Luino: terra di confine, riflessi d’acqua, immagini di scrittori e artisti
La primavera è alle porte, le giornate si allungano e il clima comincia a essere più mite e come ogni anno in questo periodo vi proponiamo qualche giro fuori porta, meglio se di breve durata e poco dispendioso. Oggi vi portiamo a Luino, sulla sponda orientale del Lago Maggiore.
Ci si arriva facilmente dall’autostrada dei Laghi A8 in direzione Varese, poi si devia per il Verbano. Questa zona ci regala, con i primi tepori primaverili sempre scorci sorprendenti, motivo per cui è soprannominata “Costa Fiorita”. Luino ne è uno dei centri principali anche per il fatto di ospitare ogni mercoledì il famoso e antico Mercato Internazionale, diritto acquisito dal 1541, dopo l’occupazione spagnola della Lombardia, dal sovrano spagnolo Carlo V, concessione confermata nel 1786 e vigente fino ai giorni nostri. Questo ed altri motivi, che ora vi illustreremo, hanno sospinto la sua vocazione culturale e turistica, essendo prossima peraltro al confine piemontese e a quello elvetico.

Casa Marchetti: una delle case a corte più antiche di Luino, dove sono stati rinvenuti resti romani e un capitello del XII-XIII sec., oggi ospitante una locanda (foto di Robert Ribaudo)
Storicamente la cittadina detiene una serie di primati: nel corso del Medioevo fu oggetto di contesa tra potenti famiglie milanesi e comasche, riuscendo, però, sempre a difendere la sua libertà ed autonomia comunale, prerogativa non semplice essendo al confine tra il regno sabaudo, gli Svizzeri, che la occuparono per breve periodo all’inizio del XVI sec., e il ducato Visconteo che ne fece uso come avamposto militare.
In tema di proclamata indipendenza, nel 1848 i patrioti piemontesi sbarcarono qui per far insorgere la cittadina contro l’occupazione straniera e Garibaldi si scontrò alla Luina contro gli Austriaci. La città nel 1867, dedicò al generale nizzardo il suo primo monumento italiano, quando egli era, tra l’altro, ancora in vita.
Il borgo inoltre si giova di una vecchia stazione ferroviaria, che ebbe, in passato, grande importanza: prima della nascita dell’asse Como-Chiasso, era, infatti, passaggio obbligato per il San Gottardo) e per i commerci d’Oltralpe.

Uno scorcio del lago dalla lunga passeggiata (foto di Robert Ribaudo)
Nell’Ottocento fu a supporto della incipiente industrializzazione della zona, a forte valenza tessile e che richiamava operai anche dai vicini cantoni svizzeri. Insieme all’industrializzazione si sviluppò una forte coscienza operaia, laica, di matrice anglosassone e calvinista, accompagnata da opere con finalità sociali, di marca socialista e poi moderata.
Questa sua predisposizione ad essere crocevia di gente e merci, ne fece luogo d’elezione di molti scrittori ed esponenti culturali.
E’ inutile citare per primo il famoso pittore che prende il nome dallo stesso borgo, ma facente parte di un ramo degli Schapis da Dumenza, da cui proviene appunto Bernardino Luini, illustre pittore della cerchia leonardesca.

Un’opera di Bernardino Luini a Milano, presso la chiesa di S. Giorgio al Palazzo (foto di Robert Ribaudo)
Ernest Hemingway scrive in Addio alle armi:«”Vidi uno spacco cuneiforme tra le montagne sull’altra sponda e pensai che dovesse essere Luino”»
E’ la cittadina dove Alberto Lattuada ha girato Venga a prendere il caffè da noi, e Marco Vicario alcune scene di Il cappotto di Astrakan, film tratti da due romanzi di Piero Chiara, scrittore nativo di Luino. Per il centro storico infatti non è difficile imbattersi in segnaletica turistica che ci indica alcuni luoghi di elezione dello scrittore. Anche lo scrittore Vittorio Sereni ha impresso dei suoi racconti la vita di Luino.
Oltre, ad una serie di antiche chiese cattoliche, che fecero tra il XVI e XVII sec. da presidio dello spirito controriformistico contro l’avanzare delle idee protestanti provenienti dalla vicina svizzeri, vi consigliamo di inoltrarvi all’interno del centro storico, ricco di palazzi in pietra con ampie corti interne.

La vecchia darsena (foto di Robert Ribaudo)
Ma sono gli scorci sul lago che destano sempre tanta meraviglia, percorrendo la nuova passeggiata costiera che dalla vecchia darsena si spinge fino al porto turistico e ancora, giù fino alla foce del Tresa. Interessante è anche la strada che costeggia il fiume fino a Ponte Tresa, che cammina lungo il confine elvetico. Rappresenta il naturale collegamento peraltro tra il Lago Maggiore e quello di Lugano e nel giro di pochi Km, attraverso una strada dai panorami molto suggestivi, tra i boschi e tra salti d’acqua , si passa dal clima umido del Lago Maggiore a quello fresco e arieggiato che caratterizza il Ceresio.

Scorcio del Lago di Lugano, dove il Tresa si immette nel Ceresio (foto di Robert Ribaudo)
Altra possibilità di visita è rappresentata dall ‘imbarcadero che permette il collegamento con la sponda piemontese: i collegamenti diretti più frequenti si svolgono nel periodo marzo-ottobre, e portano alle località di Cannero Riviera, Cannobio, Locarno e Stresa. Questa attività è frutto della dominazione austriaca che durante la restaurazione, in concomitanza anche con l’attivazione del servizio di navigazione Arona-Locarno, potenziarono Luino costruendovi un porto e creandovi un commissariato di polizia doganale.

La navigazione da e per Luino in battello (foto di Robert Ribaudo)
Insomma vi proponiamo una bella gita con risvolti e spunti interessanti sia dal punto di vista paesaggistico-ambientale, sia storici.