Mantova, la capitale dei Gonzaga, dagli infiniti primati.
Oggi andremo alla scoperta di Mantova, o almeno di alcuni aspetti particolari della città dei Gonzaga: sito Unesco (insieme alla vicina Sabbioneta), sede di un rinomato Festival della Letteratura, capace di rialzarsi velocemente dal terremoto dell’Emilia del 2012, oggi detiene un altro ambizioso primato nazionale.
Da fine ottobre è stata nominata leader dell’ecosistema urbano, così come si evince da uno studio di Legambiente e Ambiente Italia sulla salute dei capoluoghi di provincia italiani. In realtà per chi avesse visitato la cittadina lombarda da poco, come noi di Milano al Quadrato, basta poco per accorgersi come le atmosfere risultino ben diverse dalla nostra metropoli.

La Basilica di S. Andrea (foto di Robert Ribaudo)
Il centro storico all’interno della cinta muraria offre alcuni gioielli davvero imperdibili quali il Palazzo Ducale all’interno del complesso del Castello di S. Giorgio, la Basilica di S. Andrea, autentico capolavoro dell’architetto rinascimentale Leon Battista Alberti, la chiesa di S. Sebastiano, la casa di Giulio Romano, quella del Mantegna, per non citare poi ciò che a due passi dalle mura brilla per sfarzo e unicità: Palazzo Te, i paesaggi sui laghi mantovani, Sabbioneta, la citta stellata frutto della stagione del mecenatismo principesco.

Il complesso di Palazzo Te visto dall’alto (foto tratta da LBC di Bams/Rodella)
Ma i dati presi in esame da Legambiente sono sicuramente meno fondati sul gusto estetico e decisamente meno empirici: a partire dal numero di auto circolanti per proseguire con il consumo di acqua e rifiuti, con i parametri (aria in primis) e i successi ottenuti a più ampio raggio nella raccolta differenziata dei rifiuti. Risultati eccellenti sulla qualità e vivibilità grazie a politiche innovative, nel recupero e nella gestione delle acque, nella gestione dei rifiuti, nell’efficienza della gestione del trasporto pubblico e in quella che viene definita la mobilità nuova, legata all’alto tasso di spostamenti in bicicletta . Per il primo anno, infine, la classifica di Legambiente prende in considerazione il verde urbano: la legge nazionale 10/2013 considera strategica per qualsiasi amministrazione comunale la conoscenza dettagliata del proprio patrimonio arboreo e prevede che tutti i comuni sopra i 15.000 abitanti si dotino di un catasto degli alberi, piantino un nuovo albero per ogni bambino nato o adottato e che gli amministratori producano un bilancio del verde a fine mandato, che dimostri l’impatto dell’amministrazione sul verde pubblico (numero di alberi piantumati ed abbattuti, consistenza e stato delle aree verdi, ecc.). Dall’analisi dei primi dati raccolti emergono differenze considerevoli nelle disponibilità di alberi pro capite, con 21 città che presentano una dotazione superiore a 20 alberi/100 abitanti .

Il Battistero (foto di Robert Ribaudo)
Le 6 migliori superano i 30 alberi/100 abitanti (tra queste ci sono le lombarde Mantova e Brescia, insieme ad un drappello di città emiliane). E’ anche per questo che alcuni hanno rinominato Mantova, città più vicina all’Emilia e meno al cuore pulsante della Lombardia. Ma in realtà il carattere di queste cittadine della bassa, come lo è Cremona, Crema e per certi versi il lodigiano hanno conservato da sempre un carattere di questo tipo, per storia, identità e tradizioni, oltre che per contiguità naturalmente.
Se la 24esima edizione del rapporto “Ecosistema Urbano” di Legambiente (pubblicato il 30 ottobre dal Sole 24 Ore) incorona Mantova come capitale italiana “green” (era terza nel 2016) e conferma le città ai primi posti della classifica, come sta Milano? La nostra città sale al trentunesimo posto scalando ben quarantadue posizioni ed è il risultato migliore di tutte rispetto allo scorso anno (ma se analizziamo i dati ed entriamo nello specifico dei singoli fattori, il risultato è tutt’altro che confortante). Tra le lombarde, Cremona è undicesima, Sondrio sedicesima, Lodi ventesima, Bergamo ventiseiesima e poi, appunto, il capoluogo. La peggiore è Monza (novantaquattresima).

Il soffitto della Sala dei Giganti a Palazzo Te- Mantova (foto di Robert Ribaudo)
Mantova: La città virgiliana è l’unica a confermarsi sul podio (finì terza l’anno scorso) e torna a conquistare un simbolico “oro” a 11 anni dall’ultimo primo posto, datato 2006. Da allora, peraltro, non si è mai scostata da buoni piazzamenti, se si considera che la peggiore performance l’ha vista, nel 2010, sul 21° gradino. La più “emiliana” delle lombarde ottiene i voti migliori nella raccolta differenziata, dove finisce quarta; nella “ciclabilità” del territorio (terza posizione); nell’estensione delle strade pedonalizzate (ottava); nella quantità di alberi (quinta).
Direi risultati davvero convincenti per una realtà che da anni ha puntato e spinto sempre più sul turismo sostenibile e che macina proventi economici provenienti dall’indotto turistico sempre più convincenti e di una certa importanza. Si pensi, a titolo di esempio, che per il Festival della Letteratura ,oltre all’overbooking delle strutture legate all’ospitalità ogni anno per ogni euro investito dalla municipalità ne ritornano alle attività commerciali e alla cittadinanza 10 volte di più.

Interno del S. Andrea (foto di Robert Ribaudo)
Che dire, sembra scontato, ma le città a dimensione d’uomo (che in termini assoluti risulta essere una definizione vuota) convincono sempre di più, almeno in termini di migliore qualità della vità.
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[…] più volte raccontato attraverso alcuni nostri passati interventi, esistono una quantità di città d’arte o borghi storici, dove poter trascorrere questi giorni di imminenti festività. Tra questi oggi vi […]
[…] esterno, è quello lasciato in eredità da Giulio Romano , che allora faceva la spola dalla vicina Mantova, che vi aggiunse la facciata, le cappelle, e le decorazioni interne, su commissione dei Gonzaga, i […]