Serie TV: arriva il vicequestore romano tanto amato anche dai milanesi
Ho già avuto modo in passato, sia sul precedente blog Ciabattine sia su MAQ di parlare di serie TV, concentrandomi in particolare sul fenomeno del Binge Watching, ovvero sulla consuetudine sempre più amata dal pubblico, di fare un’abbuffata (termine che traduce letteralmente il termine “binge”) di episodi, insomma, una maratona di visione di telefilm. La fiction di cui parlerò brevemente oggi non può ancora essere oggetto di questa mania, perché esordisce con la prima puntata questa sera su RAI 2: per i binge watchers invece è necessario essere già in possesso di tutte gli episodi di un telefilm per poi vederli senza soluzione di continuità.
Ma quello che desideravo semplicemente sottolineare è che in ogni caso i romanzi da cui sono tratti questi film TV – che hanno per protagonista le indagini del vicequestore Rocco Schiavone, nato dall’intelligente fantasia di Antonio Manzini – sono già frutto di un’autentica passione collettiva.

Marco Giallini interpreta Schiavone nella fiction TV (photo. la Stampa)
Non solamente i fan di Schiavone sono infiniti, e pur essendo lui il più romano de Roma sotto questo cielo, fa impazzire anche i milanesi (me compresa, anzi, in prima linea!): ma soprattutto quello che ho notato è che come i binge watchers, chi inizia a leggere uno solo dei romanzi editi da Sellerio, non resiste alla tentazione di fare una scorpacciata di tutti i libri di questo autore, leggendoli uno in fila all’altro. Sellerio l’ha capita bene e difatti ha creato un box ad hoc che propone tutti i romanzi della serie! Non so se la fiction TV otterrà lo stesso successo, bissando anche il clamoroso caso di Montalbano di Camilleri, venerato tanto nei romanzi quanto nelle due serie TV (quella col giovane e poi con il più maturo commissario siciliano).

Schiavone riscuoterà in TV lo stesso successo del Commissario Montalbano…?
A un… post futuro l’ardua sentenza. Intanto però mi preme esprimere un paio di opinioni sul perché questo protagonista crei dipendenza: rispetto a molti altri personaggi di crime stories attuali, tra cui anche il molto apprezzato avvocato Guerrieri nato da un’idea di Gianrico Carofiglio, Rocco ha una marcia in più, grazie alla capacità narrativa di Manzini.

L’autore dei romanzi Antonio Manzini
Uno stile letterario, il suo, più che da giallista, che scolpisce ogni protagonista con un’infinità di sfumature, creando atmosfere vere e credibili: l’irriverente Schiavone è più vero del vero, perché ahimé rispecchia proprio quello che molti pensano… che i rappresentanti della giustizia spesso sconfinino in quei territori dove vivono gli abbietti, e che ne condividano alla fine i mezzi per tirare a campare. In altre parole un po’ meno auliche, il “nostro” Schiavone è corrotto e alquanto specializzato nello scasso con destrezza come i suoi più cari amici, che di professione fanno i ladri. E mentre lo si perdona perché cede “al lato oscuro” (superando un tantino i confini della legalità) magari in forza del fatto che gli stipendi ora siano così magri anche per chi mette in gioco davvero la propria vita, lo si apprezza per una sua etica irriducibile, quando si tratta di far giustizia a vantaggio dei meno forti, come nel caso delle donne, dei clochard, dei ragazzi… Insomma, piace vedere che si sappia porre senza mezzi termini, quando deve affrontare vicende e cronache che sono proprio quanto mai attuali.

Un’altra immagine di Giallini: il set, come nel primo romanzo, è ad Aosta (photo: gossip tv)
E poi quella sua “romanità”, quella sua pochissima sopportazione parolacciara per le tante rogne della vita quotidiana, per l’idiozia e ancor più per la prepotenza umana, fanno innamorare tutti, specialmente i milanesi che condividono certe squallide realtà. Personalmente invito gli amici di Milanoalquadrato a divertirsi con le avventure di Schiavone, diventando binge readers (un neologismo di un neologismo!) dei suoi romanzi. E in TV? Daje, Rocco, facce sognà.