ALFABETA: dov’è il tuo fantastic planet?
Pablo Picasso diceva: “L’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni”.
Ed è proprio questo che fa Andrea Bianconi, che espone presso la Nuova Galleria Morone in Via Nerino 3, con la sua personale ALFABETA, fino al prossimo 6 luglio.
Ci vuole scuotere con la sua arte, ponendoci una domanda, che è la sua, ma che diventa poi la nostra…e che domanda!

Io (a destra) con Andrea Bianconi (a sinistra). Ph_Fulvio Mandrini
L’ARTISTA
Andrea Bianconi, classe ’74, è un artista veneto, davvero originale, che ha letteralmente girato il mondo (Oslo, Berlino, Mosca, New York, Rio de Janeiro, ecc), creando installazioni piene di istinto, poesia, intimità e che, soprattutto, sono cariche di domande, che fa a sé stesso, ma anche a noi, spingendoci alla costante ricerca di noi stessi.

Ph_Fulvio Mandrini
La sua è un’arte che non nasce per essere semplicemente ammirata (anche se è davvero di impatto, non c’è che dire!), come fosse un mondo “altro” da noi, ma è un alter ego con il quale siamo chiamati a dialogare costantemente, a tal punto che noi stessi diventiamo arte. Andrea in fondo, ripropone in modo nuovo, sempre diverso e creativo, l’antico motto del’oracolo di Delfi: “conosci te stesso”.

Ph_Fuilvio Mandrini
A molti potrebbe sembrare qualcosa di troppo filosofico, per nulla concreto. In realtà però, cosa vi può essere di più concreto, se non il chiederci chi siamo, e quale sia il nostro mondo, il nostro “fantastico pianeta” (per riprendere l’espressione dell’artista). Chi non è stanco di dover vivere come vogliono o come ci vedono gli altri? Chi non è alienato dal dover fare, ogni singolo giorno, sempre le stesse cose, in modo quasi meccanico, come se non fossimo vivi? E noi dove siamo? Vi sembra una domanda da poco?

Andrea Bianconi. Ph_Fulvio Mandrini
LA MOSTRA
Il titolo della mostra: “ALFABETA”, fa riferimento a un mondo articolato di segni, parole e immagini, proprie della ricerca dell’artista. Bianconi, infatti, si esprime con linguaggi e media diversi, in un vortice di segnali ripetuti ossessivamente, che creano un’installazione site specific nel nome di un diverso senso creato nell’espressione ad effetto: “fantastic planet”.

Ph_Fulvio Mandrini
Al centro dello spazio espositivo un piccolo sgabello girevole contribuisce a coinvolgere lo spettatore che, seduto, legge e rilegge le parole fino ad essere portato a chiedersi se il fantastico pianeta sia dentro o fuori di sé. Una piccola gabbia, soggetto tra i più amati dall’artista, insiste e rafforza l’idea che le risposte possano trovarsi anche dentro di noi, se sappiamo interrogarci onestamente e profondamente.

Ph_Fulvio Mandrini
Il concetto direzionale del percorso umano avviene, poi, attraverso il gioco delle frecce nel wall drawing, con la velocità e il desiderio di dare un’immagine al linguaggio. E’ introno a questi spunti che la mostra si sviluppa come monito, avvertimento, provocazione intellettuale, con oggetti, elementi, segni. E’ un moto perpetuo fatto di labirinti, un vocabolario eclettico che appartiene al mondo interiore di Andrea Bianconi.

Ph_Fulvio_Mandrini
Andrea certamente si presenta in modo unico e innovativo, anche divertente, ma allo steso tempo profondo. Non si può non accogliere, se non con estrema serietà, il monito dell’oracolo di Delfi, considerato una delle massime più alte della sapienza antica. Allo stesso modo, nonostante il divertimento non sia assolutamente escluso, l’ossessivo mantra moderno di Bianconi, ha una profondità non meno potente. L’invito è lo stesso. La forma è nuova: nata dall’intimo della sensibilità di un uomo e, in quanto tale, di per sé stessa “sacra”. Non vi resta che sperimentare quest’esperienza dove non solo potrete ammirare una creazione originale, ma forse, chissà, potreste anche ritrovare qualcosa di voi. Forse, proprio il vostro “fantastic planet”.
Tutte le foto sono di: Fulvio Mandrini