Questa casa non è un albergo! Ma un home restaurant, sì.
Quando i genitori sgridavano i giovani della mia generazione urlando “questa casa non è un albergo”, forse sarebbero rimasti spiazzati se i ragazzi avessero replicato “un hotel no, ma di sicuro è un home restaurant”! Tempi lontani, in cui la sharing economy, ovvero la condivisione delle proprie risorse e abilità, era di là da venire. Quando pubblicavo i miei post sul blog Ciabattine (antenato di Milanoalquadrato.com), sui temi della condivisione mi ero cimentata tante volte, data la quantità degli spunti. Avevo parlato dello scambio di abiti e accessori agli swap party a cui ho più volte partecipato, al bike e car sharing cittadino così come delle Bla Bla Car – per condividere il viaggio in macchina – che portano in tutta Italia persone che abbiano una destinazione comune.

Il car sharing con Bla Bla Car
Il tutto sempre contattandosi via web. Non parliamo poi del Baratto BB, che consente in tutto il territorio nazionale, di barattare un soggiorno offrendo in cambio propri servizi o oggetti… Senza dimenticare altri frequentatissimi siti come AirB&B che permettono di fare una vacanza ovunque sul pianeta, come ospiti presso abitazioni private, sia condividendo la casa/appartamento coi proprietari, sia “noleggiandone” una anche per brevi periodi, completamente a propria disposizione. Ora che si apre la stagione delle vacanze estive avrei desiderio di raccomandarvi, per chi ancora non ne fosse molto a conoscenza, le innumerevoli opportunità offerte dalle piattaforme di Social Eating, già tanto care ai milanesi.Intanto ci si può esercitare con cene ed eventi qui in città, degustando prelibatezze d’estate, e poi si possono allargare gli orizzonti abbracciando… tutto il mondo.
Perché scegliere un home restaurant.
Forse Berlusconi aveva ragione quando diceva (per “gonfiare” il buono stato dell’economia del Paese) “i ristoranti in Italia sono tutti pieni”: per questo la gente si butta ora su quelli di casa? No, non credo proprio. Prima di tutto la formula, come per i B&B, permette di scegliere sul sito davvero tutto quello che fa per sè, pienamente su misura. Da luogo e zona, alla location (cena in terrazza per esempio), allo chef più o meno esperto, ai diversissimi tipi di menu.

Cena in casa di campagna
Poi se di condivisione si tratta, che condivisione sia! Così nella maggior parte dei casi si sta a tavola con gente nuova tutta da conoscere: ho appena letto di una recensione (ecco un altro punto a favore: il rating!!) in cui i commensali hanno finito in gloria la serata cantando tutti insieme. Sul mio terrazzo, situato in mezzo a un cortile, mi manderebbero la polizia subito dopo l’aperitivo. Infine ci sono gli eventi, come quello che ha attirato la mia attenzione su Gnammo di cui vi parlo tra breve, che dal 2014 nel delizioso Porto Museo di Tricase, tra le vie del Borgo dei Pescatori, propone il tour estivo “Le Mamme del Borgo”.

Il tour di Gnammo “Le Mamme del Borgo” che cucinano a Tricase
La modalità è quella dello street-food nel senso che si può degustare la cucina tradizionale passeggiando tra i vicoli e facendo tappa nelle case dove sono direttamente le mamme a cucinare. Meno male che la mia non abita a Tricase.
Quali e quante piattaforme di social eating mettono l’acquolina in bocca?
Il menu è davvero vario e sempre più si specializza in appetitose opportunità. Io posso fare solo una carrellata di successi. Vizeat.com è uno dei più frequentati e il sito ha la facile struttura di navigabilità di quello di AirB&B. Qui tutto il mondo è una tavola. La carissima amica che me l’ha segnalato, vuole provarlo quest’estate negli States. Sono certa che farà un’esperienza autentica – lei è una super gourmet – perché è bello pensare di poter assaggiare local manicaretti confezionati dalle mani di gente come te. Gnammo.com è un altro tra i siti più quotati, con specialità che accontentano qualsiasi palato: home restaurant che offrono dalle più svariate cene (o evento) condivise, al numero di Gnammers ovvero la comunità di riferimento, ai golosi Speciali Dinner, e sul blog Grammo si trovano davvero infinite notizie sfiziose.

La piattaforma di home restaurant gnammo.com
Newgusto.com è un’idea tutta italiana, che in realtà abbraccia anche l’Europa e altre aree geografiche: leggevo che in particolare guida i turisti a conoscere le nostre città d’Italia attraverso le molte e diverse specialità gastronomiche, sempre condividendo la mensa con nuovi (futuri) amici. Kitchenparty.org è un’altra squisita opportunità del genere che offre sia l’Home Dining, sia cene conviviali presso locali, sia la guida di Ambasciatori (promoter, foodblogger…) insomma esperti del settore che organizzano eventi. E sempre, per tutte le piattaforme, non mancano le recensioni che aiutano gli affamati a trovare pan per i loro denti. Sazi finalmente?
E se aprissi la mia casa ai buongustai?
Leggo sempre in rete che per avere un home restaurant non sono richieste licenze o autorizzazioni sanitarie. Si tratta di un’attività lavorativa occasionale ma che ovviamente impone di non fatturare più di 5.000,00 € lordi all’anno, senza bisogno di partita IVA. A dirla tutta io trovo le idee di sharing economy molto stimolanti, e me ne avvalgo volentieri. L’unico quesito che mi pongo è perché, per aprire un’attività legata alla ristorazione, l’iter burocratico è come sempre un massacro e in più la severità delle norme igieniche spesso non permette all’imprenditore di concretizzare la propria idea perché troppo di frequente mancano i requisiti richiesti (non parliamo di canne fumarie…). Un paio d’anni fa, una giovane che conosco, ottima chef dilettante, voleva fornire torte a un ristorante. Per le questioni sopra citate, nonostante il ristorante fosse interessato, come risposta si è sostanzialmente ritrovata con una bella torta in faccia!

Un’immagine della famosa commedia francese “Cena tra amici”
foto di copertina: www.impresamia.com