A Palazzo Reale, il Giappone che non c’è più e gli antenati dei manga

In occasione del 150° anniversario delle relazioni diplomatiche-commerciali tra l’Italia e il Giappone, a Palazzo Reale vengono esposte alcune opere (significative!) dei più importanti artisti del paese de Sol Levante del XIX sec.: Hokusai, Hiroshige, Utamaro, apparteneti ad una lunga tradizione artstica, nota come ukiyo-e, fiorita tra il XVII e il XX sec., ma che ha radici molto più antiche.

Si fanno portavoce di un racconto, di una “fotografia” di un mondo in piena trasformazione, frutto dell’urbanizazzione di città come Edo (oggi Tokio), Osaka e Kyoto e che quindi ha immortalato scorci cittadini, ritratti di personaggi noti e anche dei costumi sessuali nipponici, noti come shunga.

Hokusai- barche sul fiume

Hokusai- barche sul fiume

E allora a tal proposito vi voglio raccontare alcuni dei motivi che mi spingono ad affermare che la mostra è davvero interessante. Ad iniziare dalla visione di un tutorial in cui si racconta di come si costruiscono i supporti e gli strumenti per realizzare le stampe (perchè questo è il supporto artistico su cui scorrono immagini davvero insolite!) , come quelli che la mostra offre, e che sono stati realizzati nella maggior parte dei casi due secoli fa. E a tal proposito nonposso non evidenziare il fatto che tutti, grandi e piccoli, si troveranno davanti ad un uso favoloso di usare il colore: alcuni pigmenti, che, a prima vista, sembrano stesi con la tecnica dell’acquarello, sono infatti il frutto di stampe xilografiche, cioè realizzate tramite supporti lignei (spesso tavole di ciliegio) scavati e incisi secondo precisi disegni e poi impressionati con zone di colore anche con più passaggi consecutivi. E’ vero che ciò permette di avere più copie di una stessa stampa, ma il tempo di realizzazione di un tale manufatto è davvero lento e frutto di maestria e pazienza, tipica di un orientale.

Inoltre siamo alla presenza di soggetti antesignani dei fumetti manga odierni, così come racconta bene una sezione della mostra.

Ma a me qui, al di là del raccontare un’esperienza che mi ha molto colpito e affascinato, mi interessa fermare l’attenzione su un aspetto del Giappone moderno: quando cioè, alla fine dell’Ottocento, fu letteralmente investito dalla cultura e dalla tecnologia occidentale, che con i propri rappresentanti diplomatici e commerciali, si presentava presso la corte del più illuminato degli imperatori, certo Meiji Tennò, per esportare prodotti e tecnologia. Naturalmente, per un paese isolazionista e tradizionalista come il Giappone del XIX sec., ancora governato dalla casta dei samurai, tale massiccia ondata di nuovi costumi non fu senza traumi.

 

Questa storia peraltro, per chi è interessato, è ben raccontata dal famoso film “L’ultimo samurai” con Tom Cruise, dove parte del paese del Sol Levante, soprattutto la casta dei guerrieri (samurai) della vecchia generazione, si sentì letteralmente investito da uno tsunami che avrebbe cambiato il paese per sempre: ed è questo quello che racconta anche l’opera più famosa di questa mostra la famosa onda di Hokusai: una serie di imbarcazioni tradizionali dei pescatori giapponesi vengono inghiottite da una marea che tutto inghiotte irreparabilmente.

L'onda di Hokusai, esposta in mostra

L’onda di Hokusai, esposta in mostra

E mentre tutto cambiava, i nostri tre artisti Hokusai, Hiroshige, Utamaro (esponenti della corrente del “mondo fluttuante”, ukiyo-e, come si dice in giapponese), cristallizzavano, bloccavano in alcune significative immagini, riti, paesaggi e tradizioni di un Giappone che non sarà mai più così: dalle Ama, le pescatrici di perle tanto decantate dalla letteratura e dalla filmografia, ai costumi femminili di Utamaro, dagli scorci paesaggustici al tradizionale costruito cittadino di Hisroshige.

E’ inutile dire che, inconsapevolmente, come tutte le cose che cambiano e diventano qualcos’altro, ciò influenzò molti artisti occidentali ad iniziare dagli Impressionisti e lanciò in Europa la moda del Giapponesismo, che tanto eco ebbe su mobilia anche nel ‘900 e sull’ architettura organica di maestri americani come Frank Lloyd Wright.

Da non perdere!

 

“HOKUSAI, HIROSHIGE, UTAMARO”
Luoghi e volti del Giappone che ha conquistato l’Occidente

Dove: Palazzo Reale, Milano, fino al 29 gennaio 2017

 

  • Lunedì: chiuso
  • Martedì, Mercoledì: 30 – 19.30
  • Giovedì: 30 – 22.30
  • Venerdì, Sabato, Domenica: 30 – 19.30

Costo del biglietto ridotto per famiglie, con possibilità di audioguida (gratuita)

 

 

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