Ritorna il piacere di riordinare con una spiegazione in più!
Prima dell’estate vi avevo proposto “Il magico potere del riordino”, della giapponese Marie Kondo. Più che un best-seller, un caso editoriale! E anche su Ciabattine ha imperversato, tanto che molti nostri lettori hanno seguito con grande soddisfazione (me compresa!) il metodo per riordinare UNA VOLTA PER TUTTE e ha chiesto qualche dettaglio in più. In modo particolare a proposito di come piegare gli indumenti, così da poterli stipare al meglio negli armadi. Ecco che proprio in questi giorni il Corriere.it ne ha parlato, rilanciando un video molto esplicativo in proposito:
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=bs7Lk6WOM7Y]
E qui di seguito vi riporto il nostro articolo su questa prodigiosa e utilissima arte!
Oggi mi sono riproposta di parlare degli effetti benefici di un best-seller mondiale. Che ha già contribuito a mettere in ordine la vita di una moltitudine di persone. Ma per introdurre questo tema invito a ricordare una canzone a parer mio bellissima di Ligabue (prego anche chi non lo ama di soffermarsi un attimo sul testo): “Ho messo via“… Insomma il protagonista mette via di tutto, vecchi giochi, cartoni interi di illusioni, ma anche segni e legnate, però non riesce a mettere via il ricordo dell’amata. Ma dice anche “Ho messo via un po’ di consigli……… Perchè a sbagliare sono bravissimo da me”.
Ecco il punto. L’autrice del libro di cui ora vi accenno dice che da generazioni ci si sbaglia perché, diversamente da altre tradizioni familiari che si tramandano come nel caso di quella gastronomica, in questo caso nessuno ci ha mai detto per bene come si fa. In che campo siamo “bravissimi a sbagliare” vi starete chiedendo? Nel “Mettere via”, ovviamente! Ecco svelato il best-seller in questione: “Il magico potere del riordino”, della giapponese Marie Kondo.
Nel suo paese è una vera forma di cultura, anche se lei ci tiene a precisare che fin da quando ci dicono da piccoli di riordinare la cameretta, non ci viene spiegato un vero e proprio metodo. Ovvero quel metodo che lei ha messo a punto e insegna a tutti, anche a manager e capitani d’industria. È chiaro che riordinare ad arte si traduce anche nel sistemare qualcosa al nostro interno, alleggerirci da fardelli che ci opprimono, fare spazio nella nostra vita. Sarà che ci sono dei momenti in cui inconsciamente sei alla ricerca di un orientamento… Così, dovendo ora affrontare un ennesimo trasloco, ho inconsapevolmente dato ascolto ad alcuni che mi avevano parlato di questo manualetto di successo. Che ho acquistato in un autogrill dopo averne parlato in viaggio con un’amica. Ed è diventato la mia Bibbia!
Anch’io sono stata sedotta da questi suggerimenti che, come recita il sottotitolo “trasformano i vostri spazi e la vostra vita”. In breve, per non togliervi il piacere di leggerlo, l’autrice ricorda che per conservare bene, bisogna smaltire meglio. E chi non si sente, come me, un accumulatore seriale? Insomma, ho imparato un sistema molto efficace per eliminare non semplicemente qualcosa, ma direi tantissimo. E con mucho gusto! Un esempio? Solo in fatto di abbigliamento, da 7 doppie ante d’armadio a mia disposizione (in 30 anni di accumulo) sono passata in un sol balzo a 3 scarse.
Famose sono le cabine armadio e le scarpiere di Carrie Bradshaw, protagonista di Sex and the City. Temibile esempio per accumulatori seriali!
E poi altra magia è il modo di riporre: seguendo le istruzioni che Marie insegna (non dimentichiamo che i giapponesi come la scrittrice sono gli inventori degli origami) si diventa bravi a piegare e ripiegare gli indumenti in verticale, fino a stiparli, senza che si sciupino, in modo da occupare pochissimo spazio ed essere pronti a un’ispezione chiara e completa, tutto in un colpo d’occhio. Ma sì, come nei cassetti di Intimissimi, avete presente?
Imparare a piegare, così si possono mettere tantissime cose in pochissimo spazio (e senza stazzonarle!)
Ora conto di dare anche una bella ripulita alla borsa, altro magazzino-à-porter di noi femminucce. E sarebbe bello poter educare giocando anche i più piccoli con questo metodo, passo a passo, per non ritrovarsi da grandi serial accumulators (licenza poetica). Perchè come dice il Liga “Di posto vuoto ce n’è stato, ce n’è….” Peccato non saperlo utilizzare e potersi sentire tanto leggeri anche dentro! Ma questa frase musicale termina dicendo “… Di spazio vuoto ce ne sarà”: di questo, dopo l’incontro con Marie Kondo, ne sono assolutamente certa.
2 comments, add yours.
Viv
Ieri mi sono data al riordino proprio pensando casualmente al titolo del libro che avevate citato quest’estate. Mi serve però un vostro nuovo post… come gestire l’onda dei ricordi che si abbatte su di noi quando ci troviamo alle prese con biglietti di buon compleanno, post-it, biglietti da visita etc? Quelle cosine che sembrano nulla e, a tradimento, aprono il famoso vaso di Pandora? Attendo vostre. 😉
ciabattinadx
AuthorDevo dire che il libro è davvero utile anche in tal senso, i dettagli non li ricordo avendolo letto tempo fa, tuttavia dedica una buona parte a questi temi e ai documenti archiviati in genere: vale sempre il fatto, come Marie Kondo sostiene, di cercare una sorta di relazione diretta con ogni documento, con ogni ricordo e capire in modo del tutto personale se sentiamo ancora il bisogno di conservarlo o se possiamo “salutarlo” serbandone la memoria al nostro interno. In concreto, il metodo – se piace, of course – dà una direzione per eliminare molto, pur conservando ciò che ci è davvero utile o che ci sta particolarmente a cuore! 🙂