Musica, arte e cultura hanno una nuova casa a Milano: lo Spazio LOA
In via Washington, il 4 ottobre ha aperto lo spazio LOA, Laboratorio Open Art, pronto a ospitare davvero ogni forma d’arte. E soprattutto, aperto a tutti, come ci ha raccontato il presidente Carlo Lecchi, che riveste la medesima carica per AVICC, riconosciuta Associazione italiana che promuove la cultura e il collezionismo dei dischi in vinile.
Forse qualcuno ricorderà la bella serata di cui vi ho raccontato a marzo, sempre organizzata da Carlo Lecchi,

Carlo Lecchi, Presidente dello Spazio LOA, di fronte a una delle opere dell’artista Fran Bull
in quel caso presso il Mondadori Megastore di Piazza del Duomo, dove il tema era il ritorno al vinile, con l’obiettivo di chiarire se si trattasse di una moda o di un trend: un’occasione in cui avevano partecipato alcuni di quei cantanti che hanno fatto la storia della musica leggera italiana. Ebbene, prepariamoci senz’altro a incontrarli di nuovo, quando presso lo Spazio LOA saranno nuovamente protagonisti di qualche happening (e non è un caso che io usi questo termine anni ’70, alla faccia dell’abusato e odierno “evento”).

Un’istantanea della serata d’inaugurazione
Ma torniamo all’oggi: all’inaugurazione di questo bello spazio siamo intervenuti in tre della redazione di Milano al Quadrato, tant’è che insieme a me c’erano anche Luca Brenga e Erreerrearchitetto: sarà proprio Luca Brenga a raccontare della serata a quattro mani con me, e in modo particolare ci presenterà con la sua consueta sensibilità, la pittrice e scultrice Fran Bull, artista americana apprezzata sulla scena internazionale, che ha presentato in anteprima allo spazio LOA, la mostra “Due per Due”. È stato il Segretario Generale LOA a invitarla, Milo Goj, forte della sua competenza nell’arte visiva.

Il Segretario Generale dello Spazio LOA; Milo Goj
Del resto, quale espressione artistica migliore per aprire le porte di questo bell’ambiente, ricavato da un vero Laboratorio, con soffitti a volta e mattoni a vista, tutti dipinti di bianco?
Open alle forme d’arte. E a tutta Milano.

Il cortile esterno d’accesso allo Spazio
Carlo Lecchi mi ha spiegato che l’idea di questo spazio è stata la naturale conseguenza del continuo progredire dell’Associazione relativa al collezionismo sul vinile: pensato dapprima come una sede appropriata per questa realtà, questa “Laboratorio” è poi stato creato per dar voce a ogni forma d’arte, così da ospitare serate che avranno per protagonista la musica ma anche presentazioni di libri, mostre d’arte… è vero, a Milano ci sono molte iniziative non lontane da questa, ma vi assicuro che lo spirito di chi l’ha voluto e organizzato, è profondamente appassionato, nonché fortemente inclusivo. La volontà di aprirlo a tutti, da parte di Carlo Lecchi, è autentica, persino a partire dai condomini dello stesso palazzo!
Music Week e Biennale di Venezia 2017: ecco gli incontri al LOA.
Un’interessante anticipazione da parte sua che sono lieta di rivelarvi, è che senz’altro verrà allestito qualche incontro musicale d’eccezione in occasione della Milano Music Week di novembre, quasi un “fuori salone”, con la sicura partecipazione di cantanti molto amati (del mondo del vinile, of course!). E poi, Milo Goj mi ha raccontato che è assai probabile che alla chiusura della mostra di Venezia, una contenuta ma significativa rappresentanza delle opere esposte alla Biennale 2017, con la collaborazione del curatore Giorgio Grasso, verranno portate allo Spazio LOA. In altre parole, un Laboratorio sempre aperto ad artisti di grande pregio! E a proposito di grandi pittori contemporanei, lascio la parola a Luca Brenga che ci introduce le opere presentate all’inaugurazione da Fran Bull.
Un’inaugurazione sotto la stella di una grande artista
Fran Bull è una nota artista americana dal percorso estremamente affascinante, in costante evoluzione.
Fin dalla metà degli anni ‘70 guadagna notorietà per i suoi avori nell’ambito del Fotorealismo, ossia quel genere di pittura che si basa sull’uso di fotografie dalle quali l’artista trae le informazioni necessarie per la creazione delle proprie opere, così da ottenere un effetto finale il più simile possibile alla fotografia.
I suoi Anni Ottanta
La sua ricerca la porta in seguito, nel corso degli anni ottanta, a focalizzarsi non più nella rappresentazione delle superfici familiari della realtà (quali quelle limpide delle fotografie), quanto piuttosto nel cercare di catturare quelle forze nascoste, sottese alla realtà stessa, che ne animano e generano le superfici, svelando la potenza presente nella materia e che la plasmano dall’interno. Nell’ambito di questa ricerca, la Bull diviene ben presto una delle principali rappresentanti di quello che si definisce come: “neo abstract expressionism”. E’ la stessa artista che ci spiega quale sia il suo scopo: “[…] Per esempio, non rappresento un guscio, ma le forze che danno origine a quella forma. Cerco il sogno della conchiglia all’interno della testa del sognatore. “
Due per Due, una mostra unica!
Fran Bull, giunta per la prima volta in Italia direttamente da New York, ci offre la straordinaria mostra “Due per Due”, nella quale propone un raggruppamento di opere che riflettono le varie esperienza della sua vita. Un viaggio che ha avuto inizio fin da bambina, nel dopoguerra, a Vienna, insieme al padre, giornalista impegnato nello scrivere del processo di Norimberga.

Le opere di Fran Bull
Da qui la scoperta della dualità della vita, dualità che si concretizza in opere e disegni in cui la rappresentazione della città bombardata e dei bambini che chiedono l’elemosina, si fonde con la bellezza e l’eleganza dei parchi e dell’Opera della capitale viennese. A tutto questo si sono poi unite le suggestioni dei viaggi in Spagna, Italia e Francia e il suo amore infinito per il Rinascimento e il Barocco. Le opere esposte in questa mostra, sono state create per lo più grazie all’utilizzo di due tecniche. La prima è per mezzo del carborundum (carburo di silicio), una polvere abrasiva, con la quale, insieme all’acrilico, si crea un’immagine su una lastra: questa può essere di zinco o zincata, oppure di plexiglas (come nel caso delle opere qui in mostra).

Fran Bull intervistata da Luca Brenga
A questo lavoro preliminare segue poi un processo di stampa molto simile a quello tradizionale. La seconda tecnica, vede invece lavori di carattere più tendente allo scultoreo, le cui parti sono conservate in un misto di intonaco veneziano e tessuto. In tutte le sue opere Fran Bull si richiama sempre alle due facce della realtà: ciò che si vede e ciò che è nascosto. Per questo, come abbiamo detto, il forte potere evocativo di un nome per la mostra quale: “Due per Due”.
Grazie a questa straordinaria artista e alla sua arte in costante ricerca, potremo vedere noi stessi, perché è la nostra stessa natura che è rappresentata, con le tutte sue luci e le sue ombre. Imperdibile!… allo Spazio Loa, sino alla fine di ottobre, in via Washington 48, Milano.

Carlo Lecchi mi fotografa alla serata mentre io lo fotografo!