Ricettari di famiglia: un tesoro prezioso da tramandare!
Il più antico esempio di preparazione “gastronomica” scritta a mano (se così si può dire), risale addirittura all’antica Babilonia. Trascritta su ricettari, o meglio incisa dall’uomo su pietra a caratteri cuneiformi, nel lontano 1750 a.C. Questa particolare tavoletta, (la vedete in foto) riporta 25 ricette, sia di carne che di verdure, incluse dettagliate istruzioni e procedimenti. Ma l’uomo non si è fermato li… ha proseguito nella buona abitudine di voler lasciare traccia di sé e della propria cultura attraverso i secoli.In prima analisi, è interessante scoprire come si tramandano ricettari appartenuti alle nonne, anche se con piccole variazioni, ritocchi e contaminazioni più attuali, ma rimanendo aderenti a se stessi. Mi è bastato chiedere: in ogni famiglia fa capolino almeno un piatto simbolo, una minestra particolare, una torta paesana, che viene riproposta in occasioni speciali… o per il puro piacere di rivivere profumi, sapori, colori ed atmosfere. La cucina era ed è tutt’ora il cuore della casa: il luogo della condivisione di un pranzo, non necessariamente costoso. Ecco il perché dell’importanza di passare il testimone: chi ha impastato pane, girato polenta, cotto minestre, spiumato (ahimè) polli… ci ha lasciato un patrimonio autentico che non va assolutamente disperso. Ma non solo: oltre alle ricette tramandiamo legami con chi non è più con noi.
IL CASO LETTERARIO…
È stato per puro caso che ho deciso di inaugurare la nuova “stagione” di MaQ con un articolo sulla memoria. Una richiesta insolita: “Mamma, mi devi lasciare le ricette di famiglia, ma non sul blog, anche su un piccolo quaderno… scritte a mano.” Come prima cosa ho acquistato immediatamente un ricettario molto carino, da compilare dettagliatamente… quello che vedete riprodotto in home page. Poi, sempre per caso, dopo qualche giorno apro il giornale e leggo un articolo della scrittrice triestina Susanna Tamaro e del suo
legame con Italo Svevo. Giorni fa, il 13 settembre, è uscito in libreria “Il Ricettario di Casa Svevo” edito da La nave di Teseo. Nel volume sono state raccolte le ricette di Dora Veneziani (cognata di Svevo) bisnonna di Susanna Tamaro che ne ha curato la premessa. In uno dei suoi libri più celebrati, “Va dove ti porta il cuore”, viene appunto citata una torta al cioccolato (tramandata appunto dalla bisnonna). Da qui lo spunto per un articolo dedicato alla memoria gastronomica di famiglia.
LA TEORIA DEI GENI TRAMANDATI
Il pensiero della Tamaro è davvero curioso e fa riflettere: può essere che l’aver consumato, condiviso gli stessi piatti di famiglia abbia dato luogo ad una specie di legame genetico e creato 2 scrittori di talento nella stessa progenie.
Personalmente non mi sono mai soffermata ad analizzare l’aspetto gastronomico ma certo è che la mia famiglia è legata doppio filo dalla creatività, dal talento espressivo in cucina e in campo artistico/visuale. Sarà un caso?
Se poi abbiamo mangiato la stessa “Torta della Sagra”, lo stesso “pancotto” e il gene si è trasmesso… beh… viva le ricette di famiglia e i loro benefici.

©Demetra Ed.
Per questa e molte altre ricette… di famiglia affidatevi al mio blog!
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