Dürer e il Rinascimento tra Germania e Italia
Fino al 24 giugno 2018, l’eccezionale mostra: “Dürer e il Rinascimento tra Germania e Italia”, che non solo è solo una monografia (la prima i Italia), dedicata al massimo esponente del Rinascimento tedesco, ma è anche il progetto ambizioso (e riuscitissimo!) di raccontare un dialogo tra Italia e Germania, intessuto nello splendore dell’arte. Perché non la dovreste perdere? Scopriamolo insieme!

Albrecht Dürer, Autoritratto con pelliccia, 1500, olio tu tavola
La mostra offre ai visitatori la possibilità di ammirare circa 130 opere, tra cui 12 dipinti di Albrecht Dürer, insieme a 3 acquerelli e circa 60 tra disegni, incisioni, libri, manoscritti, rivelando così il carattere innovativo della sua arte dal punto di vista tecnico, semantico e iconografico. Il corpus del maestro di Norimberga è affiancato da alcune opere significative di artisti tedeschi a lui contemporanei, come Lucas Cranach, Albrecht Altdorfer, Hans Baldung Grien, Hans Burgkmair e Martin Schongauer da un lato; di grandi pittori, disegnatori e artisti italiani che hanno lavorato fra Milano e Venezia, come Tiziano, Giorgione, Andrea Mantegna, Leonardo da Vinci, Giovanni Bellini, Andrea Solario, dall’altro.
Albrecht Dürer è comunemente riconosciuto come colui che ha davvero saputo portare il vento nuovo del Rinascimento a nord delle Alpi, a tal punto consapevole dell’unicità del momento storico-artistico da lui vissuto, da essere sempre lui, con ogni probabilità, a tradurre con termine tedesco “Wiedererwachung” il concetto di “Rinascimento” coniato a suo tempo dal Petrarca. Nativo di Norimberga, una delle città economicamente ed artisticamente più effervescenti della Germania, sente assai presto la necessità di viaggiare, guardando all’Italia quale meta privilegiata al fine di trarre ispirazione per la sua arte.

Albrecht Dürer, Adorazione dei magi, 1504, olio su tavola
Dopo aver sposato la donna scelta per lui dal padre, Agnes Frey, figlia di un ramaio, con la quale vivrà sempre un rapporto tutt’altro che semplice, riparte immediatamente alla volta dell’ Italia, in un viaggio per lui decisivo (1494 – 1495), a seguito del quale riesce a sovrapporre la tradizione nordica alla modernità del Rinascimento italiano: impossibile per lui sfuggire al fascino esercitato da grandi artisti quali Andrea Mantegna o Giovanni Bellini.
A seguito dello scoppio di un’epidemia di peste a Norimberga nel 1505, parte per un secondo viaggio in Italia, con destinazione Venezia, poco curandosi delle sorti dell’amata moglie, lasciata senza troppi indugi in Germania!

Albrecht Dürer, Ritratto di giovane veneziana, 1505, olio su tavola
A Venezia pare che Albrecht sia stato letteralmente stregato dagli abiti delle donne veneziane, dalle fogge davvero insolite per lui: possiamo davvero dire che già a quel tempo la moda della penisola non passa certo inosservata, tanto più agli occhi di un raffinato cultore della bellezza, qual è appunto il pittore tedesco.

Albrecht Dürer, Autoritratto con guanti, 1498, olio su tavola
Parallelamente alle ricerche del contemporaneo Leonardo da Vinci, l’interesse di Dürer si concentra sulla rappresentazione realistica del mondo naturale: boschi, paesaggi, prati abitati da animali, diventano l’ambiente entro cui collocare scene mitologiche, iconografie sacre e temi di genere, in un’originalità senza paragoni. Come sottolineato dal Direttore di Palazzo Reale, Domenico Piraina, la critica si è generalmente soffermata sull’analisi dell’influenza esercitata da Leonardo su Dürer, mentre in pochi, all’inverso, hanno riflettuto sull’ipotesi di possibili influenze di Dürer su Leonardo. Bene, questa splendida mostra, mette in luce anche questo confronto e un rapporto fatto di influenze reciproche: un vero e proprio dialogo tra titani.
Non perdete perciò l’occasione di lasciarvi affascinare dallo splendore del Rinascimento, nel nome di Dürer!
ORARI MOSTRA:
Lun: 14:30 – 19:30
Mar: 09:30 – 19:30
Mer: 09:30 – 19:30
Gio: 09:30 – 22:30
Ven: 09:30 – 19:30
Sab: 09:30 – 22:30
Dom: 09:30 – 19:30
Ultimo ingresso un ora prima della chiusura.