MAX VS MAX: satira, provocazione e libertà alla Mondadori
“MAX VS MAX”: è questo il titolo della nuova mostra presso la Mondadori di Piazza Duomo, parte del progetto: “Start L’arte per tutti”. A confronto confronto due personaggi estremi: Max Papeschi e Max Fontana. Il primo è un artista dalla biografia tanto folle da sembrare inventata; il secondo è anch’egli caratterizzato da una storia che possiamo definire al limite del plausibile.
Scoprite con noi di chi si tratta, in un viaggio tra realtà e fantasia, che attraversa ironia, sarcasmo, libertà di espressione.

Max Fontana: Macchina per tagliare il numero di parlamentari
IL MISTERIOSO MAX FONTANA
Cominciamo dal misterioso Max Fontana. Un personaggio per certi veri inquietante, che si definisce: “Il più grande artista dopo Hitler”. Un artista decisamente Dada, visto che, disprezzando l’arte, finisce per diventare egli stesso il più grande artista dei suoi tempi. Come è possibile però che il nome di questo notissimo artista non ci faccia venire subito in mente un volto? Nemmeno un’opera a dire il vero… La risposta è molto semplice: perché non esiste!
Questo bizzarro carattere è il protagonista di un libro, frutto della fantasia e della penna di Massimiliano Parente, lui sì esistente. Uno scrittore che è da sempre un naturale “perturbatore” e che non poteva che creare un personaggio altrettanto perturbante.

Just Married – Max Papeschi
L’INCONTRO TRAI I DUE MAX E IL FOLLE PARTO
Abbiamo parlato di un pittore che non esiste. Le opere esposte alla Mondadori allora di chi sono? Si tratta del frutto di un incontro fortuito, ma altrettanto fortunato, tra lo scrittore Massimiliano Parente e un artista in carne ed ossa: Max Papeschi. Grazie a quest’ultimo, le idee provocatorie e folli dell’immaginario Max Fontana hanno preso forma, diventando finalmente opere e installazioni reali. Ecco quindi per la prima volta esposte a Milano opere come: la macchina per tagliare il numero dei parlamentari, il bottone dell’odio e Heil Mary!
Verrebbe naturale chiedersi a questo punto come l’idea di queste opere sia sia generata dalla mente di Parente. La risposta dello scrittore è disarmante e nel contempo quasi ovvia: non ha fatto altro che entrare nel personaggio. Lo ha creato e quindi ne è stato “posseduto”. Per un amante dell’arte come lui, laureato tra l’altro proprio su Marcel Duchamp, animatore del Dadaismo e del Surrealismo, la “nascita” di Max Fontana è stato come un parto inconsciamente atteso da tempo.

Casa Vianello – Devastazione 2 – Max Fontana copia
PROVOCAZIONE E LIBERTA’
Durante la serata di presentazione della mostra con relativo catalogo, si è ampiamente discusso di alcune opere presenti. Una in particolare ha attratto inevitabilmente l’attenzione di molti. La trovate di fronte a voi non appena entrate nello spazio espositivo Mondadori. Si tratta di “Heil Mary”. Quest’opera viene presentata così: “Tecnica mista con volto di politico austriaco su mezzobusto di icona religiosa di sesso femminile”. Alcuni potrebbero sentirsi alquanto sconvolti nel vedere quello che, di fatto, è un Hitler nei panni di Maria. Parente quindi spiega l’origine di questa inquietante visione, poi tradotta in realtà da Papeschi. Il tutto nasce dalla sua personale opinione secondo la quale nella storia dell’uomo la religione è diventata un’ossessione e che tale ossessione spesso si è fatta anche politica. Un ossessivismo non dissimile a quanto avvenuto per il nazismo. Possiamo perciò affermare – continua Parente – che per certi versi “la religione è come il nazismo”. Pensando alla storia del cristianesimo, basti richiamare alla mente tutte le uccisioni avvenute nei secoli passati di tutti coloro che non si sono voluti allineare alla visione ufficiale della Chiesa (o delle Chiese). Personalmente non condivido questo pensiero (o non del tutto), in quanto non credo proprio che religione e nazismo possano essere messi sullo stesso piano in modo tanto “acritico”, senza alcun distinguo.

Max Fontana: Heil Mary
Che vi siano state violenze in nome della religione nessuno può e deve negarlo. Non si può però certo sostenere che la Chiesa si sia messa a tavolino a programmare lo sterminio di un popolo in quanto tale, per mezzo di una “soluzione finale”. In ogni caso, che condividiamo o meno questa lettura di Parente, di sicuro vi è il pieno diritto che quesa venga espressa.
In caso contrario, se si volesse impedire la libera espressione, sarebbe un fatto gravissimo, non dissimile a quello tragicamente avvenuto nel caso di Charlie Hebdo. La libertà di pensiero va sempre difesa.

Uno su mille ce la fa – Max Fontana
LE RAGIONI PER VISITARE LA MOSTRA: NE BASTEREBBE UNA SOLTANTO
Le opere esposte dell’artista Max Papeschi, che ha reso visibile il pensiero di Max Parente, sono perciò una sfida (nel vero senso del termine), giocata attraverso una selezione di irriverenti e sarcastiche opere d’arte, inframezzate da citazioni a sorpresa, commenti perentori e dialoghi al limite del surreale. Una sfida che sa far riflettere. E molto. Anche solo per questo, non andrebbe persa.
“Il cervello: se lo coltivi funziona. Se lo lasci andare e lo metti in pensione si indebolisce. La sua plasticità è formidabile. Per questo bisogna continuare a pensare.”
(Rita Levi Montalcini).
Mostra visitabile fino al 24 febbraio. INGRESSO GRATUITO.