Sui passi dell’autismo, con l’associazione L’Ortica
C’è un’associazione che, l’autismo, lo avvicina un po’. Che intende farlo conoscere, ma non dal punto di vista clinico, ché chi ne soffre ha bisogno – soprattutto – di umanità. Di sensibilità. Di amore. È l’associazione L’Ortica.
Un’associazione milanese nata proprio per rispondere ai bisogni delle persone autistiche che, qui, vengono coinvolte in attività lavorative e in esperienze di vita sociale il più gratificanti possibile. Così da allontanare lo spettro dell’emarginazione, e della diversità. A L’Ortica si tessono sogni, nel vero senso dalla parola: attraverso la tessitura a mano, i ragazzi migliorano la concentrazione, vedono valorizzate le loro capacità, e ridotte le loro stereotipie (quei movimenti ripetitivi del corpo molto comuni nell’autismo).
E sono proprio le loro storie, le protagoniste di “Ascolta i miei passi”: negli scorsi mesi, a Milano (ultimo appuntamento al Carcere di San Vittore, dal 27 novembre al 2 dicembre scorso, in occasione della Settimana della Disabilità), l’associazione ha organizzato l’ascolto di racconti scritti da persone autistiche o dai loro famigliari, per avvicinare i due mondi. Il mondo dell’autismo, e quello dei neurotipici. Perché se è vero che per conoscere una persona bisogna camminare con le sue scarpe – almeno per un po’ – è ascoltando le vite dietro la diagnosi, che dell’autismo si può capire qualcosa in più. Per smettere di avere paura, per rompere una barriera. Per indossare i panni di chi, con l’autismo, ci convive ogni giorno. Per creare una relazione, perché non ci sia più un “noi” e un “loro”. Grazie al lavoro dell’associazione L’Ortica, si percorrono i passi dei bambini che hanno appena ricevuto la diagnosi. Dell’adolescente che cammina su e giù per la sua stanza, col cuore colmo d’ansia. Dell’uomo che ha sogni e speranze e progetti, ma che il pregiudizio stringe in una morsa.
È stato portato, “Ascolta i miei passi”, nei e comuni e in alcune scuole di Milano, Varedo, Crema, Trezzano sul Naviglio e Melegnano. Ma un cammino non si ferma. Lascia i suoi passi, imprime orme indelebili. Cosicché altri possano ripercorrerle, e si possa strappare lo spesso strato di pregiudizio che stringe i sogni delle persone autistiche, e di chiunque soffra di disabilità.
(Foto di copertina: Chiara Carolei)