Romanticismo
“Romanticismo”. Questa la mostra che è possibile ammirare fino al 16 marzo 2019, che vede la collaborazione di due importantissimi poli museali milanesi: le Gallerie d’Italia e il Museo Poldi Pezzoli. Un evento che non è solo affascinante, ma che rappresenta una prima assoluta nelle intenzioni e – possiamo davvero affermarlo – nei risultati. Scopritelo con noi facendo un viaggio incredibile nel romanticismo, come non l’avete mai visto.
UNA PRIMA ASSOLUTA
La mostra è la prima in assoluto dedicata al Romanticismo e al contributo italiano dato al movimento. È proprio in questa particolare ottica che si intende evidenziare come l’arte romantica abbia saputo interpretare, in tutte le sue varie forme (letteratura, musica e arti figurative), i profondi cambiamenti intervenuti nell’arco temporale che va dal Congresso di Vienna (1815), fino ai movimenti del 1848 che hanno poi condotto alla Prima Guerra di Indipendenza. Eventi come le Cinque Giornate di Milano e le insurrezioni a Roma e Venezia. Le opere esposte non sono solo arte che affascina per la sua bellezza unica, ma trasuda, dai suoi colori e dalle sue forme, di tutto quel sentimento patriottico che ha portato, nella lotta, nel sacrificio, e anche attraverso il trauma della violenza e della guerra, alla costituzione dello stato unitario.
MILANO AL CENTRO: DALLE 5 GIORNATE… ALLA CALLAS
Non è certamente un caso che questa straordinaria esposizione trovi in parte la sua collocazione anche in quello splendido scrigno che è la casa-museo voluta da Gian Giacomo Poldi Pezzoli: nobile animato da forte spirito patriottico, il Poldi Pezzoli ha sostenuto con convinzione i movimenti anti austriaci, fino a prendere direttamente parte alla sommossa delle Cinque Giornate.

Carlo Canella, Porta Tosa a Milano, 1848-1850
In Italia infatti, il connubio Romanticismo – Risorgimento è indissolubile, e Milano è stata protagonista di primo piano di questo periodo storico così importante per la nostra nazione, sia da un punto di vista politico, sia artistico, dove quest’ultimo aspetto è stato potente espressione del primo. Milano ha mostrato tutta la forza di una città interamente coesa contro l’occupante straniero, in tutte le sue componenti sociali, dalla nobiltà alle classi più umili, unite come corpo unico nella lotta. Il terribile maresciallo austriaco Radetzky, nel suo rapporto a Fiquelmont (19,21 e 22 marzo 1848), così testimonia:
“[…] Ieri la battaglia è continuata con grande furia; ci debbono essere stati molti caduti da entrambe le parti; non posso dichiarare le mie perdite, perché mi mancano ancora i dati completi. La città di Milano è stata sconvolta fin dalle fondamenta, tanto che è difficile farsene un’idea. Non cento, ma mille barricate bloccano le strade, e il partito, nell’esecuzione delle sue misure, dispiega un’avvedutezza e un’audacia che indicano con assoluta evidenza che alla testa ci sono capi militari fatti venire dall’estero. Il carattere del popolo di Milano mi sembra trasformato come per un colpo di bacchetta magica: il fanatismo ha preso persone di ogni età, di ogni rango, uomini e donne”.

Carlo Bossoli, La messa in Duomo in commemorazione dei caduti delle Cinque Giornate, 1848
La pittura romantica, in questo contesto storico, ha svolto in pieno il ruolo di “reportage celebrativo” degli importanti sommovimenti politici propri del Risorgimento italiano, come nel caso della vicenda di Porta Tosa a Milano – del cui particolare nome abbiamo parlato – nel dipinto di Carlo Canella. Allo stesso modo, sono sempre i dipinti, a denunciare gli orrori della guerra, come testimoniato dal dipinto di Girolamo Induno “La Trasteverina colpita da una bomba” (1850), con lo stesso intento documentale di molti terribili scatti che oggi ci giungono dalle zone di guerra.

Girolamo Induno, Trasteverina colpita da una bomba, 1850
Le opere esposte sono oltre 200, tra le quali i dipinti dei maggiori interpreti della pittura romantica italiana: Francesco Hayez, Giuseppe Molteni, Giovanni Carnovali detto Il Piccio, Massimo d’Azeglio, Giovanni Migliara, Angelo Inganni, Giuseppe e Carlo Canella, Ippolito Caffi, Salvatore Fergola, Giacinto Gigante, Domenico Girolamo Induno.
Tra le sculture spiccano in particolare i lavori di tre maestri: Lorenzo Bartolini, Pietro Tenerani e Vincenzo Vela. Non mancano però i grandi artisti, di diversa nazionalità, attivi in Italia, come Caspar David Friedrich, Franz Ludwig Catel, Jean-Baptiste Camille Corot, William Turner, Friedrich von Amerling, Ferdinand Georg Waldmüller, Karl Pavlovič Brjullov, con opere che permettono di approfondire le relazioni intercorse tra il Romanticismo italiano e quello europeo.

Il Trionfo di Dante (1831), vetrata di Giuseppe Bertini. Museo Poldi Pezzoli.
Non è poi possibile dimenticare la musica, l’opera, e il suo tempio, che a Milano ha la sua sede: il Teatro alla Scala. È dal famoso teatro che giungono alcuni splendidi vestiti in esposizione, utilizzati per rappresentare alcune tra le opere più famose dell’ottocento (Nabucco, Anna Bolena, Lucia di Lammermoor). Davvero mozzafiato è il famosissimo vestito indossato da Maria Callas nell’Anna Bolena messa in scena nel 1957, esecuzione che è unanimemente riconosciuta come una della performance più alte di tutta la grande carriera della diva.

Photo by: Pietro Scordo
La mostra è una prima assoluta. Le opere sono magnifiche. Le Gallerie d’Italia e Il Museo Poldi Pezzoli sono location eccezionali. Davvero non servono altre ragioni per dire che l’evento è assolutamente imperdibile.
Orari
Gallerie d’Italia
Da martedì a domenica dalle 9:30 alle 19:30.
Giovedì dalle 9:30 alle 22:30.
Chiuso il lunedì.
Ultimo ingresso: un’ora prima della chiusura.
Museo Poldi Pezzoli
Da mercoledì a lunedì dalle 10:00 alle 18:00.
Giovedì dalle 10:00 alle 22:30.
Chiuso il martedì.
Ultimo ingresso: 30 minuti prima della chiusura.