Il cane che aveva visto Dio e quello che sta accanto all’anziano
Veri trionfatori sulla rete – e a pieno titolo! – con video divertenti e commoventi o in questo periodo protagonisti delle campagne anti-abbandono: i cani.
Oggi ne parlerò anch’io, raccontando una storia vera e una letteraria, entrambe tutt’altro che “del giorno”, ma che in realtà fanno riflettere su un tema che in taluni casi può diventare necessario e in altri di autentico ausilio. Permettetemi di partire dal racconto, che essendo forse tra i più lunghi di quelli dell’indimenticato Dino Buzzati, non mi sarà semplice riassumere (oltretutto seguendo una lontana memoria!).
Sui monti a ridosso d’un paesino viveva un eremita con un cane: la sera i paesani vedevano sulle cime strane luci, affermando così che il pio uomo probabilmente incontrava Dio. Dopo la morte, l’eremita era stato tumulato là, sulle montagne (tipico del grande Buzzati, che adorava le sue Dolomiti!), e sulla tomba si era disteso il suo cane, per continuare a stargli vicino. Nel paese dove, un po’ come una Milano in piccolo, abbondavano truffe, furti, egoismi e tradimenti a tutto tondo, in primis coniugali, apparve all’improvviso il cane, quello che insieme all’eremita “aveva visto Dio”. E girava indisturbato tra le vie: così, giorno dopo giorno, i cittadini avevano cominciato non solo a ingraziarselo in tutti modi, ma, al suo cospetto, via via avevano abbandonato le cattive abitudini. Niente più ladrocini, la vita tornava a essere onesta, i mariti non tradivano più le mogli… A un certo punto, anche il cane morì. E così i paesani vollero riportarlo sui monti, per seppellirlo con l’eremita. Arrivati in cima al monte trovarono (sorpresa!), sulla tomba del vecchio lo scheletro di un altro cane… sì, quello che non l’aveva mai abbandonato! Insomma, lasciando al lettore ogni tipo di commento, in sintesi si può dire che la franca natura di un cane aveva fatto da coscienza a un’intera collettività.
La storia del cane e del suo eremita mi fa venire allora in mente una notizia di poco tempo fa, vera questa volta: l’istituzione della prima casa di riposo pet-friendly, proprio alle porte di Milano, ovvero a Binasco: la Residenza Heliopolis che vanta un vero e proprio “Dog Camp”.

A Binasco c’è la prima residenza per anziani ove essi possano portare con sè i propri cani (photo: www.wisegeek.com)
Qui sono stati attrezzati appartamenti per accogliere gli anziani insieme ai loro animali domestici. Addirittura il Dog Camp prevede una serie di servizi quali l’Area Sgambo, punto verde recintato dove i cani possono correre e stare in libertà e un’area Scuola dove si organizza la Pet Therapy, utilissima per molti anziani ospiti in difficoltà della residenza. Come nel caso del racconto, è proprio vero che i cani (e gli animali in genere) possano costituire una compagnia fondamentale e arricchente al fianco di ogni persona, ancor di più nella delicata situazione di chi vive in queste strutture. Conoscendo – come molti di noi – da vicino la realtà in tema di case di riposo per anziani, oggi sempre più presente nelle vite di tutti grazie al fatto che l’esistenza umana oggi sia in genere assai meno breve (ma più richiedente in tema di cure per malattie degenerative), dovrei far qui una full immersion in un tema più grande dell’esistenza stessa.
Un robusto supporto da parte del welfare potrebbe fare molto per rendere tuttavia più degna e assistita la vita degli anziani, anche presso questi istituti e, possibilmente a costi che non solo pochi possano affrontare, anche nel caso in cui questa iniziativa di continuare a vivere accanto ai propri amici animali si diffondesse un po’ ovunque. Forse, come in quello splendido racconto di Buzzati che vi invito davvero a rileggere, resterà una fiaba bella, dalla morale capace di dialogare e far riflettere ogni animo.