Sagre e Street Food: un popolo che mangia!
All’italiano le Sagre di paese piacciono. E molto. È un’esperienza che coinvolge almeno tre sensi: olfatto, vista, gusto. Il profumo, la vista e il sapore di appetitose specialità della tradizione richiama ad ogni appuntamento centinaia di visitatori.
Ma facciamo un doveroso passo indietro: la parola Sagra deriva dal latino “sacrum”e da qui si intuisce l’origine religiosa.
Nell’antichità era usanza celebrare le divinità con festeggiamenti; ma era anche un gesto propiziatorio per favorire raccolti e preservare greggi. Si tenevano solitamente il prossimità di luoghi sacri e per l’occasione si sacrificavano e si mangiavano animali. Una cosa era imprescindibile: si servivano solo prodotti locali. La tradizione si è mantenuta nel tempo anche se si è evoluta con il progresso della società moderna. Settembre e Ottobre sono, per eccellenza, i mesi delle Sagre: in Lombardia si passa dalla Sagra della Castagna di Sarnico (BS) alla Sagra del Contadino di Mairano (BS); dalla Festa dell’Uva di CasalMaggiore (CR) alla celebre Sagra del Gorgonzola di Gorgonzola (MI). E ancora… la Sagra della Patata di Vimercate, la Festa dell’Alpeggio di Sondrio… ce ne sarebbero decine da citare. Ma cosa anima il movimento verso questo tipo di manifestazioni?

Festa dell’Alpeggio di Sondrio
A mio parere il desiderio di “prolungare le ferie estive” volte ormai al termine, da qui una gita “gastronomica” fuori porta, il gusto di ritrovare gusto e tradizioni locali, il desiderio di grandi e piccini di aggregazione e condivisione.
Se poi parlare di Sagre non è abbastanza contemporaneo, possiamo dire Street Food. Un “movimento” che negli ultimi anni ha letteralmente invaso manifestazioni, fiere, eventi. Un fenomeno assolutamente positivo, una rivoluzione mondiale, culturalmente necessaria al mantenimento e diffusione dei prodotti della tradizione, socialmente genuino.
Emblema di questo fenomeno è senz’altro una manifestazione che si terrà dal 16 al 18 settembre in zona Sesto San Giovanni (MI): Carroponte – Streeat Food Festival. Ritornano per la 6ª edizione milanese i migliori Food Truck di Lombardia (e Italia) radunati per un evento che non ha uguali. L’ingresso è gratuito, la proposta culinaria immensa e interessante, gli “stand” curiosi: furgoni, bici, roulottes, ape car, rimorchi verranno attrezzati di cucine a vista, friggitrici, bollitori, piastre, griglie e forni.
Il tutto giustamente “innaffiato” da birre artigianali, vini naturali, centrifughe, cocktail.
Sagra, Fiera, Food Festival, Street Food… tanti modi per un un unico fine, un unico significato. Conservare le tradizioni gastronomiche e socializzare. E a me piace!

La piazza di Brembio
Così come mi piace la Torta della Sagra che sono solita gustare nel paese natale di mio padre, Brembio (Lodi) e della quale vi lascio foto, ricetta e procedimento per realizzarla. Vale la pena provarla. Nella mia famiglia si tramanda da almeno tre generazioni!
TORTA DELLA SAGRA
Ingredienti: 300 g di farina setacciata (anche senza glutine), 3 tuorli di uovo grandi non freddi, 150 g di burro ammorbidito a temperatura ambiente, burro e farina per la teglia, 90 g di zucchero di canna integrale tipo “mascobado, 1 limone non trattato.
Per il ripieno: 1 confezione di amaretti Vicenzi (la marca è importante per il livello di qualità), marmellata di pera (preferibilmente fatta in casa), ½ bicchiere di Cognac o Gran Marnier, 1 pera tipo Kaiser matura, zucchero di canna, stampini in acciaio della forma che preferite.
Procedimento: su una spianatoia o in una zuppiera mettete la farina, le uova, il burro a tocchetti, lo zucchero, la buccia grattugiata del limone non trattato e impastate energicamente per al massimo 5 minuti. Se l’impasto risultasse difficile da aggregare aggiungete un filo di latte. Date all’impasto la forma di una palla, avvolgetelo nella pellicola trasparente e mettetela a riposare per il tempo di preparazione del ripieno. L’impasto risulterà ovviamente più scuro per effetto dello zucchero di canna… In una terrina mettete una vaschetta di amaretti (nella confezione sono due o comunque metà della confezione intera) e pestateli con un batticarne. Aggiungete qualche cucchiaio di marmellata e uno spruzzo di liquore. Mescolate bene. In un padellino fate caramellare 4 cucchiai di zucchero con le fettine di pera, 2/3 cucchiai di liquore e 2 cucchiai di acqua. Unitele al composto con gli amaretti. Imburrate e infarinate bene la teglia rotonda. Riprendete la frolla. Su una spianatoia ponete due fogli di pellicola (o carta forno) leggermente sovrapposti ai bordi (vi servirà per girare la base nella teglia) e infarinateli. Prendete ¾ di impasto e stendetelo con un matterello o una bottiglia di vetro se non l’avete. Lo spessore non deve essere inferiore a 1 cm. Date una forma rotonda ma più grande del fondo della teglia affinchè possiate avere anche i bordi. Fatto questo, prendete la teglia, poggiatela a testa in giù sull’impasto, raccogliete la pellicola e con delicatezza, girate teglia e foglio. L’impasto si posizionerà perfettamente all’interno. Le prime volte sarà un’impresa ma poi acquisterete grande abilità. Prendete il ripieno e versatelo all’interno della frolla. Stendete bene e pareggiate con un cucchiaio o una spatolina per dolci. Accendete il forno a 180°. Riprendete il rimanente impasto, stendete la pasta non troppo bassa. Prendete lo stampino per dolci che avete scelto e cominciate a divertirvi. Coprite la superficie del ripieno con le forme senza lasciare troppo spazio tra una e l’altra, oppure tagliate semplicemente delle strisce di pasta e create una griglia.
Al termine di ciò, con l’aiuto dei rebbi di una forchetta, chiudete i bordi tutt’intorno alla circonferenza. Se volete un’aspetto lucido… spennellate con un albume ma … mia nonna non lo faceva. Cuocete per 35’/40′ in forno già caldo, statico, a 170°C. Spegnete e lasciate la crostata in forno per altri 5 minuti. In ogni caso controllate la cottura con uno stuzzicadenti visto che il colore della frolla può trarre in inganno.
Questa e molte altre ricette le trovate anche anche sul mio sito ufficiale!
©Photo by Mariangela Marchesi