The Floating Piers: un ponte verso il sogno
Sì, ci sono stata. The Floating Piers – la “passerella” sull’acqua costruita da Christo, un’opera temporanea che il mondo ci invidia e che noi italiani guardiamo con diffidenza – l’ho vista. L’ho percorsa. L’ho vissuta. Con emozione, perché l’anima visionaria del suo creatore è tanto forte che pare di toccarla. Era il 1969 quando Christo e sua moglie Jeanne-Claude pensarono, per la prima volta, ad un ponte sulle acque. Nella loro mente e nel loro sogno, quel ponte – lungo 2 km – doveva essere costruito a Buenos Aires, sul delta del Rio de la Plata.
Passarono gli anni, e si arrivò al 1996. Questa volta, il ponte aveva individuato il suo essere nella Baia di Tokyo, tra l’Odaiba Park e due isole artificiali. Nulla da fare, i permessi necessari non vennero mai ottenuti. Jeanne-Claude morì, e per Christo The Floating Piers iniziò ad essere non solo un sogno, ma anche un omaggio a quella moglie tanto amata. Nel 2014 propose il suo progetto in Italia, dove i sogni non hanno vita tanto facile. Ma il suo sì: The Floating Piers, da idea, divenne un progetto. E da progetto, una suggestiva passerella che, sul Lago d’Iseo, collega il comune di Sulzano a Monte Isola, e Monte Isola all’Isola di San Paolo.

La prima parte di The Floating Piers che, da Sulzano, arriva a Monte Isola
Ma siamo in Italia, il Paese delle parole e delle polemiche, e The Floating Piers ha avuto (e continua ad avere) la sua bella dose di critiche. Raggiungere l’opera di Christo non è semplice. O meglio, lo sarebbe, se i Comuni e i mezzi di trasporto fossero stati preparati ad accogliere un così alto numero di visitatori (per dire, in un giorno The Floating Piers ha più visitatori di quanti ne abbia mediamente avuti Expo). Invece, le ferrovie sono collassate e con loro i bus navetta, i battelli e la passerella stessa, da ieri chiusa definitivamente la notte pena il suo deterioramento. E il deterioramento di Monte Isola, che mai nella sua storia ha ricevuto così tanti turisti in pochi giorni. E poi ci sono i critici d’arte, che su The Floating Piers hanno sollevato qualche dubbio. O che l’hanno demolita proprio. Secondo Vittorio Sgarbi, si tratterebbe di un’operazione “fallimentare e masturbatoria” (sì, ha detto proprio così). Perché, sebbene possa essere nel complesso interessante, «se non collega a niente del territorio dov’è, potevano farla anche in Arizona. Se uno arriva lì e non va a vedere né Tiziano né Lotto né Romanino, nulla di quello che c’è lì intorno, è una masturbazione, un’opera che serve soltanto come un divertimento che onora questo artista ma non ha niente a che fare con la valorizzazione di una terra». Vero? Forse. Realizzabile? Ho i miei dubbi. Philippe Daverio l’ha definita «un’attrazione, un’alternativa alle sagre di paese, quelle con la tenda e l’attrazione della donna cannone»; Mimmo Franzinelli «un impressionante fenomeno di conformismo, in salsa provinciale». Ah, quanto piace a noi italiani distruggere ogni cosa! Ma se ci fermassimo a vederla per quello che è, semplicemente? Non è straordinario vedere un sogno che prende forma? Non è straordinario specchiarsi negli occhi di quell’artista un po’ folle ma sicuramente geniale, e ricordarsi quante volte, anche noi, abbiamo pensato all’impossibile? Con The Floating Piers, Christo l’impossibile l’ha realizzato. E assomiglia a una speranza, questo sogno diventato realtà. Per tutti i piccoli grandi Christo del mondo.

Dopo un po’ di fatica e tanta coda, su The Floating Piers ci si può anche rilassare
Che poi, la sensazione che regala The Floating Piers, è davvero straordinaria. Pare proprio di camminare sull’acqua, tanto più se la si percorre a piedi nudi. Col suo telo dorato e cangiante, che ricorda una spiaggia e, come la spiaggia, viene spesso bagnato dalle acque. Con quell’attesa per percorrerla. Attesa che, dice Christo, è “parte dell’esperienza”. Con il vento che la accarezza, con il sole, con la pioggia. Con quel suo aspetto di sogno tangibile, con Christo che tiene per mano la sua Jeanne-Claude. Coi suoi occhi che brillano dicendo “ce l’ho fatta”. Coi nostri che, socchiudendosi, sognano di realizzare anche loro una passerella galleggiante tra i sogni e la realtà.
Foto di Stefano Barbiero
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[…] Una leggenda (extra)metropolitana del momento è l’avvistamento di alieni sul lago d’Iseo, proprio dove ha incontrato tanto successo l’opera The Floating Piers di Christo e di cui ha parlato per Maq, Laura Alberti. […]