E come per incanto… A Milano, dal cemento è nata l’oasi naturalistica del Ticinello!
Vi abbiamo parlato più volte come la città, dal dopoguerra in poi e soprattutto dopo la bolla immobiliare degli anni ’80, abbia eroso intere frange di campagna che ancora si trovavano all’interno dei confini comunali. Non è difficile ancora oggi trovare cascine (abbandonate), borghi rurali totalmente riutilizzati per abitazioni, toponimi e vie che ricordano come in un passato prossimo o più lontano la campagna stava proprio nel centro della città.

La città che erode la campagna, nei pressi della Cascina Linterno, a Milano (foto di Robert Ribaudo per Ciabattine)
Oggi c’è una buona notizia. Stiamo assistendo ad un’inversione di tendenza. Dopo l’ultima crisi che ha investito in modo pesante il mercato immobiliare, soprattutto i grandi gruppi che si erano accaparrati grandi lotti di terreno nel quadrante sud della cintura milanese, gli stessi speculatori non trovano più conveniente investire su zone di frangia che non promettono più grandi utili. Assisitiamo così, con l’abbandono di distese di pianura ai margini della città e soprattutto alle propagini del Parco Sud, dove i vincoli di edificabilità sono più pressanti, ad un lento abbandono delle vecchie colture, ma anche ad una strana riforestazione spontanea, che inizia un po’ alla volta a riappropriarsi prima dei fossati e delle rogge non più curate, poi delle aree intorno al costruito, ai margini delle strade e poi di intere aree, fin dentro alle vecchie corti e ai campi oramai in totale abbandono. Robinie, pioppi, betulle e arbusti spontanei divengono sempre più frondosi e intricati fino a diventare un habitat adatto per ospitare migliaia di animali provenienti dalla campagna cirumvicina. E’ insomma ciò che abbiamo visto succedere da anni nelle periferie delle città inglesi dove volpi, tassi e volatili sono tornati a rovistare tra i bidoni della spazzatura di molte case periferiche, o come più facilmente succede nelle città del Nord America, dove non è difficile imbattersi in alci, lupi, orsi e orsetti lavatori o aquile in cerca di cibo.

La zona 5, tra il Naviglio e Rogoredo, destinata nella zona più a sud, nota come Ticinello, alla riforestazione.
Adesso senza allontanarci troppo dal nostro “seminato”, voglio raccontarvi di un fenomeno tutto milanese, che sta accadendo soprattutto in zona 5, un’area a ventaglio, che scendendo verso Sud va dal Naviglio Pavese a Rogoredo, ma che indifferentemente, in passato, si era già osservato a ovest della città tra il Parco Sud, il Parco delle Cave e il Parco di Trenno. Comunque il Comune di Milano, sta cercando di valorizzare gli aspetti ambientali dell’area conosciuta come Ticinello: l’assessore all’Agricoltura e Urbanistica, Alessandro Balducci, ha spiegato in questi giorni al Corriere che «ci sono i finanziamenti per il primo lotto, 1 milione e mezzo di euro. La progettazione di sentieri e aree protette sarà pronta per febbraio, poi partiamo con la gara ed entro ottobre 2016 con i lavori».
Alla «Valle del Ticinello» si accede in auto, imboccando la Via Ripamonti, dalle vie Selvanesco, Dudovich, dove si incontrano delle realtà agricole ancora in funzione, la Cascina Campazzo e Campazzino. E’ molto più di un’oasi di biodiversità. È un polmone verde di 880 mila metri quadrati, grande tre volte il parco Sempione, candidato a diventare un corridoio ecologico di importanza cruciale per la vita degli animali selvatici e per la rinaturalizzazione della città metropolitana, con marcite e boschi di pianura (10.500 le nuove piante) e filari e siepi lungo le rogge e i corsi d’acqua. Qui, tra querce, carpini, frassini, aceri, tigli, ontani e pioppi nidificano rondini, varie famiglie di passeri, il canapino, i picchi verde e rosso maggiore e poi rapaci come lo sparviere, il gheppio e il lodolaio, e i loro cugini della notte, le civette.

Il gufo, l’animale che la tradizione fiabesca ci descrive saggio ed erudito ma anche pigro e permaloso come l’Anacleto di Mago Merlino (foto Corriere.it)
C’è anche l’Airone cinerino e il Gufo comune insieme ad altre 40 specie di volatili. Qualche cicogna, nelle ultime estati l’abbiamo vista tornare a nidificare persino sui lampioni lungo le strade o sui tralicci dell’alta tensione.
E sono stati censiti anfibi — la Raganella italiana, il Rospo smeraldino e la Rana verde —, 19 specie di farfalle diurne e ben 18 specie di libellule. E poi conigli selvatici, minilepre e volpe, e pipistrelli. Insomma, una vasta area agricola dove nei prossimi giorni, sarà piacevole fare delle belle passeggiate, a piedi e in bici, fare bird-watching e magari di notte, ritornare a veder le stelle!
Come arrivare al Parco del Ticinello: in dieci minuti a piedi, o in bici, dalla fermata M2 (capolinea della verde Abbiategrasso) oppure con il bus 79 e i tram 3 o 15.