Oltre l’Europa, storia di navigatori, rapine coloniali e integrazione.

Molti di noi, con l’arrivo delle vacanze estive, quest’anno hanno scelto come meta il Portogallo, o per i più fortunati, il Brasile o il Mozambico. Ma io qui non voglio fare la solita recensione sulle meraviglie di questi tre paesi, che hanno in comune lingua e tradizioni, e nemmeno un diario di viaggio ( trattandosi di un blog, sarebbe appropriato!)

Vorrei andare con voi a scoprire un lato oscuro o meglio approfittare di un personaggio ormai coperto da un alone di mito, per raccontare una storia lontana, ma potente! Mi accingo a raccontarvi di un vero esploratore di mondi sconosciuti, Pedro Alvares Cabral, di cui quest’anno ricorrono i 550 anni dalla sua nascita. La sua azione di navigatore indefesso si svolge alla fine dl XV sec., quando dopo le scoperte di Cristoforo Colombo, la vera sfida era arrivare prima degli spagnoli o dei francesi, per allargare la sfera di influenza dei commerci, oltre linee di demarcazioni che si spostavano sempre più avanti nell’oceano Atlantico e che lasciavano le flottiglie mediterranee in un isolamento asfittico e senza futuro.

Mappa del mondo conosciuto nel 1535

Mappa del mondo conosciuto nel 1535

Ed è in questa temperie che si costruiscono le fortune del Portogallo, grazie a Cabral forse originario della provincia lusitana della Beira Interior, dove il padre era governatore, e dove la madre poteva vantare nobilissimi natali, essendo discendente in linea diretta del primo re del Portogallo, Alfonso I.

Nonostante i suoi agi e le sue apparenti rendite di posizione, si rende ben presto determinato a trovare una sua strada fuori dal cono d’ombra dei suoi fratelli maggiori a cui le parti più cospicue del patrimonio erano già assegnate per diritto di primogenitura. Così come in tutta Europa ai figli minori, i cadetti, spettava o la vita di ventura o l’abito talare.

Spesso i figli cadetti delle famiglie nobili divenivano soldati di ventura (nell'immagine, archibugiere a cavallo in una incisione del '600)

Spesso i figli cadetti delle famiglie nobili divenivano soldati di ventura (nell’immagine, archibugiere a cavallo in una incisione del ‘600)

Ma il suo destino doveva incrociarsi, non senza le facili entrature del suo stauts, con quello dell’allora re del Portogallo, Manuele I, preoccupato dalle voci che arrivavano dalla vicina Spagna. Infatti gli Spagnoli, avevano lasciato la rotta delle spezie (quella asiatica per intenderci) per impeganrsi in una politica coloniale d’oltreoceano. Questo fatto aveva non solo spinto le grandi potenze navali verso una vera e propria corsa alla scoperte delle Americhe ma, per evitare insanabili frizioni, si era dovuto ricorrere ad un primo accordo nel 1493 e poi al più famoso Trattato di Tordesillas (oggi introdotto dall’Unesco nell’Elenco delle memorie del mondo per le conseguenze che ha avuto per il progresso della civiltà) per marcare le sfere di influenza nella piena pacificazione e soddisfazione delle parti. Quindi è con questo lasciapassare che Cabral si mette a capo di una spedizione per imporre i diritti portoghesi sulle coste del Brasile, che pare fossero già state visitate dallo spagnolo Pinzon.

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Manuele I cosi’ nominò Cabral comandante della spedizione portoghese verso le Americhe, con l’incarico di stabilire relazioni commerciali permanenti e di diffondere la religione cristiana ovunque giungesse, con le conseguenze che noi tutti oggi conosciamo. La natura dell’impresa indusse diversi mercanti italiani a contribuire economicamente per l’equipaggiamento delle navi, destinando all’equipaggio diversi sacerdoti. Tra i capitani della sua flotta, composta di 13 navi e 1.500 uomini, era presente anche Nicolau Coelhu, che aveva già accompagnato Vasco da Gama nelle sue esplorazioni e che diede le indicazioni per intraprendere il viaggio.

La flotta salpò da Lisbona il 9 marzo 1500, ma la prima volta fu costretta a tornare indietro dopo una tempesta a largo di Capo Verde. Allora Cabral sfruttò la tecnica conosciuta dai navigatori portoghesi come volta do mar, percorse una rotta molto occidentale e la corrente equatoriale dell’Atlantico spinse le navi sulle coste di un paese sconosciuto.

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Il 22 aprile, l’equipaggio scorse una formazione montagnosa che venne chiamata Monte Pascoal ed il giorno successivo, Cabral sbarcò sulle coste del Brasile. Successivamente, il 25 aprile l’intera flotta si assestò lungo la baia che battezzarono Porto Seguro. Cabral prese possesso delle terre in nome della corona portoghese e le chiamò “Ilha da Vera Cruz”, in quanto presumeva fosse un’isola. Più tardi la chiamò “Terra di Santa Cruz”.

Vi è una diversa interpretazione dei fatti che sostiene che Cabral cambiò volutamente rotta seguendo gli ordini del sovrano in quanto ai portoghesi l’esistenza del Brasile era nota già dal 1498, come detto prima attraverso lo spagnolo Vicente Yáñez Pinzón. Ma altre interpretazioni ancora più azzardate sostengono che i portoghesi fossero a conoscenza dell’esistenza del Brasile o di parte delle sue coste ancor prima del Trattato di Tordesillas nel 1494.

Planisfero di Cantino con il meridiano di Tordesillas

Planisfero di Cantino con il meridiano di Tordesillas che taglia le coste dell’America del Sud

Cabral intraprese il viaggio di ritorno il 3 maggio 1500 e alla fine del mese l’equipaggio giunse a Capo di Buona Speranza, dove vennero distrutti quattro vascelli da una forte tempesta, compreso quello di Bartolomeu Dias. Con la flotta dimezzata Cabral raggiunse Sofala (una provincia costiera oggi appartenente al Mozambico) il 16 luglio.

Cabral continuò verso le Indie per il commercio di pepe ed altre spezie, applicando in ogni luogo che lui toccava, la tradizionale politica coloniale lusitana, cioè fondando una filiale portoghese, una piazzaforte fortificata comprendente una chiesa e un fondaco per mercanti. Iniziò il suo viaggio verso il Portogallo il 16 gennaio 1501 giungendo in patria il 23 giugno, non senza essersi scontrato e dopo aver depredato le flotte musulmane della zona arabica.

Nonostante fosse tornato con un ricco carico, i suoi metodi diplomatici vennero fortemente criticati. Cabral morì nel 1520 del tutto dimenticato, come capita spesso ai grandi della terra, e venne sepolto nel monastero di Santarém in Portogallo.

L'effige di Cabral ricordato su una moneta portghese, prima dell'introduzione dell'Euro

L’effige di Cabral ricordato su una moneta portghese, prima dell’introduzione dell’Euro

Oggi la sua figura è stata riabilitata sia come grande navigatore sia come precursore, dopo secoli di politica coloniale, a tratti spietata, di amicizia tra le genti del Portogallo, del Brasile e del Mozambico che condividono non solo una lingua comune ma anche profonde caratteristiche culturali. Ciò è dimostrato dalla forte integrazione e dall’ interscambio tra questi popoli che continuano a migrare tra i diversi territori riportando e radicando le tradizioni e usi.

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One Trackback

  1. […] Una tavola, invece, era dedicata interamente al montaggio. L’intera mappa doveva essere fissata su un pannello di legno che permettesse un movimento rotatorio su un perno centrale che doveva passare per il Polo Nord. In questo modo il fruitore avrebbe guardato l’intero pianeta dall’alto oltre ad aver davanti agli occhi la conferma della sfericità della Terra. Insomma si trattava forse della più precisa mappa esistente a Milano che riproducesse le reale definizione dei confini del Nuovo Mondo, scoperto da circa un secolo. […]

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