Erba, storia e formaggio

Dal 5 al 14 aprile si può visitare, al Castello Mediceo di Melegnano, la mostra Dall’erba… i formaggi. Quadri esplicativi, tabelle d’epoca, attrezzi originali conservati dal Museo di Civiltà Contadina Luisa Carminati. Un’occasione da non perdere per vedere la mostra e anche gli interni del Castello, aperto al pubblico solo per visite guidate e occasioni particolari come questa.

L’iniziativa, realizzata grazie all’impegno del Museo della Civiltà Contadina Luisa Carminati e Slow Food Sud Milano, con il patrocinio del Comune di Melegnano, propone una vasta selezione di tavole illustrate e di oggetti legati alla cultura contadina, provenienti dal Museo. Filo conduttore è la produzione di foraggio, finalizzato all’allevamento e alla produzione del formaggio.
Fermarsi a questi tre elementi vuol dire però limitarsi a una lettura parziale del tema.
La trasformazione sociale e territoriale collegata al boom economico del secondo dopoguerra richiede un’analisi più profonda, soprattutto oggi, quando i gravi segni di malessere ambientale ci chiedono di riflettere attivamente sui limiti dello sviluppo e sui correttivi necessari a garantire un domani al pianeta e alle generazioni future. A livello globale, certo, ma anche a livello locale.

Il taglio dell’erba nella marcita.

Il campe’. E’ il sacerdote dell’acqua.

Le marcite, ad esempio. Grazie a questa rivoluzione idraulica fu possibile la messa a coltura dei terreni del Sud Milano, garantendo da un lato una enorme produzione agricola e dall’altro l’utilizzo e la depurazione delle acque reflue milanesi. Questo sistema, questo sterminato patrimonio è scomparso, o quasi, e con esso il mondo che lo aveva prodotto.

Roberto Silvestri con Elisabetta Viganò

La visita guidata di presentazione.

Nella presentazione della mostra Roberto Silvestri, di Slow Food Sud Milano, spiega: “Il titolo di questa mostra “Dall’erba… il formaggio” non è stato scelto a caso. Il venir meno dell’erba nell’alimentazione bovina moderna ha fatto sì che alcuni formaggi cambiassero gusto e che altri semplicemente non potessero più essere prodotti. E’ il caso del Granone Lodigiano di cui si è persa traccia”.
Per Elisabetta Viganò, figlia di Luisa Carminati e attuale responsabile del Museo “…è necessario salvaguardare il Museo per trasmettere almeno gli elementi fondanti di un mondo ormai scomparso. Ma non basta. Oggi il lavoro continua con il recupero e la messa in sicurezza dei racconti degli ultimi testimoni di quell’epoca tramite interviste.”
Peccato davvero per la durata limitata di questo evento che ha anche il pregio di snodarsi in alcune delle sale centrali del Castello di Melegnano, ricche di storia e di affreschi.

La Sala delle Battaglie, nel Castello di Melegnano.

Luisa Carminati

L’ingresso della mostra al Castello.

Per noi del Sud-Est Milano parlare di Cascina Carlotta e del Museo di Civiltà Contadina vuol dire ricordare le lotte contro l’avanzata del cemento alla fine degli anni ’70 e fino a tutti i primi anni ’90.
Un impegno che nasceva dall’attenzione di Luisa Carminati, insegnante e moglie dell’agricoltore Giovanni Viganò conduttore di Cascina Carlotta.
Antesignana della difesa del suolo, inizia nel 1979 a opporsi all’edificazione di una nuova zona artigianale sui terreni della cascina; nel 1980, mentre presidia una barricata di trattori per fermare le ruspe viene strattonata e ferita. Se la caverà con 8 giorni di ricovero in ospedale.
Luisa sa che per opporsi allo spreco bisogna prima di tutto valorizzare quel che si vuole difendere. Inizia quindi a raccogliere gli attrezzi, gli arredi, i vestiti della tradizione contadina che stava scomparendo. Non contenta di ciò realizza nel tempo molte tavole che illustrano il lavoro agricolo e le tradizioni contadine. Un patrimonio di disegni a matita, semplici e netti, didascalici, che  offrono però una rappresentazione diretta e non mediata della vita nelle cascine e del lavoro nei campi.

Tabella delle quantità di siero per la cagliata.

La mungitura.

Luisa Carminati muore di malattia nel 1986 a soli 56 anni. Il “suo” Museo conta più di 150 disegni e circa 1300 oggetti, tutti inventariati.
Oggi purtroppo il Museo non è agibile e la ricerca di una sede adeguata è un’impellenza per evitare che il patrimonio accumulato venga disperso.

©Foto e testi Massimo Molteni

Castello di Melegnano – ll salone delle Battaglie

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