Lego: 100 anni, 3 generazioni, 1 nuovo store ad Arese Shopping Center

Chi di noi da bambino non ha mai giocato col Lego e chi non lo ha mai comprato per i suoi figli? Oggi il passatempo di intere generazioni compie 100 anni! Era infatti il 1916 quando Ole Kirk Christiansen acquistava una falegnameria a Billund, in Damimarca, da dove parte questa avventura: un’impresa che è stata capace di sopravvivere a una guerra, all’arrivo della TV e all’esplosione dell’era digitale rinnovandosi continuamente ma rimanendo sempre fedele a se stessa. E tutto è ancora così attuale, perché capace di dare spazio alla fantasia di grandi e piccini.

Si! Perché nella mia carriera di architetto ho visto tanti e tanti modelli di progetti realizzati anche col Lego!

Direte cosa c’entra tutto ciò con Milano? C’entra perché la lunga attesa dei collezionisti italiani sta per concludersi: il 14 aprile aprirà il primo Lego Certified Store del nostro Paese, ospitato all’interno dell’Arese Shopping Center, il centro commerciale più grande d’Europa, che verrà inaugurato nell’ex area Alfa. Il negozio mono-brand offrirà la possibilità di acquistare pezzi sfusi nell’area ‘Pick a Brick’ e anche di costruire e  personalizzare la propria minifigura Lego con “Build a mini”. “L’obiettivo è quello di offrire a chi entra in negozio un’esperienza coinvolgente tanto per i bambini quanto per gli adulti” spiega Paolo Lazzarin, il general manager di Lego in Italia.

Il nuovo store Lego ad Arese

Il nuovo store Lego ad Arese Shopping Center

L’azienda Lego, stenterete a crederlo, non ha mai veleggiato in buone acque almeno fino agli anni’ 50: alla vigilia della I guerra Mondiale e durante il conflitto, Ole sopravvive facendo piccoli lavori di carpenteria, la Grande Depressione del 1929 mette in ginocchio la Danimarca, nel 1931 Ole licenzia il suo ultimo operaio. In mancanza di grandi opere, l’instancabile carpentiere inizia a produrre piccoli oggetti di legno che i contadini possono permettersi, come scale, sedie, sgabelli e, più importanti di tutti, giocattoli! Decine di giocattoli, a iniziare dallo Yo-Yo, uno dei giochi più diffusi negli anni ’30. Finita la Grande Depressione, gli affari iniziano a prendere piede. Nel 1934 ha già sette impiegati e bisogna dare un nome facile alla nuova impresa: Lego, contrazione della frase danese «Leg Godt», «gioca bene», sarà uno dei soli due marchi registrati a entrare nell’Oxford English Dictionary. L’altro è Xerox.

Ma quando  sembra andare tutto nel verso giusto arriva un’altra guerra mondiale, la II , e un incendio cerca di fermare l’impresa di Ole. È il 1944, lui sta per mollare ma alla fine reagisce e, sempre a Billund, costruisce un nuovo impianto di produzione di 2.300 metri quadrati, la prima vera fabbrica della Lego. L’impresa diventa una società a responsabilità limitata con Ole direttore e i suoi 4 figli nel consiglio di amministrazione. Nel 1947 poi arriva la vera illuminazione con un nuovo materiale: la plastica! Intuisce che si tratta del materiale del futuro, non tradizionale. Non solo compra la macchina per la lavorazione della plastica importandola dall’inghilterra ma è convinto di poter vendere i suoi giocattoli «ai bambini di tutto il mondo». Così negli anni ’50 nascono gli Automatic Binding Bricks, mattoncini di 2×2 e 2×4 cm. che ricordano da vicino quelli che saranno i Lego. Vengono venduti in scatole di cartone con su disegnate le istruzioni di montaggio: sono le fondamenta di un sistema.

Un Lego Brick

Un Lego Brick

La ripresa dell’economia europea favorisce la Lego che inizia ad esportare. Prima di tutto arriva nella vicina Svezia, mentre il Lego diventa un sistema completo di gioco concentrato sulla costruzione e l’espansione di una cittadina con le sue case, gli edifici pubblici e i veicoli. Nel 1954 diventa un marchio registrato. Il figlio di Ole, il designer Godtfred, prende le redini dell’impresa che conta 140 impiegati e quattro filiali estere. Dai trenini agli animali passando per le macchinine, la produzione prende piede e diventa sempre più estesa. Negli anni ’60, con l’ennesimo incendio del reparto dedicato ai giocattoli di legno, abbandonerà la materia naturale per dedicarsi interamente alla plastica. Nel 1961 l’azienda sbarca anche in Italia e nel mentre diventa globale. Nel 1963 la piccola Billund si dota di un aeroporto e cinque anni più tardi in città nasce Legoland, il primo parco divertimenti a tema dedicato ai mattoncini. Nel solo primo anno viene visitato da 625mila persone, tremila solo il primo giorno. Gli anni ’60 segnano anche la nascita di tre pietre miliari della casa danese. La prima è il trenino elettrico alimentato dal motore a 12 volt che verrà riproposto fino agli anni ’90, ci sono poi gli pneumatici in gomma per le automobiline e infine la linea Duplo, i mattoncini di grandi dimensioni dedicati ai bambini sotto i cinque anni.

Lego duplo, i mattoncini per i puù piccoli.

Lego duplo, i mattoncini per i puù piccoli.

Gli anni Settanta vedono ancora l’espansione dell’azienda. La vera novità però sono le maxifig, le miniature che sono però ancora di grandi dimensioni, con il volto giallo e mani e gambe fisse. Esordiscono e diventano subito il più venduto di sempre. Ma sono ancora troppo grandi, dimensionalmente sono più alte delle porte, delle case, degli alberi e non consentono di interagire con gli altri elementi di gioco. Ecco quindi nel 1978 apparire le minifig, gli omini con braccia e gambe mobili e viso stampato che determinano una nuova scala per le costruzioni. Intanto nel 1977, la linea si espande con un altro must, Technic, i Lego «realistici» che consentono di creare macchine complesse sfruttando ingranaggi, leve e motori.

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Mattone programmabile Lego Mindstorms, fotografato vicino a tre sensori: tattile-luminoso, di rotazione e ad un motore elettrico.

A livello di prodotto gli anni 2000 sono quelli delle Mindstorms, le costruzioni programmabili che fanno breccia nel cuore di tanti appassionati ma anche degli insegnanti. Ancora oggi è facile trovarle nei laboratori di robotica e informatica. Nel 2004 firma con Ferrari una serie di modellini di auto del cavallino rampante, nel 2007 esce il Millennium Falcon, il più grande set di sempre con 5.195 pezzi e un peso di sei chilogrammi, ma viene superata l’anno successivo con il Taj Mahal da 5.922 mattoncini. L’azienda dell’ultimo periodo si caratterizza per l’accordo con Warner Bros per il primo lungometraggio, Lego: the Movie, un vero successo planetario. Un accordo con Disney consente ai danesi di riproporre i beniamini statunitensi in forma di mattoncino.

Il manifesto del film The Lego

Il manifesto del film The Lego Movie

A tutt’oggi, la favola continua: rimane un’impresa in mano alla famiglia Christiansen. L’ultimo della dinastia è Kjeld Kirk Kristiansen, l’uomo più ricco di Danimarca con un patrimonio stimato di 9.7 miliardi di dollari.

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