI ANNI 60-70-80
In Italia il termine era meglio conosciuto come pranzo al sacco: era prevista una preparazione anticipata del cibo per essere consumato successivamente. Ma non solo: la pratica era riferita sia ad un uso quotidiano come la pausa pranzo-lavoro, alla ricreazione scolastica, al refettorio… ma soprattutto molto in voga tra le famiglie milanesi (ma non solo, anche la mia) quando la domenica si organizzavano gite in montagna nei dintorni di Bergamo o Lecco, all’Idroscalo, al fiume Trebbia, dove noi ragazzi ci divertivamo davvero moltissimo. I compagni di viaggio… tavolino pieghevole in plastica che conteneva una discreta quantità di sedioline di stoffa (a volte un pò precarie), la borsa frigo… e tanti giochi da fare all’aria aperta.
LE REGOLE D’ORO
Tornando ai giorni nostri, qual è la soluzione migliore per un pasto rilassante, seduti su di una coperta chiacchierando e godendosi il panorama? I sandwich ovviamente! Panini sfiziosi da riempire con tutto ciò che ci piace, ben avvolti e conservati al fresco. Ma se il panino non vi basta o preferite qualcosa di più leggero vi consiglio un riso, una pasta, un cereale freddo condito con ingredienti di stagione e conservato in vasetto ermetico. Non potrà mancare la frutta. macedonia, frutta già sbucciata e affettata… Adesso poi “se il pic nic non è chic” ( anche in spoaggia) non ci dobbiamo per nulla presentare.
Quindi avremo l’attrezzatura perfetta: cestino in vimini con piatti, bicchieri, posate, tovaglia colorata (ma non troppo optical) da posare sul prato o sui tavoli in legno, tovagliette in vimini, tovaglioli in stoffa o carta… cannucce colorate da infilare in vasetti ermetici colorati, un pò “jungle”, un pò “tropical” oppure più raffinati in stile provenzale.
Ma se proprio non potete fare a meno di praticità e comodità esistono in commercio anche zaini super attrezzati ma sempre completi di tutto il necessario… e per i giochi delle bimbe… cestino versione mignon per il tè del pomeriggio.
Insomma, questo si preannuncia come uno dei week end più “bollenti” quindi perchè non correre ai ripari anzi… al riparo di frondose piante, vicino alle acque di un fiume, … alla ricerca del refrigerio perduto, armati dei miei suggerimenti e di tante vivande golose da gustare con famiglia e amici.
Alla prossima!
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