Fornaci Ibis di Cunardo: connubio perfetto fra natura e arte
Oggi, dopo il mostruoso incendio che ha distrutto quasi 700 ettari di bosco al Campo dei Fiori, il parco naturale sopra Varese, voglio incentivare la visita ad alcuni luoghi incantati che vi sorgono intorno, per poter dare speranze alle popolazioni locali e fare ripartire magari qualche bella attività.
Uno di questi posti che meritano una visita è sicuramente la Fornace Ibis che sorge subito fuori l’abitato di Cunardo, proprio in una radura in mezzo alla folta vegetazione.

La fornace , come si presenta dalla strada (foto di Robert Ribaudo)
Le fornaci Ibis sono un luogo magico, pieno di storia, ultima testimonianza di una florida attività che caratterizzava la zona. Vi si arriva da una rotonda proprio scendendo oltre l’abitato di Cunardo, inoltrandosi all’interno di una grande area verde lontano dal traffico della strada principale. Improvvisamente, tra filari di secolari alberi si staglia il profilo dell’altissima ciminiera in pietra, e la vista viene richiamata dal complesso della costruzione rurale, che è rimasto in gran parte com’era ai tempi della sua edificazione nel 1800.

La ciminiera in pietra che sovrasta il complesso (foto di Robert Ribaudo)
“Questa zona è conosciuta per l’alta concentrazione di forni fin dai tempi di Tiberio, come testimoniato dai reperti di epoca romana trovati in prossimità dell’antica strada”, dice Robustelli, l’attuale proprietario. “ La fornace faceva parte della famiglia Bossi, miei avi per parte di nonna. All’epoca si lavorava la calce. Per una serie di vicissitudini legate alla guerra, la famiglia cedette vari pezzi della proprietà, e la fornace fu comprata dal proprietario di una smalteria a Lainate. Nel dopoguerra riaffittammo da lui il luogo, e con il tempo e grandi sforzi economici, abbiamo ricomprato la nostra fornace. Abbiamo quindi riconvertito l’attività in ceramica, che era la grande passione di mio padre, e dato il nome di Ibis, che compare nel nostro marchio”.

Una delle sculture che adornano l’area a verde intorno all’edificio (foto di Robert Ribaudo)
Dalle fornaci Ibis sono passati, dagli anni ’60 in poi, numerosi artisti internazionali che venivano (e alcuni vengono tuttora) a cuocere i loro manufatti sotto l’abile consulenza degli artigiani ceramisti della famiglia Robustelli. Attraverso i filmati del filmaker Gianfranco Brebbia sono state recentemente ritrovate le testimonianze di quando alla fine degli anni ’60 del XX sec., la fornace era luogo di richiamo e di happening sociale per gli artisti della zona, segno di quanto fosse vitale la vita culturale della provincia all’epoca.

Uno dei tanti forni disseminati nel complesso (foto di Robert Ribaudo)
Nel tempo alle fornaci sono stati costruiti vari forni, di varie dimensioni, a legna, a gas, per adeguarsi alle richieste sempre innovative degli artisti. Per molti scultori di fama mondiale, riuscire a cuocere i manufatti in Italia, alla Ibis di Cunardo, è stato un fiore all’occhiello che rende merito della grande capacità tecnica degli italiani”.

Un vecchio forno adagiato all’esterno del complesso (foto di Robert Ribaudo)
Nel frattempo Giorgio Robustelli ha assorbito come per osmosi i trucchi e le genialità degli artisti stranieri, sviluppando una propria sensibilità artistica, che si è rapidamente conquistata l’apprezzamento del mondo culturale, attraverso vittorie e segnalazioni in numerosi premi e concorsi. “Ora l’attività non è più redditizia come un tempo , ma siamo molto ricercati per collaborazioni in tutto il mondo, e siamo presenti con le nostre opere sia in Italia che all’estero. Vorremmo che la nostra attività fosse più conosciuta, che qualche giovane la portasse avanti.

Un interno dove si svolgono le attività (foto di Robert Ribaudo)
Qualche tempo fa abbiamo realizzato un corso specialistico per l’avviamento all’artigianato ceramico, finanziato dalla Comunità Europea: in due anni sono stati una ventina i giovani che avrebbero voluto intraprendere il mestiere, ma si sono scoraggiati dinnanzi ai costi di avviamento e alla burocrazia che richiede un’attività in proprio. Purtroppo non siamo riusciti a dare alcun impulso alla costituzione di nuove realtà” dice Robustelli.

Uno dei tanti allestimenti disseminati nell’edificio (foto di Robert Ribaudo)
Farsi un giro alle fornaci è davvero un’esperienza: trasformata in un museo a cielo aperto, l’antica cascina ospita sia all’aperto che in varie sale “che sanno di storia” preziosi esempi delle collaborazioni artistiche alla fornace.
Noi di Milano al Quadrato ci siamo stati e siamo rimasti meravigliati che cotanta bellezza, nascosta ai più, sia così generosamente offerta ai viandanti, e così ben tenuta.

Una delle pareti con pezzi artistici all’esterno del complesso
(foto di Robert Ribaudo)
La mostra e le installazioni rappresentano una selezione dei maestri che hanno e stanno lavorando in questo luogo di pace e meditazione.

Installazione con alcuni pensieri (foto di Robert Ribaudo)
Offriamo qui un assaggio, con qualche scatto, di come tale luogo di mistero e meraviglia, riveli un connubio perfetto fra natura e arte.
One comment, add yours.
Zoraya Martìnez
COMPLIMENTI!!!