Il lodigiano: la Storie e altre storie in un graphic novel, passando pure da Diabolik

In un sorprendente graphic novel, la Storia si intreccia con le storie di 14 personaggi più o meno famosi che sono nati o hanno lasciato il segno nel territorio lodigiano. Tra queste pagine appaiono assi del volante, ma anche Alessandro Volta, e ancora Napoleone o Gino Marchesi, “papà” di Diabolik ed Eva Kant, fumettista che è anche padre della nostra amica e food-blogger Mariangela Marchesi, tra gli autori di Milano al Quadrato.

Ho avuto il piacere di intervistare brevemente Francesco Dionigi, giornalista de Il Cittadino – quotidiano del lodigiano e del SudMilano – che, spinto da un grande amore per la ricerca storica regionale, ha raccontato queste 14 appassionanti vicende raccolte nel suo territorio. Un lavoro a 4 mani con il vignettista Alessandro Colonna, che ha realizzato le illustrazioni. Ha cominciato a parlarmi del titolo dell’opera ovvero “Nati o stati – Personaggi lodigiani tra storia e storie”, perché dedicata a quei protagonisti che hanno avuto i natali nel lodigiano o vi sono transitati lasciando qui la loro impronta.

Volume che farà parte di una trilogia: il secondo capitolo sarà “Nati e andati”, e il terzo “Nati e Rimasti”; in concreto, a guidare lo sviluppo della narrazione, sarà il rapporto con questa terra e la scelta di aver continuato o meno a cercare/trovare qui la fortuna. Posso assicurare che le storie sono ghiotte, interessanti e anche argute, e stuzzicano molto la curiosità del lettore.

La strana prova di Enzo Ferrari

Del resto i due autori sono una coppia artistica collaudata, perché insieme hanno già realizzato alcuni fumetti destinati a far conoscere al pubblico le vicende del territorio e personaggi dell’area lodigiana forse meno famosi nell’epoca attuale: come nel caso di Francesco Agello, che nel 1934 stabilì il record mondiale di velocità sugli idrovolanti.

O ancora Giuseppe Campari (entrambi i personaggi sono presenti anche nel graphic novel), asso del volante e vincitore di due edizioni della Mille Miglia, il cui “secondo” era un certo… Enzo Ferrari! Nel fumetto è riportato l’aneddoto attribuito a un racconto di Ferrari che mentre è in auto con Campari per le prove della Mille Miglia, dal fondo dell’auto partono schizzi di liquidi che lo colpiscono al volto. Preoccupato gli dice che forse stanno perdendo olio… il pilota gli risponde in dialetto di non preoccuparsi perché… quando ci si allena non ci si può fermare a fare la pipì!! (“Bisugna pur allenass a pissass adoss”).

Napoleone, la tinozza, e una cameriera curiosa

Tra le altre brevi e simpatiche biografie lodigiane non mancano le vicende di autentici VIP della storia, come nel caso di Giuseppe Garibaldi che visse un amore segreto nella Bassa. Ma ancora più gustoso l’episodio che mi ha anticipato Dionigi durante l’intervista a proposito di Napoleone. Dopo aver sbaragliato gli austriaci nella battaglia del Ponte di Lodi, viene ospitato nel palazzo della famiglia Pedroli a Lodi.

C’è grande fermento nella casa non solo nei piani alti, ma anche tra il personale di servizio. Le donne si domandano curiose se il Generale fosse davvero un grande… anche nella virile dotazione (“Chissà che armadura el gà suta el general”, ovvero “l’armatura che sta sotto”). Una di loro, la Giuana, ha il compito di portare l’acqua calda a Napoleone per il bagno nella tinozza, e viene incaricata di “buttare un occhio” per fare una corretta valutazione. Al ritorno dalle colleghe afferma “Fiole, el me fares nianca spurin”, in sostanza, non le potrebbe fare neanche il solletico!! Tesi poi confermata da un urologo americano che nel 1972 pare abbia acquistato a un’asta il pene di Bonaparte dicendo che le misure del generale fossero 4,5 cm in stato di riposo e in “altro stato” di 6,1 cm. L’autore conclude il capitolo dicendo “Giuana la gheva rason”.

Sapevate che Diabolik ed Eva Kant fossero originari di Brembio?

C’è un capitolo che mi sta molto a cuore: è dedicato a Luigi “Gino” Marchesi, padre della cara amica Mariangela Marchesi che su MAQ parla in qualità di appassionata foodblogger, e di cui ho avuto il piacere di essere collega (così come dei figli) nei primi tempi della mia carriera di creativa pubblicitaria, presso la casa Editrice Mondadori di Segrate, dove Luigi operava come art director e grafico. Gino, nato a Brembio, fin da giovane rivela doti eccellenti come vignettista e fumettista, collaborando con editori e testate affermate. Nel 1963, inizia a collaborare per Diabolik, della casa editrice Astorina: progetto che lo consegna alla storia del fumetto. Il suo contributo, che ha inizio dalla terza uscita dopo due primi numeri non molto “a fuoco”, permette al personaggio e alle sue storie di conquistare il favore del pubblico. E qui ci ricolleghiamo alle vicende del graphic novel lodigiano: le sorelle Giussani, ideatrici del personaggio, chiedono in particolare a Gino di fare un restyling del protagonista, soprattutto a livello espressivo. Insomma, il fumettista si impegna molto per caratterizzare il volto di Diabolik… ed ecco l’intuizione: in un notte d’inverno, tornando da Casale dopo una serata danzante, Gino è in auto con l’amicone e concittadino Gino Polenghi. Lo osserva attentamente di profilo, si ferma e schizza gli occhi del diabolico personaggio: da quel giorno in poi, gli occhi di ghiaccio, il taglio degli occhi, le sopracciglia del Polenghi sarebbero diventati quelli di uno dei fumetti più amati di sempre.

Ma non è tutto! Nel libro si parla anche di quando Gino tratteggiò Eva Kant, la fidanzata di Diabolik. Angela Giussani gli chiede di disegnare una donna che rievocasse lo stile di Grace Kelly. Ma per i capelli Gino ha un’altra ispirazione! Lo chignon della futura moglie di Gino, diviene l’acconciatura preferita di Eva Kant. Marchesi sarà invitato anche a ridisegnare del tutto il primo numero e in tutto creerà 6 numeri di Diabolik.

Non mi resta che invitarvi a leggere questo avvincente e simpaticissimo graphic novel, ricordando anche che la coppia di autori l’anno prossimo pubblicherà un libro a fumetti dedicato a Gianni Brera – che in realtà perse la vita in un incidente nel lodigiano -, in occasione del centenario della sua nascita. E chiudo con un ringraziamento a Francesco Dionigi e al tempo che mi ha dedicato.

In copertina: Gino Marchesi nel capitolo a lui dedicato in “Nati o stati – Personaggi lodigiani tra storia e storie”

 

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