Una Milano alternativa oltre Scalfari: i Valdesi
In un articolo di fondo comparso su Repubblica in data 30 ottobre, a firma di Eugenio Scalfari, sulla Riforma Protestante e papa Francesco, sono stati messi insieme, in un solo pezzo, così tante imprecisioni e così tanti errori, da risultare quasi incredibile, soprattutto perché prodotti da una firma tanto eccellente del giornalismo italiano.
Tra i vari macro errori di Scalfari, parlando nello specifico dei Valdesi, si afferma che essi sarebbero presenti, in numero assai ridotto, solo in alcune Valli del Piemonte e a Roma. Siamo sicuri che sia proprio così? Scopriamolo insieme!
I Valdesi in realtà sono presenti in varie decine di comunità sparse per l’Italia e una delle più grandi si trova proprio nella nostra città, a Milano! Essa infatti conta circa un migliaio di persone tra membri e simpatizzanti e ha il proprio edificio di culto in via Francesco Sforza 12, la cui facciata apparteneva in precedenza all’antica basilica di San Giovanni in Conca in Piazza Missori, di cui rimangono ancora alcuni resti in superficie e la mirabile cripta. La facciata è stata invece trasportata nella sua nuova collocazione così da unirla al moderno tempio valdese nel 1952.

L’antica Chiesa di San Giovanni in Conca in Piazza Missori
Molti conoscono questa minoranza religiosa per via dell’ 8 x mille. Pochi però sanno che i valdesi, i discendenti di Valdo, un mercante di Lione più o meno contemporaneo a Francesco d’Assisi con il quale condivide una storia molto simile, sono cristiani a tutti gli effetti: i valdesi sono una Chiesa, e proprio questa Chiesa, secoli or sono, ha posto le proprie profonde e stabili radici nel nostro paese.
Dal 1532 – anno in cui i Valdesi hanno formalmente aderito alla Riforma Protestante secondo il modello della Ginevra di Giovanni Calvino – essi hanno costituito la prima Chiesa Cristiana Protestante Italiana. Sì, proprio così! Non parliamo di una comunità “straniera”, ma di una realtà italiana, dalla storia secolare.

La stele di Chaforan che commemora l’adesione dei valdesi alla Riforma (1532)
Parlare di questa comunità religiosa risulta importante non solo per via di articoli come quello di Scalfari, che dimostrano, anche a livelli “alti”, un’ignoranza in materia religiosa (oltreché storica tout court) preoccupante, ma proprio perché è la nostra stessa vicenda di italiani che ha in sé elementi di diversità, di cui molte volte, proprio noi italiani, siamo all’oscuro.
Difficile tratteggiare in maniera esaustiva, in un unico breve post, la ricchezza di questa “alternativa cristiana”, tuttavia, seppur in modo molto deficitario, vorrei delinearne alcune caratteristiche.

Interno del Tempio Valdese di Milano
La Chiesa Valdese, pur nei numeri ridotti che la caratterizzano, ha una grande importanza nel panorama culturale e sociale (e ovviamente religioso) d’Italia.
Essa è da sempre impegnata in battaglie di civiltà, per la libertà religiosa e di pensiero di tutti, non solo dei cristiani. I secoli di persecuzione a cui il valdismo è stato sottoposto (al contrario di quanto Scalfari crede), ha innestato nel DNA di questa piccola Chiesa la necessità di battersi per la libertà di espressione nell’ambito di uno Stato laico che non deve essere influenzato, in nessun modo, da alcun pensiero religioso, uno Stato di fronte al quale invece tutti i cittadini possono e devono invece godere degli stessi diritti.
Un’altra battaglia importante che si sta portando avanti da tempo è quella per il diritto di ciascuno all’autodeterminazione, in ogni momento della propria vita, anche al suo termine: la Chiesa Valdese ha istituito la possibilità di depositare un “testamento biologico”, ossia esplicite indicazioni riguardo a terapie che ciascuno desidera vengano fornite o non fornite in caso ci si trovasse temporaneamente o definitivamente in uno stato di incoscienza che impedisse di prendere tali importanti decisioni (a causa di un trauma o di una malattia invalidante).
Non possiamo dimenticare la battaglia a favore del diritto delle coppie dello stesso sesso di poter vivere il proprio amore: istituzione della benedizione per le coppie omoaffettive fin dal 2010 e patrocinio della Chiesa Valdese di Milano al Gay Pride della nostra città nel 2015, per citare solo un paio di episodi importanti che hanno visto i Valdesi lottare perché la comunità LGBT potesse godere degli stessi diritti di chiunque altro.
Altro fondamentale impegno è stato profuso perché uomini e donne, anche nella chiesa, avessero lo stesso spazio e opportunità. Il pastorato femminile è infatti ammesso: la prima donna pastora è stata ordinata nel 1967 ed oggi più di un terzo del corpo pastorale (ossia dei ministri di culto), è costituito da donne.
Quella valdese è dunque una Chiesa Cristiana “al passo con i tempi”, espressione che non va intesa nel senso di un adattamento a filosofie o mode, quanto piuttosto caratterizzante una realtà di fede che poggia su un’ etica che ha avuto un’ evoluzione, che ha ridato cioè dignità a diverse categorie di persone che per tanto, troppo tempo, non hanno avuto né volto né voce e che spesso, a tutt’oggi, ancora non hanno spazio e diritti , neppure nelle Chiese. L’intento, da cristiani, è stato quello di seguire l’esempio del Cristo, che ha liberato, ha ridato la parola, a molti. Allo stesso modo si è voluto “rialzare” uomini e donne che fino a oggi spesso non avevano, o non hanno ancora, la possibilità di autodeterminarsi.

Particolare delle vetrate
Da poco la comunità valdese di Milano ha prodotto un nuovo sito web (www.milanovaldese.it) che vi invitiamo a visitare, così da poter conoscere una realtà alternativa, forse non abbastanza conosciuta, tra le molte che sono presenti nel nostro paese e nella nostra città. Consigliamo la lettura anche al Dott. Scalfari, così che forse, la prossima volta, non saremo costretti a leggere tanti e tali errori, quali purtroppo ci è capitato di vedere pubblicati.
Il prossimo anno 2017 – noi di Milano al Quadrato ne parleremo sicuramente – si apriranno ufficialmente i festeggiamenti per i 500 anni della Riforma Protestante, il cui inizio si è soliti collocare nel 1517, anno in cui Martin Lutero ha affisso le sue famose 95 tesi alla porta della chiesa del castello di Wittenberg, in Germania.

Martin Lutero affigge le sue 95 tesi
Concludiamo questo breve articolo, ricordando che la Pastora della Chiesa Valdese di Milano, Daniela Di Carlo, ha scritto una lettera in risposta a Repubblica pubblicata sui social media della Chiesa di Milano e che Eugenio Bernardini, Moderatore della Tavola Valdese (l’organo esecutivo della Chiesa Valdese nazionale), scrivendo un commento in merito alla recente visita di papa Francesco a Lund in Svezia, termina con queste parole, proprio in riferimento ai giornali e alle molte inesattezze pubblicate, in particolare quando si tratta di tematiche legate all’argomento religioso: “[…] Speriamo che lo comprendano anche i giornalisti non specializzati, specie le Grandi Firme italiane, che, favorevoli o contrari all’impulso dato da papa Francesco, ne stanno dando una lettura solo “politicistica” infarcendola di considerazioni prive di fondamento storico e, naturalmente, teologico.”
Buona lettura a tutti!