Keith Haring – About Art
KEITH HARING – ABOUT ART
Il Palazzo Reale di Milano apre le sue porte ad un nuovo straordinario evento: fino al prossimo 18 giugno potremo infatti ammirare una splendida mostra dedicata a uno dei più importanti autori dell’arte del secondo novecento: Keith Haring, un artista così fortemente eclettico ed originale, da farci chiedere: chi è stato davvero Haring?
Il difensore delle minoranze oppresse? L’espressione di una controcultura impegnata su molti temi e problemi del suo tempo quali droga, razzismo, Aids, minaccia nucleare e alienazione giovanile? Un graffitaro metropolitano? L’uomo “degli omini”?
Quanti mondi racchiude il suo nome?
Le 110 opere esposte, alcune inedite o in mostra per la prima volta in Italia, ci introducono in un intreccio di passato, presente e futuro, vincolati dal nodo del genio, che solo lo spettatore potrà sciogliere!

Keith Haring
Haring e la sua opera non possono essere davvero compresi se non alla luce dello studio e dell’osservazione del passato compiuto dall’artista, un passato che è stato incluso e assimilato nella sua arte, con il recupero dei segni e dei linguaggi delle opere espressive di chi l’ha preceduto, così da traghettarli verso il futuro. Nel guardare ai grandi maestri della storia dell’arte di ogni tempo, tra cui Michelangelo, Bosch, Pollok, Picasso, e molti altri ancora, Haring non ha però inteso farne una rilettura o una citazione racchiusa nel recinto di una sola, restrittiva, interpretazione (la sua).
Ha lasciato piuttosto la più ampia libertà nell’attribuire significati alla sua creazione – anche differenti tra loro – a tutti coloro si trovano in presenza di una sua opera, in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo e contesto.
Queste le sue parole:

Untiteld, 1985 – acrilico su tela
“Dipingo immagini che sono il risultato delle mie esplorazioni. Lascio ad altri il compito di decifrarle, di capire i simbolismi e le interpretazioni che provengono da altre fonti. Traduco queste informazioni in una forma visibile attraverso l’uso di immagini e oggetti. A questo punto ho svolto il mio compito. E’ responsabilità dello spettatore o dell’interprete che riceve le mie informazioni farsi le proprie idee e interpretazioni al riguardo” (Keith Haring, 12 gennaio 1979).

Untitled, 1989 – acrilico su tela
L’esplorazione da lui compiuta circa il ruolo dell’immagine nell’ambito della storia della rappresentazione, lo ha portato ad interessarsi agli archetipi e al mito classico, intesi quali portatori, in forma di figura, di temi universali ed eterni, propri dell’umanità di ogni tempo.

Altarpiece, 1990 – bronzo con patina di oro bianco
In“Walking in the rain” per esempio, viene ripresa la figura mitica dell’arpia, il misterioso e terribile mostro antico che porta via le persone e che Haring, sull’onda della suggestione derivante dalla ceramica attica del VI sec a.C, ripropone a figura nera, sotto una pioggia anch’essa fatta di scuro inchiostro, drammatizzando così ulteriormente l’immagine, con la quale probabilmente si è voluto trasmettere un senso fatto di pessimismo e sconforto.
L’artista, in quel momento della sua vita, sapeva che oramai la malattia lo possedeva senza possibilità di scampo: l’Aids lo avrebbe infatti ucciso solo poco tempo dopo.

Walking in the Rain, 1989 – acrilico e smalto su tela
Proseguendo lungo il percorso della mostra, vicino al lungo fregio in smalto spray su foglio di metallo che si snoda agli occhi del pubblico, troviamo un modello della Colonna Traiana.

Smalto spray su foglia di metallo
Non vi sono prove che Haring, nel costruire quest’opera, abbia voluto riferirsi al famoso ed immortale monumento dell’antichità.
Di certo è affascinante l’analogia che possiamo riscontrare nel confronto tra le due forme di comunicazione: da una parte la colonna coclide, che è vero e proprio storytelling dell’antica età imperiale; dall’altra la narrazione rapida ed emotiva di Haring.

Particolare della Colonna Traiana
Kaith Haring è “l’uomo degli omini”, secondo la percezione comune, ed ecco che proprio l’omino colorato, che è considerato come un suo marchio, compare nei modi più diversi: in aggrovigliate composizioni, per ispirazione di derivazione michelangiolesca, ma anche da solo, isolato. Colpisce molto vedere uno di questi omini disegnato con un buco nello stomaco, immagine che – per sua stessa ammissione – gli è stata suggerita dall’assassinio di John Lennon.
L’Haring della street art e dei rapidi graffiti in metropolitana notato da Andy Warhol; quello dei cartoon colorati; il cacciatore di immagini e segni dal passato; il disegnatore di omini; l’artista che combina ricerca e libertà. Mille sfaccettature di un solo artista.
Tutto questo è presente in una ricchissima mostra che davvero non lascia delusi, ma che ci presenta, in modo completo, la folgorante stella di un artista che in brevissimo tempo si è imposto tra i protagonisti assoluti dell’arte americana del secondo dopoguerra.
Assolutamente consigliata e da non perdere!
ORARI DI INGRESSO:
Lun: 14:30 – 19:30
Mar: 09:30 – 19:30
Mer: 09:30 – 19:30
Gio: 09:30 – 22:30
Ven: 09:30 – 19:30
Sab: 09:30 – 22:30
Dom: 09:30 – 19:30