Antonello da Messina conquista Milano
Antonello da Messina a Palazzo Reale. La straordinaria mostra evento attesa da molti, sta già incantando Milano. La sua “Annunciata” ci guarda da cartelloni e manifesti sparsi ovunque, come a ricordarci che qualcuno di davvero grande è arrivato in città. Cosa sappiamo di questo grande artista, nella cui persona realtà e mito si confondono? Che ruolo ha avuto nell’ambito delle innovazioni artistiche, quali l’introduzione della pittura ad olio in Italia? Romanzo e storia coincidono? Infine: perché questa mostra è davvero imperdibile? Proviamo a darvi qualche risposta.

Antonello da Messina, “Annunciata”, olio su tavola, 1475
Sulle tracce di un mito.
La vicenda biografica di Antonello da Messina (alias Antonio di Giovanni de Antonio) è stata oggetto di ricostruzioni difficoltose e talora contrastanti, a causa dello scarso materiale documetale utile a ricostruirla. Sappiamo che con ogni probabilità nasce a Messina attorno al 1431, ma dobbiamo subito fare un salto di ben vent’anni, fino al 1450, per avere qualche altra notizia attendibile su di lui. Ѐ allora che ha inizio, a Napoli, il suo percorso artistico presso la bottega del pittore Colantonio, entrando così in contatto con la pittura fiamminga e provenzale di cui quest’ultimo è grande cultore. I fiamminghi: un incontro fatale che segna in modo indelebile la pittura di Antonello da Messina. In seguito il pittore siciliano risale l’Italia, passando per Roma, Marche e Toscana.

Antonello da Messina, “San Girolamo nello studio”, olio su tavola di tiglio (45,7×36,2 cm), 1474-475 ca.
Ѐ proprio durante questo periodo che Antonello ha modo di conoscere la pittura del grande Piero della Francesca, da cui apprende la capacità di organizzare lo spazio secondo la prosepttiva lineare. Ѐ però l’incontro con l’ambiente figurativo veneto (in primis con Giovanni Bellini) che segna davvero il punto di non ritorno per la pittura del nostro artista. Da quest’incontro derivano, tra le altre opere, i meravigliosi ritratti virili, nei quali alla tipica posa fiamminga di tre quarti si unisce la grande abilità propria di Antonello di rendere l’io, il dato psicologico, a livelli assolutamente rivoluzionari per i tempi.

Antonello da Messina, Ritratto d’uomo anche detto “Ritratto Trivulzio”, olio su tavola di pioppo, 1476
Sempre nel breve periodo trascorso presso la Serenissima, vedono la luce opere che raggiungono livelli di pathos unico, quale lo straordinario “Ecce Homo”, anch’esso presente in mostra. O che dire dello stupefacente “San Girolamo in Studio”, costruito con un impianto spaziale tale da lasciare a bocca aperta? L’ultimo periodo della vita di Antonello, che vede suo il ritorno in Sicilia, porta quindi alla realizzazione – per citarne solo un paio – di capolavori assoluti dell’arte che sono anche due gioielli della mostra: il “Ritratto d’uomo”, detto “Ritratto Trivulzio” e il dipinto che rappresenta il sublime per eccellenza: la splendida “Annunciata”.

Antonello da Messina, “Hecce Homo”, olio su tavola (48,5×38 cm), 1473
Leggenda o realtà?
Solo pochi decenni dopo la sua morte, Antonello è già entrato nel mito. Tracce e documenti infatti sono presto perduti. La situazione perciò non può essere più favorevole di così per la trasfigurazione di un uomo, il cui nome ha molto presto vissuto di vita propria, ben oltre la realtà biografica dell’uomo. Giorgio Vasari, nelle sue famose “Vite” (1550 – 1568), ha costruito come un vero e proprio romanzo, secondo il quale il nostro allora giovane artista siciliano, avrebbe ricevuto il segreto della pittura ad olio direttamente dalla bocca di Giovanni da Bruggia, cioè nientemeno che da Jan van Eyck, affascianto dalla grazia del pittore messinese.

Antonello da Messina, “Polittico dei Dottori della Chiesa”, olio su tavola, 150×142 cm, smembrato in vartie collezioni. 1470-75.
Quasi come eroe prediletto dagli dèi, ecco che Antonello avrebbe portato direttamente la nuova tecnica dal Nord Europa al Mediterraneo. C’è subito da dire che la storia, per quanto affascinante, è abbastanza incredibile. Basti considerare che il maestro fiammingo muore già nel 1441. Il tempo passa e, nel corso del seicento, la leggenda su Antonello si arricchische ulteriormente. Carlo Ridolfi, nellle “Meraviglie dell’arte”, narra di un Giovanni Bellini che inganna Antonello. Si fa infatti ritrarre in vesti senatoriali, solo per carpire il segreto di come l’artista siciliano immerga il pennello in una fiala d’olio di lino prima di stendere il colore in velature successive. L’Ottocento contribuisce con ulteriori aneddoti, fino a che, è soltanto con il lavoro di Giovanni Battista Cavalcaselle (1819-1897), che si riesce a ricostruire una cronologia plausibile del geniale artista di Messina.

Antonello da Messina, “Ritratto di ignoto marinaio”, olio su tavola,31×24,5 cm, 1470 ca.
Perché visitare la mostra
La mostra è assolutamente da visitare per diverse ragioni. In primis perché, se siete amanti dell’arte, Antonello da Messina è uno di quei geni che hanno saputo lasciare una traccia indelebile nella storia della pittura italiana. Quindi perché si tratta di una mostra estremamente ricca. Infatti, nel novero del numero pur limitato di opere attribuite al maestro (35), ben 20 sono presenti a Milano, provenienti da grandi istituzioni italiane e internazionali come: National Gallery di Londra, Uffizi e Philadelphia Museum of Art. Infine la ragione forse più importante di tutte. La bellezza delle opere esposte raggiunge un livello così alto da prometterci un’esperienza assolutamente unica, da vivere a bocca aperta e a occhi splancati.
Orari della Mostra
- Lunedì: 14:30 – 19:30 (9.00 – 14.30 solo scuole)
- Martedì – Mercoledì – Venerdì: 09:00 – 19:30
- Giovedì e Sabato: 09:30 – 22:30
- Domenica: 09:00 – 19:30
La biglietteria chiude un’ora prima