Indiana Jones all’ombra della Madonnina
Indiana Jones: chi non lo conosce e non ne ha mai subito il fascino? L’esperto archeologo ed esploratore nei luoghi più esotici del pianeta ci ha fatti sognare guardando le sue storie al cinema e i suoi fans più accaniti attendono con impazienza l’uscita, prevista per il 2021, del prossimo film della serie. Ma mi credereste se vi dicessi che esiste un Indiana Jones anche a Milano, che abita a un quarto d’ora a piedi da casa mia, con tanto di laurea alla Bocconi e attività di consulente aziendale? Il nostro Indy meneghino si chiama Marco Zagni e la passione per le esplorazioni archeologiche di frontiera lo trascina da tutta la vita nei luoghi più selvaggi del mondo. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare un po’ delle sue avventure di esploratore e viaggiatore a caccia di emozioni in tutto il mondo.
Mille avventure
Marco ha viaggiato in Tibet d’inverno, una stagione in cui gli occidentali presenti si contano sulle dita di una mano, durante la preparazione del capodanno buddista tibetano, insieme alla sua bellissima moglie per avvertire in prima persona l’intensa energia spirituale dei devoti.

La moglie di Marco con due tibetane che hanno voluto farsi fotografare con lei
In Sud America, ha sfidato i pericoli della foresta pluviale fin da ragazzo in una mitica spedizione in Guyana Francese nel gruppo organizzato dal cugino Mario Ghiringhelli, noto esploratore scomparso che gli ha passato il gusto per l’avventura.

Verso la montagna di Akahim – Brasile 2018
Nel 2018 il Sud America lo ha visto protagonista di una viaggio in Brasile, a fianco di Tatunca Nara, carismatico personaggio di sangue indio-tedesco, che ha accompagnato nella foresta amazzonica personaggi famosi come il grande Jacques Cousteau.

La guida Tatunca Nara accoglie e accompagna gli esploratori nelle zone più remote dell’Amazzonia
Lo scopo della spedizione era il ritrovamento nella foresta di una città sotterranea di nome Akahim, sede di un ultimo gruppo di indios Ugha Mongulala, che riconoscono Tatunca come Principe. Qui Marco, che accompagnava il gruppo di spedizione italo-brasiliano “Akakor”, ha rinvenuto un interessante reperto archeologico in piena foresta.

Mappa della spedizione Akahim Brasile 2018
La vicenda che però Marco considera la più importante della sua vita di esploratore lo ha fatto tornare per ben 10 volte prima in Bolivia e poi in Perù, nelle regione di Cuzco: si tratta della ricerca di un sito archeologico di primaria importanza, una sorta di secondo Machu Picchu, per intenderci.

Zagni e il medico Roberto De Leo a Cuzco – Peru 2016
Parliamo di una leggendaria città perduta, di nome Paititi, in cui si sarebbero rifugiati gli ultimi Incas dopo l’arrivo dei conquistadores spagnoli che spazzarono via la fiorente civiltà incaica. Naturalmente, per motivi di sicurezza, la località precisa non è mai stata resa nota e in alcune lettere scritte da tre gesuiti nel XVII secolo se ne fa cenno senza specificare dove si trova, proprio per salvaguardarne gli abitanti.
Un probabile insediamento è stato segnalato da foto satellitari sul remotissimo Altopiano Mesopotamico nella foresta pluviale del Perù sud orientale in una località oltremodo difficile da raggiungere per la pericolosità del luogo.

Zona delle operazioni con segnate le aree di maggior interesse. Paititi si trova qui?
In molti hanno tentato di arrivarci, fin dagli anni ’20 del ‘900, ma per ora senza successo. Si parla di leggendari esploratori come il colonnello Fawcett (la cui storia ci viene raccontata nel film del 2016 “Civiltà perduta” ), il medico peruviano Neuenschwander Landa, l’esploratore statunitense Greg Deyermenjian, con cui Marco Zagni ha tuttora frequenti contatti.
E mille episodi
Mille e mille sono gli episodi che Marco ci racconta con un sorriso fanciullesco pieno di meraviglia e di gusto per l’avventura: nella natura bella, dura e selvaggia, nel rischio, nelle continue sorprese che questi viaggi riservano trova veramente il sapore della vita.
Come quella volta che si accorse all’ultimo che nella barca dove stava salendo si era accomodato un giaguaro per fare una pennichella.

Un giaguaro simile al protagonista del sonnellino in barca
O quando, ospitato a dormire in una palafitta coi suoi compagni di viaggio, ricevette la visita notturna di una pantera nera, un bel faccia a faccia.

Pantera nera
E ancora, quando un ragno gigante, una velenosissima migale, gli saltò su una gamba per poi allontanarsi “camminando” sull’acqua di un laghetto lì di fianco… Secondo una voce che circola nel mondo dell’esplorazione estrema, l’antidoto ad una eventuale puntura sarebbe dovuto essere una scossa da 20.000 volt!

Migale gigante
Incontri con pappagalli, scimmie, martin pescatori, delfini fluviali, pesci volanti, coccodrilli, coleotteri fosforescenti e dai colori cangianti. Tutto naturalmente in dimensione XXL.

Aiuto, un piranha!

Ara amazzonici

Un velenosissimo cobra Cascavel

Coleottero luminescente

Delfini di fiume
Incontri anche con popolazioni indigene che parlano idiomi misteriosi e che a volte gradiscono doni come una pentola o un machete, mentre altre volte possono non essere affatto benevole verso gli sconosciuti…

Marco Zagni con una guida nella Valle Lacco – Peru 2016
Nel frattempo a casa lo aspetta la moglie Simona, appassionata di filosofie orientali e campionessa di pazienza, che con spirito autenticamente Zen affronta lunghi momenti senza ricevere alcuna notizia perché in piena giungla anche i collegamenti vengono a mancare.
Finalmente a casa
Al ritorno a Milano, Marco studia (ha imparato il tedesco e il cinese apposta per approfondire le sue ricerche) e scrive.
Tra i vari volumi pubblicati citiamo “Impero amazzonico” (Mir edizioni, Firenze 2002) e “Il risveglio degli Antichi”(con il Rabdo Team, Graal edizioni 2018).
Per Mursia “La svastica e la runa” (2011) e “Il fascio e la runa” (2015), entrambi sulla storia dell’Ahnenerbe, il misteriosissimo gruppo che Hitler inviava nel mondo a recuperare tesori nascosti, i “cattivi” del primo film di Indiana Jones, per intenderci.
E infine, come curatore e traduttore dal francese, “Asia Mysteriosa”, di Zam Bhotiva (ed. Arkeios, Roma 2013).
Nel 2011 anche la trasmissione Voyager ha seguito e filmato le attività di Marco Zagni per una ricerca sulle Ande Centrali (località di Marcahuasi).
Inoltre, l’anno scorso il Paititi ha fatto il suo trionfale ingresso anche nel mondo dei videogame, in “2018 Shadow of the Tomb Raider” la famosissima archeologa e avventuriera Lara Croft si cimenta nella ricerca della città misteriosa.
Cercasi sponsor per la spedizione definitiva
Voce fondamentale fra le attività di Marco al ritorno a Milano è la ricerca di sponsor per le prossime spedizioni, anche perché a quanto pare ormai Paititi è localizzata e basterebbe poter disporre di un elicottero per approntare una spedizione che riesca finalmente a raggiungere l’obiettivo. Sarebbe un risultato di portata storica e di risonanza mondiale che, tra l’altro, porterebbe grande pubblicità a tutti coloro che finanziano l’impresa.
Per questo indichiamo il link per partecipare al crowdfounding in corso, tenuto dalla Associazione “Campo Base” di Roma:
https://www.produzionidalbasso.com/project/progetto-paititi-citta-perduta-inka/
In attesa di nuove, strabilianti notizie, chiudiamo con le parole di Oscar Wilde:
“Il pensiero è meraviglioso, ma ancor più meravigliosa è l’avventura.”

Marco, sano e salvo, finalmente in “edizione milanese”, insieme a me alla fine della nostra chiacchierata.
Testo di Silvia Castiglioni
Foto di: Marco Zagni, Silvia Castiglioni, Wikipedia, CampoBase Società Geografica Italiana onlus